Intervista a Massimo Zedda

Creato il 21 febbraio 2013 da Nonzittitelarte
“In Comune cambia la musica”, pubblicata da Sardegna Quotidiano il giorno Giovedì 21 febbraio 2013 alle ore 13.08 ·

La domanda è: cosa sta facendo il Comune? «Ci sono musicisti che per un anno scompaiono dalla scena, altri che suonano tutte le sere la stessa musica, che alla fine annoia. Chi è rimasto in silenzio, all’improvviso, esce con un nuovo disco, che dà l’idea del cambiamento, della nuova musica». Massimo Zedda sceglie la metafora artistica per lanciare un messaggio alla città che nel 2011, con enormi aspettative, lo ha eletto sindaco. Cagliari, che adesso vuole risultati. In un anno e mezzo a Palazzo Bacaredda, assicura, non è rimasto con le mani in mano («ci sono otto agende dove sono elencate le cose fatte»), ma ammette: «Vado per strada e la gente mi chiede: cosa state facendo? Bene, è arrivato il momento di dare le risposte. Si apre una nuova fase».

Sindaco, lei è in carica da giugno del 2011. Cagliari vuole risultati. Quali sono?

Tutto deve partire da una considerazione: la città per vent’anni, prima di noi, è stata amministrata dal centrodestra. Dal primo giorno in cui ci siamo insediati abbiamo fatto i conti con questa eredità. I bilanci erano in ordine, e questo deve essere riconosciuto al mio predecessore Emilio Floris. Ma c’erano degli sprechi di risorse pubbliche che abbiamo dovuto eliminare. E abbiamo lavorato a progetti necessari per mettere in sicurezza decine di milioni di euro di finanziamenti che sarebbero andati persi.

Andiamo con alcuni esempi…

Abbiamo blindato  150 milioni di risorse  destinate a  Cagliari che rischiavano il definanziamento.  30 per il campus universitario, 15 per il nuovo lungomare del Poetto, dove a gennaio partiranno i lavori,  e 13 per quello di Sant’Elia. Qui i lavori per il porticciolo, da 8 milioni, sono già partiti. E ancora: 20 per il parco di Molentargius, 9 per il parco della Musica dove nascerà un incubatore di imprese, 42 per la metro leggera, che arriverà fino al Poetto e in piazza Matteotti. Tutti soldi che rischiavamo di perdere se negli uffici non si fosse lavorato pancia a terra. Inoltre, e forse non si è ancora capita la portata della cosa,  a Cagliari sono destinati 111 milioni del governo per il piano città: siamo tra le 28 città su 400 che riceveranno i soldi.

È finita quindi la fase del “è colpa dei nostri predecessori”?

Mettiamo una cosa in chiaro, una volta per tutte: noi abbiamo affrontato, e stiamo affrontando,  le emergenze di questa città che per anni chi l’ha amministrata ha fatto finta di non vedere. Avrei potuto passare il tempo a tagliare nastri, nelle cene, alle feste varie. Ho preferito lavorare.

Una scelta che le è costata in termini di consenso?

Forse, ma l’avevo messo nel conto. Il primo periodo è stato dedicato all’impostazione. Non bisogna concentrarsi sul contingente e il particolare e perdere di vista la prospettiva. E se è passato un anno e mezzo, alla fine del mandato ne mancano tre e mezzo. I cavalli migliori si vedono all’arrivo.

La gente al Comune chiede che ripari le buche nelle strade…

E saranno riparate. Adesso abbiamo i soldi e partiranno dei cantieri “integrati”.  Ma anche per questo serve una visione ampia: inutile riasfaltare, poi arriva Abbanoa e ribuca per poi rattoppare. Il risultato è pessimo, e si sprecano i soldi. Adesso quando interviene una squadra del Comune si coordina con Abbanoa o altri enti: si apre la strada una volta sola, si fanno tutti gli interventi necessari e si richiude. Come sta succedendo in viale Regina Margherita.

E questo è quello che accontenta il cittadino “comune”…

Ma guardi che sono soprattutto questi i problemi da affrontare: i servizi per i cagliaritani. Un altro esempio? A breve cambieremo più della metà dei lampioni nelle strade: saranno a risparmio energetico e con maggiore resa. Taglieremo la bolletta: non è più possibile pagare più di 8 milioni di euro l’anno per la luce. Ma si parla sempre delle stesse cose, chioschi del Poetto e Lirico su tutti. Emergenze da affrontare, che erano state nascoste come la polvere sotto il tappeto, ma non i soli temi della città.

Ecco, affrontiamone uno dolente. L’appalto per la raccolta dei rifiuti a che punto è? Siete in ritardo e adesso arriva anche la stangata della Tares.

Stiamo studiando un bando che prevede anche le proposte, da parte dei partecipanti, della formula di raccolta più adatta per Cagliari. Così fanno nelle città modello, come Reggio Emilia. I cittadini risparmiano  e il servizio è più efficiente. E speriamo che passi la linea del rinvio dell’entrata in vigore della Tares imposta dal governo.

Tempi per la gara?

Un anno e siamo pronti.

Tema inflazionato, ma glielo chiedo: perché il Lirico sembra una polveriera?

Prima non se ne preoccupava nessuno e c’era un buco da 25 milioni. Adesso i conti sono a posto.

E lei sembra avere tutti contro per la nomina della Crivellenti.

Quando il dibattito politico raggiunge il suo apice su una nomina, allora è la morte della politica.

La Procura indaga e aspettiamo gli sviluppi. Una parte del Pd però l’ha attaccata, la Cgil pure. E, al di là dei partiti,  sembra che una parte di città che l’ha sostenuta adesso le si sia rivoltata contro. Perché?

Non lo so. Qualcuno c’è, certo. Ma diamo tempo al tempo.

Il partito democratico in municipio scalpita anche su altri fronti…

Normale dialettica politica, gli scambi di opinioni sono normali, ma la maggioranza è salda.

Ci sarà un rimpasto in giunta?

Registreremo gli equilibri e la macchina amministrativa.

Vabbè, aspettiamo il dopo elezioni. Tuvixeddu: Gualtiero Cualbu di Coimpresa aspetta risposte dal Comune.

Il lodo sta per arrivare. Solo allora capiremo cosa si può fare, e che risorse ci sono realmente a disposizione. Io lì voglio il parco, una parte la apriremo presto.

Che fine ha fatto il concorso di idee per la rinascita del Sant’Elia?

Gli uffici erano pronti a depositare tutto la settimana scorsa. Poi è successo quello che è successo. Abbiamo preferito aspettare qualche giorno. Adesso per la riqualificazione dello stadio ci sono i 25 milioni del piano città.

E cosa diventerà?

Spero che torni a essere lo stadio del Cagliari.

Enrico Fresu

enrico.fresu@sardegnaquotidiano.it

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