Maurizio Blini (foto by Franco Giaccone)
Maurizio Blini, commissario della Polizia di Stato in congedo e scrittore prolifico di gialli carichi di tensione, ma anche autore, compositore, musicista e sceneggiatore. Al suo attivo ben sei libri, alcuni di questi tradotti per l’estero e molti premi letterari vinti.
Con CIESSE Edizioni ha pubblicato i suoi due ultimi romanzi “UNICO INDIZIO UN ANELLO DI GIADA”, opera finalista al Premio Letterario “Mariano Romiti 2013“, e “R.I.P. (Riposa In Pace)”.
Chi è Maurizio Blini in breve?
Sono un vecchio idealista romantico che non si è mai arreso alla sua originaria vocazione di esprimersi, comunicare e sperimentare. Amo definirmi un cavaliere errante che attraversa dimensioni temporali e visita mondi fantastici. Un apprendista stregone, funambolo dell’arte, che ama raccontare storie e sogni.
A breve il settimo e ultimo sforzo letterario intitolato “FOTOGRAMMI DI UN MASSACRO”. In cosa si differenzia dagli altri tuoi libri e, in particolar modo, dai due titoli CIESSE?
Con questo romanzo torno ad essere l’autore intimista che scruta nell’animo umano, nelle sue contraddizioni, debolezze e fragilità. Il finale non è mai scontato, come nella vita. Una polizia a geometria variabile mostra i suoi limiti e le sue tante facce. Storie di uomini e donne raccontate con cura, nei dettagli del loro intimo rapporto con una professione particolare e difficile, un scontro tra arcaicità e modernismo, tra tradizione ed evoluzione. E tutto questo in una società in mutamento e in una città, Torino, che ha saputo cambiare vestito. Sullo sfondo pregiudizi, sospetti e paure alimentati dalla multi etnicità. Un indagine insidiosa per gli investigatori e le loro vite già messe a dura prova.
Ora una domanda leggermente “bastarda”. Sei un ex poliziotto e scrivi gialli. Non ti sembra un po’ “scontato” e perché non hai scelto generi diversi dal thriller poliziesco?
Scrivere gialli attingendo da un bagaglio professionale e culturale come il mio può, a prima vista, sembrare facile. In realtà non lo è affatto. Così come non lo è scrivere, intrecciare realtà e fantasia, trasmettere emozioni. Va da sé poi che si scrive e si racconta di ciò che più è a noi congeniale. Scriviamo storie su binari conosciuti e laddove ci inoltriamo oltre, lavoriamo con la fantasia, la passione e l’amore. E’ possibile tuttavia tentare di abbracciare nuovi e diversi orizzonti. In futuro non escudo sorprese.
Nelle tue storie tratti di crimini, a volte anche efferati. Oltre a essere un ex poliziotto hai persino una laurea in Scienze dell’Investigazione. Quanto ti ispiri ai tuoi studi e alla tua ex professione per trattare gli argomenti dei tuoi libri?
A volte è sufficiente chiudere gli occhi e i ricordi riemergono con estrema facilità. Semplici spunti, la cui origine risiede spesso nella cronaca nera di tutti i giorni. Il vero dramma, penso, è che spesso la realtà supera la fantasia. E’ sufficiente leggere un quotidiano o vedere un telegiornale per comprendere quanto spazio ci sia per nuove storie, spesso legate all’oscuro mondo del male. Allo scrittore l’arduo compito di tracciarne i solchi nell’immaginario collettivo. Quanto alle tecnologie per l’investigazione, invece, è opportuno aggiornarsi continuamente. Quello è oggi un settore in pieno sviluppo e con enormi potenzialità per il futuro. Dal DNA in poi, sono state moltissime le vere e proprie rivoluzioni scientifiche e culturali. Una sfida al crimine in piena evoluzione.
Il personaggio principale dei tuoi romanzi, almeno in quelli pubblicati da CIESSE, è Maurizio Vivaldi, un investigatore privato mentre il suo amico Alessandro Meucci è un commissario della Polizia di Stato. Non è che, per caso, Vivaldi è il Maurizio Blini di oggi e Meucci quello di un tempo?
Il commissario Meucci (amico di Vivaldi) in ‘azione’, ma solo nel Booktrailer di R.I.P. (Riposa In Pace)
In gran parte è proprio così. In entrambe le figure vi è una parte di me. Non a caso sono uno l’alter ego dell’altro, spesso complementari, complici, indivisibili.
Dopo l’esperienza trentennale in polizia ho avuto la fortuna di vivere un’esperienza professionale anche nel privato. Come dire, la ciliegina sulla torta. Perché non raccontarla?
Quanto al taglio intimista che entrambi rivelano, beh, sicuramente tutta la mia esperienza umana e professionale.
Come detto in premessa: sei scrittore, autore, compositore, musicista e sceneggiatore. Letteratura, musica e cinema, tre “arti” che si differiscono in te o le assembli in un’unica grande passione? E come concili queste tre attività?
Il mio sogno di gioventù era quello di suonare in una rock band e di avere successo in quel settore. Non è andata così purtroppo, per quanto, ostinatamente, continui tutt’oggi a suonare. Ma la vera genesi del mio scrivere nasce proprio dalla musica. Ho iniziato a scrivere testi per le mie canzoni (quelli da depositare alla SIAE), e siccome sono figlio del mio tempo, ovvero della musica d’autore, i miei testi erano già vere e proprie storie seppur imprigionate in una metrica. Dal testo musicale sono passato poi al racconto e infine al romanzo. La musica è sempre presente nella mia vita e pertanto anche nei miei romanzi, fa parte di me. Il cinema invece è stato l’ultimo amore. Inizialmente pensavo fosse semplice scrivere una sceneggiatura dopo aver pubblicato dei romanzi ma mi sbagliavo di grosso. Tutta un’altra cosa. E allora mi sono messo a studiare, con umiltà. Corsi di sceneggiatura a Roma e a Torino (l’ultimo alla Holden Cinema) e così mi sono attrezzato verso nuove sfide. Per fortuna riesco a fare tutto con armonia e con gioia.
Sei uno dei dodici scrittori che hanno ideato l’iniziativa “TORINOIR”, che ha mosso i primi passi il 17 aprile scorso. Ci spieghi da dove nasce l’idea di questa iniziativa e quali obiettivi si pone?
Per la prima volta in assoluto un gruppo di scrittori torinesi si riunisce per tentare un ambizioso esperimento culturale e narrativo: raccontare i cambiamenti della propria città attraverso il romanzo giallo-noir. Si parte da un proclama provocatorio: Fruttero e Lucentini sono morti! Inutile pertanto tentare di riproporre la Torino magistralmente descritta quarant’anni fa perché quella città, così come gli autori, non c’è più. Occorrono nuovi linguaggi, nuovi soggetti, nuove chiavi interpretative. Altrove c’è già stato qualche esperimento simile, come quello di Milano Nera, a Torino però è qualcosa di totalmente inedito. Si è pensato che, in questo periodo di crisi, unire 12 autori in un collettivo potesse rilanciare l’editoria di genere. Tra gli obiettivi la pubblicazione di un’antologia di racconti e una serie di iniziative culturali che possa far divenire presto Torinoir un punto di riferimento anche a livello nazionale. Il debutto è stato giovedì 17 aprile a Torino, presso il circolo del lettori. Per celebrare l’evento, grazie alla collaborazione con il comune di Torino, la Mole Antonelliana è stata illuminata di giallo nelle notti del 17 e 18 aprile. A maggio, infine, Torinoir parteciperà agli eventi del Salone del libro e del Salone Off.
I 12 autori di ‘Torinoir’ (foto by Daniele Solavaggione)
Al termine di molte altre interviste, agli autori solitamente si domanda se lo scrittore esperto, come sei tu, ha consigli da dare agli esordienti. La prossima domanda, invece, è se hai qualche consiglio da dare all’editoria e, in modo specifico, alla letteratura italiana in generale?
Stiamo vivendo un periodo di reale sofferenza nel settore. Temo che le regole del mercato abbiano favorito i soliti noti, le solite major. Tuttavia, ritengo che l’editoria di qualità saprà resistere alla burrasca. La qualità è la chiave di svolta anche nella cultura. Parafrasando una celebre frase di Eataly, potremmo liberamente affermare che “la vita è troppo breve per leggere male”. Infine, ritengo che il digitale avrà sempre maggior peso nei prossimi anni. Io stesso, seppur a fatica, ho iniziato ad avvicinarmi con cautela a questa ennesima rivoluzione culturale.
Infine, dai un voto al Maurizio Blini scrittore e motivalo.
Dare un voto a me stesso?
Blini in versione Noir
Allora, io spesso amo usare delle metafore e in questo caso potrei considerare la mia attività di scrittore come il mio amatissimo Toro, la squadra di calcio. Bene, il Toro lotta con il cuore e con la forza di cui dispone ma spesso non riesce a vincere. Si batte a volte senza ottenere grandi risultati. Però è in serie A e se la gioca con le grandi, con grande dignità. E’ in buona compagnia e ci crede. In classifica ci sono squadre sopra ma anche moltissime sotto. Ha la consapevolezza che probabilmente non vincerà mai la Champion League. Però, perché impedirgli di sognare?
8 pieno!
Grazie Maurizio e… in ‘bocca al lupo’ per tutte le tue passioni.
=== BIOGRAFIA ===
Maurizio Blini
Maurizio Blini si è laureato in Scienze dell’investigazione all’Università degli Studi dell’Aquila ed è’ stato un investigatore della Polizia di Stato per oltre 30 anni.
Nel corso della sua esperienza professionale, si è concesso all’impegno politico sindacale nel tentativo di favorire i processi di democratizzazione e sindacalizzazione degli apparati di sicurezza. E’ stato Segretario Generale del Siulp Piemonte (sindacato italiano unitario lavoratori polizia) dal 1991 al 1996 e dirigente nazionale nello stesso periodo. Ha ricoperto la carica di Segretario Generale del Silp Cgil Piemonte dal dicembre 1999, atto di nascita da una scissione dal Siulp e Segretario Generale del Silp Cgil di Torino, dal 2001 al 2005. (mantenendo per questi anni la doppia carica con quella di Segretario Nazionale.)
Nel novembre 2005, riconfermato Segretario Nazionale del Silp Cgil per il secondo mandato si è trasferito a Roma.
Nel corso di queste esperienze politico-sindacali, ha ricoperto l’incarico di Direttore politico di un mensile di attualità politico-sindacale, “Oltre”, organo ufficiale del Siulp Piemonte dal 1992 al 1996 e, successivamente, del mensile “Il Taglio” organo ufficiale del Silp Cgil Torino, dal 2001 al 2005. Nel mese di febbraio 2007, ritenendo esaurita la carica propulsiva ed ideale che lo aveva condotto a questo tipo di impegno sindacale ha rimesso il suo incarico con le dimissioni da tutte le cariche ricoperte ed è rientrato in servizio attivo.
Nel 2009, si è congedato dalla Polizia di Stato con il grado di Commissario.
Nell’anno accademico 2013-14 è docente di letteratura gialla e poliziesca all’Università della terza età di Torino con il corso: Torino criminale.
Il suo sito web è: www.maurizioblini.it
=== BIBLIOGRAFIA ===
- “Giulia e altre storie” Ennepilibri Editore (2007)
- “Il creativo” Ennepilibri Editore (2008)
- “L’uomo delle lucertole” A&B Editrice (2009)
- “Il purificatore” A&B editrice (2011)
- “Unico indizio un anello di giada” Ciesse Edizioni (2012)
- “R.I.P. (Riposa in pace)” Ciesse Edizioni (2013)
- “Fotogrammi di un massacro” Ciesse Edizioni (uscita: giugno 2014)
- È presente, inoltre, con suoi racconti in molte antologie.
PREMI LETTERARI
- 1° premio assoluto alla XIII edizione del Premio Letterario Internazionale “Trofeo Penna d’Autore” 2006 con il racconto Il dottor AB.
- 2° posto al premio letterario “Narratori in divisa” a tema Racconti al buio, edizione 2006, promosso dalla rivista Polizia Moderna con il racconto Giulia, (pubblicato in Bielorussia da Prajdzisvet nel 2012 e da Knigazbor nel 2013).
- In data 8 settembre 2012 si aggiudica il premio “Dalla realtà all’immaginario” a “I sapori del giallo”, rassegna di letteratura poliziesca e gastronomica edizione 2012. Langhirano (Parma)
- Nel settembre 2013 è finalista della II edizione del premio di letteratura gialla – noir – spy Story “Mariano Romiti” (Viterbo)