Intervista a Maurizio Lisciandra esperto di economia del crimine

Creato il 13 settembre 2011 da Yourpluscommunication

All’interno di OM (Officine Mediterranee – Sentieri di Teatro, Danza, Musica e Parole dei popoli del Mediterraneo) la rassegna culturale svoltasi dall’1 al 4 settembre a Valderice in provincia di Trapani, Notte Criminale, ha intervistato Maurizio Lisciandra, un esperto, tra le altre, di economia e finanza del crimine.

Quale è stato il più grave fatto di economia criminale in Italia?

Nella storia dell’economia criminale, sicuramente la presenza delle organizzazioni criminali cioè cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra.

Le organizzazioni criminali sono un sistema, uno Stato all’interno dello Stato, per cui veicolano l’afflusso di capitali verso interessi criminali e soffocano la crescita.

Altre tipologie di crimine che possono essere la semplice truffa piuttosto che il furto, il furto con scasso ecc… sono presenti in tutto il mondo, però possono essere controllati al contrario delle organizzazioni criminali (specialmente cosa nostra ed altre) che hanno un’influenza enorme sul tessuto economico siciliano-meridionale-italiano.

Chiesa e Finanza: uno schiaffo alla povertà e al “buon Samaritano” o un “fatto criminale”?

Non mi permetto di dire un “fatto criminale” però in un momento in cui si chiedono sacrifici a pensionati, lavoratori pubblici o privati, in cui si bloccano gli scatti (persino l’aggiornamento dell’inflazione-in poche parole si chiedono sacrifici a tutti-) è giusto che anche le istituzioni importanti come la Chiesa, facciano la loro parte.

Le chiese, hanno un ruolo sociale importante, è altrettanto vero però che hanno anche dei privilegi.

Inutile negarlo, è palese. Non bisogna mentire alla popolazione.


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