Cosa ti ha spinto ad accettare una parte così importante, già interpretata da Ian McKellen?
Spero di non deludere i fan, perché so bene che Ian McKellen è entrato nell’immaginario di molte persone e la sua interpretazione è stata molto convincente. Quello che mi ha convinto è stato lo script di Matthew Vaughn e il fatto che James McAvoy interpreti il giovane Xavier. Si trattava di una nuova versione, un approccio fresco alla storia.
(…) Da persona che non è esperta di fumetti e che non è un fan, cosa hai imparato su questo personaggio?
E’ un personaggio molto complesso, davvero, e l’idea che diventi un villain è interessante, considerando la sua storia (nei fumetti, Lehnsherr è un sopravvissuto dell’Olocausto che ha perso la sua famiglia in campo di concentramento, e successivamente perde moglie e figlia) …è un personaggio molto solitario e individualista, e il dolore e la tristezza che ha vissuto ancora prima di incontrarlo nel film sono stati una base interessante su cui iniziare a costruire il personaggio. E’ un personaggio Machiavellico, per il quale il fine giustifica i mezzi. Vedremo quali sono le sue origini. Gli esseri umani non tendono ad avere una forte memoria storica, e così il suo punto di vista è: “Siamo il nuovo stadio dell’evoluzione – gli umani sono per noi quello che i Neanderthal erano per l’Homo Sapiens”. (…) E’ un estremista, e questo è sempre pericoloso. Entro la fine del film, Magneto diventa molto sicuro di quello che vuole, le sue decisioni e il suo piano.
I primi rumour sulla trama dicono che ci sono parallelismi tra Xavier e Lehnsherr e Martin Luther King Jr. e Malcom X, in termini di metodi utilizzati per raggiungere i propri obiettivi. Questo paragone è stato fatto anche sul set?
Non lavoriamo in questo modo, tuttavia è un buon parallelismo da tenere in mente, prendendo qualcosa di reale come riferimento. Non ho studiato alcun video di Malcom X o cose del genere. Ma questo serve a chiarire le orignini di questi due personaggi. Speriamo che alla fine del film il pubblico dica: “Cavolo, ma perché alla fine questi due non sono rimasti insieme?” Hanno molto in comune e non in comune, e speriamo che il pubblico pensi che avrebbero potuto lavorare insieme per il bene comune.
Si parla spesso di reboot e prequel in questi giorni, e spesso li si confonde. Si tratta di un reboot dell’intero franchise di X-Men o di un vero prequel che potremo vedere prima dei tre film precedentemente realizzati?
Penso che la base sia la stessa. Il fatto è che la storia è la stessa. Non so bene come potrei rispondere alla domanda perché non ho ancora visto il film completo, quindi non posso ricollegarlo agli altri film e capire come sono legati. Spero che siano collegati, ma quello che volevamo fare era qualcosa di nuovo, inedito, scrivendo un nuovo capitolo senza tradire ciò che è stato fatto precedentemente.
Una critica al terzo episodio, X-Men: The Last Stand, era che aveva troppi mutanti senza che questi venissero sviluppati. Ci sono molti mutanti in questo film, sono stati trattati meglio?
La bella cosa di questo film è che penso che si concentri sui singoli mutanti, e quelli che sono stati scelti hanno delle personalità davvero uniche, con dei doni unici. Quello che è interessante è che siamo tornati a un periodo storico nel quale i mutanti non sapevano che c’erano altri mutanti come loro in giro. Pensano di essere degli stramboidi, e degli emarginati dalla società… Tutti questi personaggi hanno paura dei loro doni, e non sono a loro agio nella società, quindi quando si riuniscono e capiscono di non essere soli sperano di stare meglio con se stessi. E’ una scoperta per tutti questi personaggi, e una esperienza per lo spettatore.
Il film è ambientato negli anni sessanta, e Vaughn ha detto di voler catturare un certo look, riferendosi in particolare ai film di James Bond usciti in quell’epoca. Ha detto anche che i costumi saranno molto più simili a quelli dei fumetti, e non a quelli degli altri film degli X-Men. Qualche commento?
C’è una scena nella quale hanno trasformato questo teatro di posa di Londra nell’Aeroporto di Buenos Aires, e io mi guardavo intorno e pensavo: “Mio dio, sembra di essere negli anni sessanta!” Dai colori dei costumi alle scenografie, c’era un’aura nostalgica nell’aria quando mi guardavo intorno. E’ la mia stessa percezione degli anni sessanta, e questa impressione proveniva dalla musica, dalla moda e dai riferimenti visuali. (…) Per quanto riguarda i costumi, siamo andati indietro e in avanti su molte cose. Abbiamo aggiunto elementi che funzionavano nei fumetti, cambiando spesso. Per arrivare al costume di Magneto siamo passati attraverso numerose fasi, ma vedrete qualcosa di fedele alla versione tradizionale dei fumetti. C’è un elmetto [ride], e i colori sono fedeli ai fumetti. Non so se sto rivelando troppo…
Michael Fassbender
Fonte Vivacinema
Filed under: Anno di produzione: 2011, Interviste, Paese: Stati Uniti Tagged: Glossary of musical terminology, Ian McKellen, James McAvoy, Magneto (comics), Martin Luther King, Matthew Vaughn, Michael Fassbender, X-Men: L'inizio