Intervista a Michela Zanarella

Creato il 18 luglio 2013 da Cinzialuigiacavallaro
 

Continuiamo a conoscere gli autori dell’antologia di racconti Crisalide.

Ecco un’autrice, dopo tanti colleghi maschi: Michela Zanarella una grande poetessa che merita di essere conosciuta e apprezzata. Pleonastico dire che questo post mi è particolarmente caro, sia per solidarietà femminile, che per il medesimo amore per la Poesia (con P maiuscola) che ci accomuna.

Godetevi le sue risposte e la sua storia!

Il tuo racconto WORD PAGINA VUOTA, pur avendo come protagonista uno scrittore, dà della crisi una lettura su più livelli: economica, creativa ed esistenziale. Che cosa ti ha ispirato?

“Word pagina vuota” è ispirato alla vita di uno scrittore/giornalista, che è nato verso la fine dell’Ottocento ed è morto nel 1940, sto parlando dell’autore del Grande Gatsby. La vita di Francis Scott Fitzgerald è quella vita che si ripete nella storia, dove l’esperienza della politica non aggiunge nulla di nuovo allo sfacelo esistenziale. Il riproporre le stesse problematiche su più livelli come tu hai evidenziato significa riproporre alla coscienza ciò che oggi avviene a quasi un secolo di distanza da quanto ha vissuto quello scrittore così fascinoso.

La mancanza di ispirazione e il panico da pagina bianca: come si può superare, secondo te?

Con l’attesa che passi il panico.

Perché hai deciso di partecipare alla pubblicazione di Crisalide?

Alessandro Vizzino, autore ed editore che stimo molto, ha proposto a diversi autori questo progetto ed io l’ho di buon grado accettato. L’idea di mettermi alla prova in narrativa è stato uno stimolo che mi ha permesso di sperimentare e tentare una forma di scrittura diversa dalla poesia. Far parte di un’antologia con più autori dalle esperienze e dagli stili diversi è stata un’opportunità di confronto e condivisione.

Lo rifaresti?

Non ho dubbi, lo rifarei, perché la priorità va sempre al piacere di scrivere.

Si può scrivere, sia poesie che narrativa, in continuazione, cioè in ogni momento della vita?

La poesia e la narrativa non hanno un tempo prestabilito, nascono da un’ispirazione, non sempre l’attimo creativo è propizio, a volte ci sono momenti in cui ci si può e ci si deve fermare, non è indispensabile una continuità assidua, l’importante è riuscire a scrivere bene, con qualità.

Tra la poesia e la prosa chi salveresti?

Per l’amore che nutro verso la scrittura, salvo senz’altro la poesia.

Quanto e come è importante la poesia nella tua vita?

La poesia per me è fondamentale, non riuscirei a vivere senza. La poesia mi dà energia, mi fa vivere nella pienezza le emozioni, è quella fedele amica e compagna che non mi lascia mai sola e mi fa stare bene, nel corpo e nella mente. La vita stessa per me è poesia.

Com’è arrivata la Poesia nella tua vita? O sei tu che l’hai cercata? Raccontaci questo incontro.

La poesia è entrata nella mia vita dopo un tragico incidente stradale, al quale sono sopravvissuta. Non l’ho cercata, ma è stata lei a scegliermi, a farsi presente in un mattino grigio, mentre la nebbia di Padova, rendeva tutto poco visibile.  Ho iniziato a scrivere i primi versi per ricominciare a vivere, per sorridere alla vita, dopo un dramma che mi aveva profondamente segnato e sconvolto. Quando stai ad un passo dalla morte, ti rendi conto che devi riconsiderare quei valori che prima non erano così determinanti, la Poesia mi ha salvato ed io sono felice di essere qui a raccontarlo.

Cosa pensi dei concorsi letterari in Italia? È giusto e sempre giustificato chiedere una tassa di lettura (a volte anche piuttosto alta) soprattutto in questi tempi di crisi?

I concorsi letterari in Italia sono tanti e a volte si rischia di cadere in tranelli, dove l’unico scopo di chi li organizza è spillare soldi ai partecipanti. Bisogna scegliere con cautela e fare attenzione. Io cerco di partecipare principalmente a concorsi gratuiti, non trovo giusto spendere grosse cifre di quote di partecipazione per sostenere una passione.

La tua poesia è stata anche tradotta e pubblicata all’estero: dove esattamente? Com’è nata e com’è stata questa esperienza?

Le mie poesie sono state tradotte in inglese e lette in una scuola americana e tunisina, molte sono state tradotte in riviste letterarie in Spagna, Francia, Romania, Brasile, Egitto e Cile. Questa esperienza è nata dai tanti incontri che ho fatto nel corso degli anni, con docenti di lingua araba, poeti ed artisti di diverse origini, tutto è stato il frutto del mio continuo proporre la poesia ovunque.

Cosa hai pubblicato e perché?

Ho pubblicato sei libri: “Credo” Ed. MeEdusa nel 2006, “Risvegli” Ed. Nuovi Poeti nel 2008, “Vita, infinito, paradisi” Ed. Stravagario nel 2009, “Convivendo con le nuvole” Ed. GDS nel 2009, “Sensualità” Sangel Edizioni nel 2011 e “Meditazioni al femminile” Sangel Edizioni nel 2012. Penso che la pubblicazione sia un po’ la necessità di mettere ordine ai fogli sparsi sui quali di solito scrivo.

Cosa pensi dell’editoria italiana?

L’editoria italiana è soggettiva e dipende dalla forza imprenditoriale e di marketing del singolo soggetto che si mette nell’impresa; è anche vero che alcuni editori  “improvvisati” e tra questi includo anche quelli di grosso nome, chiedono delle vere e proprie tangenti per pubblicare i libri ed evidenziano mille scuse plausibili e non, affinché l’autore accetti i contratti capestro. Ben pochi editori hanno l’autentica coscienza culturale e comprendono fino in fondo l’immenso sacrificio economico al quale i giovani autori vanno incontro. Qui è opportuna la valutazione del talento dell’autore e la validità della proposta alla casa editrice.

È difficile essere scrittori nella nostra epoca e nel nostro paese?

Con l’avvento della comunicazione digitale il giovane autore ha mille chance, una di queste è l’autopubblicazione, che ha la stessa distribuzione di chi si affida ad un editore. E’ più semplice al giorno d’oggi accedere al mondo dell’editoria, ma è più difficile poter apprezzare e leggere qualità dello scritto.

Immagina di vivere in un luogo ameno e isolato dal mondo dove puoi portare solo quattro libri (non tuoi): cosa scegli?

Porterei con me: “Il giovane Holden” di J.D. Salinger, “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini , “I Malavoglia” di Giovanni Verga e “Lo Zahir”di Paulo Coelho.

Sei pronta, come scrittrice, per un’editoria unicamente digitale?

No, non sono affatto pronta, diciamo che mi adeguo alle nuove tecnologie, ma preferisco di gran lunga il cartaceo. Poter leggere e sfogliare le pagine di un buon libro non ha prezzo.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :