Intervista a Monica Schianchi, autrice de “Il potere dell’amore – Le guerre dei Clan”

Creato il 04 luglio 2014 da Soleeluna

 Oggi conosciamo insieme una giovane autrice ligure!
 Benvenuta, Monica, nel nostro Blog. Ti va di presentarti ai nostri lettori? Chi sei? Da dove vieni?
 Ciao. Mi chiamo Monica Schianchi, sono nata a La Spezia, ma da ormai un anno vivo nei pressi di Torino, dove studio Lettere Antiche all’Università.

- Come hai scoperto la tua passione per la scrittura?
Ero molto piccola. Mi sono appassionata alla lettura ai primi anni delle elementari, e ricordo che ad 8 anni ho regalato a mia sorella un librettino di 10 pagine con disegnini annessi sulla storia di una ragazza a metà ricalcato su “Streghe” e sul film “una settimana da Dio”, e alle medie scrivevo a mano decine e decine di pagine di libri incompiuti. Finché in terza media ho scritto tutto “Il Potere dell’Amore”, che ha necessitato di un bel po’ di revisione, giacché ovviamente lo stile di scrittura è cambiato, per cui l’ho praticamente riscritto da capo fino alla pubblicazione, quasi 2 anni fa.

- “Il potere dell’amore – le guerre dei Clan” è il tuo esordio da scrittrice. Anzitutto ti chiedo: è il primo libro di una saga? E se sì, perché hai deciso di creare una saga?
Sì, è il primo romanzo di una saga, che avrebbe intenzione di essere una trilogia, che ancora purtroppo non sono riuscita a terminare. Ammetto che il primo romanzo è piuttosto è un po’ slegato rispetto agli altri, quasi al limite del genere letterario, la storia è prevalentemente d’amore, con un sottofondo fantasy che è appena abbozzato, e che invece nei libri seguenti sarà molto più approfondito. Ho scelto di fare una saga perché generalmente adoro le saghe, e perché quando ho un’illuminazione per la trama di un libro in genere non è mai niente di semplice, per cui risulta anche complicato porla in un unico libro
 
- Il tuo libro parla  di un gruppo di ragazzi che conducono una vita molto simile agli adolescenti di oggi, anche a te. Hai preso ispirazione dal gruppo di amici che frequenti per raccontarci le loro esperienze?
Alcune vicende sì. Ad esempio gli amici di Davide, nel flash back, sono ricalcati su alcuni miei compagni delle medie. Mentre le vicende di Ale, che possono sembrare autobiografiche, in realtà non lo sono. La gara in moto l’ho potuta scrivere assistendo di persona ad una gara di moto cross (non ho mai guidato una moto). I personaggi “negativi” che incontra sono completamente inventati.  Le vicende degli amici dei protagonisti sono tutte inventate, rileggendolo dopo un po’ ho pensato di aver un po’ troppo stereotipato i maschi, un difetto che spero di rimediare un po’ nei prossimi libri. 
- Questo gruppetto di ragazzi ha però dei poteri importanti da gestire. Di che genere di poteri si tratta?
 I quattro protagonisti sono come dei warlock, nel momento in cui i poteri si manifestano sono pressoché in grado di gestirli senza nessun tipo di lezione, ma nei prossimi libri specificherò che sono molto abili solo nelle situazioni di necessità. Altrimenti è necessario molto allenamento. Sono come i poteri di un dio, possono fare qualsiasi cosa: teletrasportarsi, creare oggetti, usare gli elementi, far muovere gli oggetti. Non voglio dire altro, perché la scoperta di che cosa siano precisamente i loro poteri – e dunque di chi siano loro – è uno dei temi del libro. 

- Hai già organizzato qualche presentazione per il tuo libro? Com’è andata?
L
a casa editrice che l’ha pubblicato, il Gruppo Albatros, prevede nei suoi contratti un’intervista che compare nel loro programma su Sky e sulla stazione radio Galilei, per cui devo ammettere di non aver molto curato questo aspetto. Durante un concerto a La Spezia, all’inizio dell’estate scorsa, ho tenuto un’intervista sul mio libro. C’erano molte persone e sembravano tutte molto interessate, ma con il fatto che il libro non si trova nelle librerie dubito che qualcuno sia riuscito a comprarlo, anche se avesse voluto
 
- Cosa ti hanno detto i tuoi amici quando hanno scoperto che stavi per pubblicare un libro? E la tua famiglia?
In realtà non ho molti amici, di sicuro però i miei conoscenti sono rimasti piuttosto sorpresi, i pochi che sapevano che stavo scrivendo un libro da tempi immemori, non pensavano che lo stessi prendendo così sul serio. La mia migliore amica al liceo si è commossa quando ha visto il libro pubblicato. Il mio ragazzo era molto contento e soddisfatto di me. Riguardo ai miei, non gli avevo detto che lo avevo mandato al Gruppo Albatros per farlo pubblicare, appena mi hanno risposto mia nonna è scoppiata a piangere abbracciandomi e pensando che presto sarei stata invitata in chissà quale programma tv, che carina

- Cosa ne pensi dell’editoria italiana? Ora che ne fai parte sapresti fornirci un tuo parere?
Penso di saperne troppo poco per poter davvero giudicare, di sicuro so che non sono molto soddisfatta della mia casa editrice, che ha fatto promesse abbastanza vacue. Ho pagato abbastanza per farlo pubblicare, come da contratto, sperando in una cospicua pubblicità. Ora, so che non sono le case editrici a relazionarsi con le librerie, per cui di certo non è colpa loro se nelle librerie non si trova. Fatto sta che la pubblicità su Sky ovviamente non ha avuto molta riscossione, anche perché io non avendolo non ho potuto registrarlo, e dunque neanche farmi un po’ di pubblicità da sola. È stato al Salone del Libro l’anno scorso, ed è stata l’unica occasione in cui infatti lo hanno venduto. Nel contratto però non era precisato che ci sarebbe stato soltanto per il primo anno, e questo mi ha delusa abbastanza. Vorrei provare a cercare una nuova casa editrice infatti, in futuro, o anche per provare a far pubblicare di nuovo questo, ma devo ancora valutare bene.  So molto poco dell’editoria italiana, anche se ho il sospetto che non sia ben organizzata. Per quel che mi riguarda non sono molto soddisfatta. 

- E’ stato facile scegliere il titolo di questo libro? Quanto tempo hai impiegato per redigerlo?
 In effetti non ricordo bene come mi sia venuta l’idea, perché come ho già detto l’ho scritto a 13 anni, però credo che sia venuto piuttosto in automatico. Ho in mente un altro progetto, distaccato rispetto alla saga, non l’ho ancora praticamente scritto ma ho già il titolo. Direi che mi viene spontaneo, subito dopo aver pensato ad una storia. Temo di aver già risposto a questa domanda, ma preciserò: l’ho scritto durante la terza media, a 13 anni (quanto tempo avevo allora!) e più o meno 2 o 3 anni sono stati necessari modificare lo stile e alcune parti un po’ “infantili”, ad esempio ho cambiato quasi completamente la fine.
 
- Hai qualche autore in particolare che pensi ti abbia ispirata durante la stesura de “Il potere dell’amore”?
 Dato il lungo lasso di tempo che ho impiegato per redigere il libro, sono di sicura stata influenzata da moltissimi autori (sono una lettrice accanita). Ricordo di aver adorato lo stile di J. K. Rowling (in quel periodo avrò letto la saga di Harry Potter, di cui sono una grande fan, un milione di volte) ma in realtà credo che il mio sia molto diverso. No, direi di non poter far riferimento a nessun autore in particolare.

Questa era la mia ultima domanda. Ti mando un grande “in bocca al lupo”, spero torneremo presto ad avere tue notizie.

Grazie mille per il tempo che mi avete dedicato e per lo spazio che mi avete concesso nel vostro blog. Grazie, e a presto.  

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