Parlaci un po’ di te, delle tue passioni, dei tuoi Hobby…La passione primaria è, naturalmente, scrivere. Amo osservare tutto ciò che mi circonda: la natura è fonte d’ispirazione magica. La vita stessa mi appare come magia e incanto. Non bisogna mai dare nulla per scontato: un piccolo verme…un bruco…diventa farfalla, un sottile germoglio si trasforma in fiore, una persona dal viso d’angelo è in realtà un mostruoso killer…etc etc. Come non ideare storie e avventure con tutta questa enorme ed infinita risorsa di vite? Quindi le mie giornate le passo soprattutto dedicandomi alla lettura e alla riflessione. Questa è la scelta, che fortunatamente, ho potuto fare.
Il tuo percorso da scrittrice è nato in ambito giornalistico. Che ricordi hai di quel periodo? Stancante, scintillante, folle, meschino, bugiardo, deludente, guerrigliero, insidioso, furtivo, gioioso, gratificante. Il mondo del giornalismo è assai più complesso di come appare. Parlo del giornalismo della carta stampata perché è quello che mi appartiene. Ho svolto il ruolo di inviato di cronaca nera per moltissimi anni e, nonostante le soddisfazioni professionali raggiunte, non tornerei indietro. Forse una decina di anni fa o poco più i giornalisti potevano lavorare con maggiore serietà. Oggi non posso dire questo. Più che altro i miei ricordi sono recenti, visto che ho lasciato la professione un anno fa. Mi spiace pensare che alcuni colleghi, a me cari, vivano il lavoro ancora come una maledizione nonostante gli stipendi che, sinceramente, sono adeguati alla fatica.
Avendo studiato per 5 anni Scienze sociali, sono rimasta molto colpita dai tuoi studi su Jean Piaget. Quanto hanno influito questi studi sulla tua attività di giornalista/scrittrice?Non ho studiato Scienze sociali ma sono laureata in Filosofia con una tesi in psicopedagogia. In particolare ho approfondito le tematiche di Vygotskij e Piaget. I miei studi hanno influito totalmente sulle scelte lavorative. In campo giornalistico ho avuto (purtroppo!) poche possibilità di snocciolare i mio piccolo bagaglio di cultura mentre in qualità di scrittrice affondo le mani sui testi di filosofia antica e anche di psicologia. Tutti i miei libri nascono solo ed esclusivamente dalla osservazione del mondo e della riflessione che en deriva. Quindi l’aspetto pedagogico, educativo e filosofico sono primari.
Oltre ad essere un’affermata scrittrice, tieni anche corsi di scritture per bambini, ragazzi e persino adulti. Come mai questa scelta? Ho scelto di organizzare corsi di scrittura perché avevo molte richieste. Tanti bambini, ragazzi ed adulti vorrebbero diventare scrittori ma è una scelta che deve essere fatta solo dopo MOLTE letture e MOLTA umiltà. Il talento, poi, è decisivo. Non basta scrivere bene e correttamente, serve avere idee. E questo è dato solo dalla propria cultura e dalla personalità. I corsisti che frequentano le mie lezioni on-line sono parecchi e ho un rapporto epistolare sempre attivo e bellissimo. Spero che alcuni di loro volino alto e raggiungano la meta.
La società “Sesta Luna srl”, di cui sei amministratrice delegata dal 2004, ha più volte organizzato eventi dedicati ai giovani, tra cui il “Fantasio Festival-Fantasio Giovani” che ha visto una partecipazione record di ragazzi. Sono previsti in un prossimo futuro altre manifestazioni?Magari! Sto tentando di organizzare un grandissimo evento europeo ma con grande amarezza devo dire che in Italia non c’è una vera sensibilità verso la cultura giovanile. Ho presentato il progetto in alcuni Comuni importanti e nonostante tutti i sindaci e amministratori apprezzino l’idea alla fine chiudono le porte, forse perché non hanno soldi per queste iniziative o anche per il fatto che non hanno un vero tornaconto politico. In tanti parlano dei diritti dei giovani ma pochi fanno qualcosa di concreto. Forse i politici fanno promesse solo in campagna elettorale ma quando arrivano a sedere sulle poltrone del potere si dimenticano dei bambini. E’ un dato di fatto.
Parliamo di Moony lettrice. Quali sono i tuoi scrittori preferiti? E quale genere letterario prediligi?Verne, Carroll, Salgari, Nietzsche, Aristotele, Platone, Haidegger, Kant, Sant’Agostino, Dostoyevsky, Yourcenar, e tanti altri. In ogni caso, ancora oggi, leggo quasi esclusivamente testi filosofici e pochissimi romanzi.
Come è nata la collaborazione con la Giunti (editore della maggior parte dei tuoi libri)?E’ una collaborazione nata per caso. Avevo collaborato con una psicologa per uno studio romanzato sulle chat line e il libro venne pubblicato da Giunti. Così, quando scrissi La bambina della sesta luna, spedii i primi capitoli a Giunti in quanto era l’unico editore che avevo conosciuto. Con mia grandissima sorpresa hanno accettato il romanzo e così è nata Nina. Ancora oggi penso che la magia ha fatto il suo colpo inaspettatamente.
Come è nata l’idea di ambientare questa saga nel misterioso mondo dell’Alchimia?L’alchimia è una strada che porta alla scoperta di ciò che si immagina. Che si sperimenta. Che si crea. Non è magia, è molto più seria e concreta di una semplice combinazione di frasi e bacchetta magica. L’alchimia è il sole delle cose.
L’ambientazione a Venezia non è casuale, poiché è la tua città di origine. Per descrivere gli edifici principali (il palazzo di Karkon Ca’ d’Oro, Villa Espasia, …) avevi in mente qualche palazzo realmente esistente a Venezia oppure sono nati da una tua idea?Tutti i palazzi che descrivo esistono realmente. Ho vissuta la mia infanzia guardando da fuori Villa Espasia (che in realtà oggi si chiama Villa Giardino Eden). La vedevo dall’esterno0 perché non mi era concesso di entrare. La punta dei grandi alberi e la villa stessa mi facevano perdere la concezione del tempo: immaginavo tutto. E giocavo con le mie fantasie. Venezia è una città anomala, dove acqua e cielo si toccano. E dunque è stato più facile passare dal mondo creativo alla scrittura.
Molti affermano di vedere nei tuoi romanzi analogie con le avventure di Harry Potter (analogie che personalmente non ho trovato poiché nella saga del mago inglese il tema dell’alchimia viene giusto accennato nel primo romanzo). Cose ne pensi di tali affermazioni?Tra Nina e Potter non c’è alcun nesso. Forse solo l’aspetto magico-creativo è similare. D’altra parte tutte le saghe fantasy si basano sullo scontro tra il Bene e il Male. Nonostante io mi senta lusingata per il paragone con la ben più nota autrice inglese, sono orgogliosa del mondo di Nina che ho donato ai bambini di ben 33 Paesi.Tra i protagonisti delle 3 saghe, ce n’è uno a cui sei particolarmente affezionata? Perché?Nina, Geno e Morga sono miei figli. Nessuna mamma direbbe mai chi preferisce. L’amore lo distribuisco in modo eguale e tutti e tre sono pezzi del mio cuore.
Ti piacerebbe scrivere un nuovo romanzo, magari di un genere letterario diverso?Sì. E forse, tra qualche anno, lo farò. Per ora ho in mente altri fantasy.
Una nostra lettrice ci chiede se puoi toglierle una curiosità: Moony Witcher è uno pseudonimo utilizzato per firmare inizialmente la saga che vede come protagonista l’alchimista Nina De Nobili. Al di la del nome Moony, il cui richiamo a Moon (luna) è chiaro, come mai hai deciso di utilizzare il cognome Witcher il cui richiamo invece porta a Witch (strega)? Moony Witcher è lo pseudonimo ideato da Giunti. E c’è un motivo. Quando ho scritto il primo libro di Nina facevo ancora la giornalista di cronaca nera e non mi piaceva firmare con il mio vero nome una serie fantasy. Così Giunti mi propose Moony Witcher (Lunetta Stregata) e io accettai volentieri. Non mi interessava, e non mi interessa, usare il mio vero nome. Infatti non è il mio nome la cosa importante, ma lo è ciò che scrivo.
Ti ringraziamo ancora per la tua disponibilità e sei sempre la benvenuta nel nostro blog. Alla prossima=)Grazie a voi di avermi dedicato il vostro tempo. Alla prossima=)
Isy