(1985), Veleno al Femminile (1986), Spuntino di Mezzanotte (1989), Angeli in Polvere (1990), Un’Amica di Nome Moana (1995), Io, Donna Kamikaze (2005), Nell’Arca di Noa (2006), Giù la Maschera (2007), Il Veleno è donna (2008).
Benvenuta Noa, è un vero onore averti qui. Giornalista per la carta stampata e la TV, scrittrice, editrice ma anche paracadutista nonché prima donna pilota di un’auto da corsa. La tua biografia ci suggerisce subito l’idea di una persona dinamica, eclettica e super impegnata. Tu come ti presenteresti ai nostri lettori? Mia madre mi chiamava “la Selvatica”. Persino a seguito di incidenti gravi guarivo nel giro di otto-ventiquattrore. Per mio padre ero “la Selvaggia”. Raccattavo animali ovunque, una ne pensavo e cento ne facevo. Ero insomma e forse sono tuttora di spirito indomabile. Per i politici intervistati ero “lo Psicologo Trapanatore”. Io mi definisco semplicemente Noa…
Quale il ricordo più bello o l’esperienza più soddisfacente legata alla tua carriera giornalistica? L’esperienza più soddisfacente, essere chiamata in RAI per una rubrica che dava inizio a RAI 2, esclusivamente grazie al successo delle mie inchieste in vari quotidiani o rotocalchi. E il ricordo più vivo è legato a una grossa inchiesta a sfavore dell’Itavia, ordinata dal direttore, durata almeno due mesi di lavoro, per la quale mi sono travestita da uomo, da prostituta… Talmente stressante e faticosa che non vedevo l’ora di leggerla sul giornale. Ahimè, in quelle pagine scoprii invece la pubblicità della compagnia aerea in discussione!Per desiderio di verità, offrii gratuitamente l’articolo a quotidiani e settimanali. Rifiutarono in toto!
A cosa si deve la tua scelta di abbandonare il giornalismo? Quale la tua opinione sul panorama attuale del mondo dell’informazione? Il giornalismo trovo sia morto. Non ci sono seri articoli di fondo, non si fanno più grosse inchieste… la sintassi fa rabbrividire e le opinioni sembrano uniformate. Pezzi d’agenzia impastati da mestieranti.
Parliamo del tuo saggio “Il veleno è donna” recensito su
Tra i tanti casi analizzati nel saggio ce n’è uno che ti ha colpito particolarmente e se sì perché? Le due monache belga che avvelenavano i ricoverati in ospedale per soddisfare la propria libido. Mi sembra un evento esageratamente efferato, inspiegabile.
Da scrittrice a editrice. Quando e perché hai deciso di compiere questo passo e di fondare la Iris 4 Edizioni? Il mio amore rimane purtroppo solo e sempre il giornalismo. Non essendo più soddisfatta dal sistema dell’informazione dove avrei potuto fiondarmi?
La Iris 4 offre al lettore una catalogo molto variegato, ben dodici collane che spaziano dalla narrativa alla saggistica passando per la poesia. Sicuramente ce n’è per tutti i gusti, ma qual è il criterio adottato nella selezione? Quali caratteristiche deve possedere un manoscritto per essere pubblicato da questa casa editrice? In verità riceviamo moltissime proposte. Per la maggior parte si tratta di autori che “vomitano parole”, la larga scrematura è quindi d’ordinanza. Il ricevuto viene letto e criticato da tre persone e usiamo rispondere in ogni caso all’autore. Più che la forma è importante l’idea. È difficile puntualizzare oggi delle caratteristiche fisse.
Sempre più spesso si sente parlare di crisi dell’editoria, determinata anche dal fatto che in Italia sembrano esserci più scrittori che lettori. Quale la tua opinione in merito? Chi rovina l’editoria sono i cosiddetti “editori a pagamento” che nemmeno dovrebbero definirsi editori! E ancora, essendo arrivata in Italia la moda dello psicologo che convince il paziente a scrivere un diario, tutti scrivono! Amici e parenti dell’aspirante autore-paziente lo convincono poi che tratta di qualcosa di ottimo, di conseguenza ognuno sogna il proprio libro sullo scaffale. Ecco perché arrivano tante schifezze… perdite di tempo.
Cosa pensi dell’avvento dell’editoria elettronica e come ti rapporti a questa realtà? Personalmente trovo che il libro sia insostituibile, soprattutto per la cultura europea. Ho del resto sempre sostenuto che in Italia l’i-book avrebbe attecchito poco. E così è. Stando alle ultime statistiche la percentuale di diffusione nazionale è dell’1%.
Sogni nel cassetto e progetti per il prossimo futuro? Mi sono vista costretta a ridimensionare i miei sogni… Il governo Berlusconi ha buttato alle ortiche la normativa legata alla costituzione della Picc. Soc. Coop. Arl convogliandola nelle cooperative generiche. Un disastro! Come si può paragonare chi fa libri a chi fa formaggi? Sono costretta proprio in questi giorni a rifare tutto dal notaio e a trovare soci-lavoratori (che amino l’editoria) disposti a mettersi in gioco. Il mio sogno nel cassetto è quindi di trovare le persone giuste.
E per saperne di più...
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