è con grandissimo piacere che vi presento oggi l'intervista a Rhiannon Frater, scrittrice americana di Austin, Texas, autrice della saga horror zombie As The World Dies, della quale è stato pubblicato in Italia lo scorso ottobre da Delos Books il primo volume The First Days (titolo italiano: Il Primo Giorno, QUI la mia recensione pubblicata sul nostro blog). La storia di Jenni e Katie e della loro lotta per la sopravvivenza in un mondo che (letteralmente) muore, infestato da un'epidemia che trasforma le vittime in zombie antropofagi, mi ha talmente preso che ho già acquistato il secondo volume in iglese, fresco fresco di stampa dalla Tor. In attesa quindi di tenervi aggiornati sull'evoluzione della saga, ecco qui di seguito la nostra autrice, che ringrazio ancora una volta per gentilezza e disponibilità, in tutto il suo splendore. Enjoy!
INTERVISTA
1. Ciao Rhiannon, ti diamo il benvenuto sul nostro blog Diario di Pensieri Persi! Vorresti presentarti ai lettori italiani che già hanno letto i tuoi libri, o che si apprestano a farlo? Mi chiamo Rhiannon Frater e sono nata e cresciuta inTexas. Sono sposata e vivo ad Austin. Amo scrivere da quando ho imparato a farlo e sono appassionata di horror. In questo ho preso da mio nonno.
2. Qual è il tuo rapporto con la scrittura e cosa significa per te? Quando hai scoperto di avere questa passione? Cosa fai di solito mentre scrivi, segui un particolare processo creativo? Ho iniziato a raccontare storie da quando ho imparato a parlare. E quando ho imparato a scrivere, ho iniziato a metterle su carta. Fin da quando ero molto piccola, per me i libri rappresentavano portali magici verso altri mondi. Non vedevo l'ora di imparare a leggere. Ho veramente un'immensa passione per la lettura e per la narrazione. Diventare scrittrice per me è stato solo il compimento di un processo naturale. Non seguo un particolare processo creativo, mi limito ad accendere lo schermo della mia mente e a osservare quello che accade. A volte quando trovo difficile concentrarmi ascolto musica che sia compatibile con il tipo di storia che sto raccontando. 3. Quali sono gli autori che hanno ispirato il tuo stile, o che ami di più? Vorresti consigliarci alcuni libri che hai letto di recente e che ti hanno sorpreso in modo positivo?4. Da dove è nata l'idea che ti ha ispirato a scrivere la serie As the World Dies? E come mai hai deciso di scrivere una serie che parla di zombie? Non è stata una scelta consapevole. A dirla tutta, erano probabilmente gli ultimi mostri dei quali avrei voluto scrivere. Ma un giorno, mentre ero al lavoro, mi si è presentata alla mente un'immagine molto nitida, ovvero Jenni in piedi all'esterno della porta di casa, che fissava delle piccole dita che premevano sotto la porta cercando di raggiungerla, e voilà! Ecco una storia sugli zombie! Così ho scritto un racconto breve e l'ho chiamato “Piccole dita” e l'ho postato online. La reazione è stata buona e così ho iniziato a scrivere una serie online che è diventata piuttosto lunga e che ha attratto moltissimi fan. Posso dire che alla fine è stata la storia a scegliere me, non il contrario.
5. Come presenteresti Il Primo Giorno ai potenziali lettori? È una via di mezzo tra Thelma and Louise e L'ombra dello scorpione, ma versione zombi.
6. Quale dei due personaggi principali (Jenni o Katie) rispecchiano meglio alcune caratteristiche della tua personalità? Nessun personaggio del libro mi rappresenta, o mi somiglia. Anche mio marito da la stessa risposta ai miei fan quando gli chiedono quale personaggio mi rassomigli. E lui dovrebbe saperlo! Ognuo di essi rappresenta un frammento della mia immaginazione iperattiva. Detto questo, mi piacerebbe assomigliare a Katie. Stimo molto la sua forza e la sua abilità nel mantenere la calma durante le situazioni più difficili. Mentre scrivevo, ho provato spesso il desiderio di abbracciare Jenni. La sua storia mi ha commosso molto.
7. Parlando di personaggi, qual è il tuo rapporto tipico con loro? Sei solita guidarli dove desideri o in qualche modo prendono vita guidando la tua mano?
8. Hai paura di fantastmi, vampiri, zombie e simili? Credi che scrivere storie di “mostri” costituisca un modo di esorcizzare le proprie paure? In realtà ho paura degli squali e dei pagliacci, per cui le creature fantastiche costituiscono per me un modo “sicuro” per spaventarmi senza essere realmente in pericolo. I vampiri erano gli spauracchi della mia infazia, per cui iniziai a scrivere storie su di loro per esorcizzare le mie paure. Gli zombie infestano i miei incubi, ma scrivere di loro non ha fatto che renderli ancora più terribili!
9. Zombie e vampiri sono un tema molto in voga nella letteratura contemporanea. Come scrittrice, quali trend ti aspetti o prevedi vadano per la maggiore in futuro? Vorresti confrontarti con un genere diverso? Il mondo dell'editoria cerca sempre di prevedere quale sarà il prossimo argomento in voga. Ho sentito gente affermare che saranno i lupi mannari, gli angeli, gli angeli caduti, le sirene e i fantasmi. Non ne ho veramente la più pallida idea. Di solito scrivo su temi per me intriganti. Potrebbe trattarsi sia di un mostro tradizionale sia di uno tutto nuovo. Credo che la fantascienza potrebbe essere un genere con il quale mi potrei divertire a sperimentare, ma probabilmente finirei col tirare fuori qualcosa di spaventoso stile Alien.
11. Quali sono secondo te gli aspetti più impegnativi e quelli più gratificanti della scrittura? La parte più difficile è finire un libro! Come la maggior parte degli scrittori, inizio a scrivere ogni romanzo piena di energia che può subire dei cali a mano a mano che vado avanti. Dare una nuova spinta al proprio interesse per la storia a volte può essere difficile quando ce ne sono altre che cercano di affacciarsi nella tua mente ed è necessario un grande sforzo di volontà per concentrarsi sulla storia originaria e riuscire a ignorare le altre. Il momento più gratificante per me è quando qualcuno mi racconta quanto è stato importante per lui un mio libro e che ormai pensa ai miei personaggi come a dei cari amici. Questo fa sì che tutte le lacrime e il sangue versati mentre lo scrivevo sono valsi a qualcosa.
12. Hai qualche hobby? Cosa ti piace fare nel tempo libero? Mi piace leggere, fare torte e cucinare, giocare ai video game, guardare film e spettacoli televisivi, fare shopping con le amiche, e ballare al goth club.
13. L'ultimo libro della serie As the World Dies sarà la sua reale conclusione? Credo che in qualche modo dipenderà dai lettori. Le vendite determineranno se l'editore vorrà pubblicare altri libri della serie. Anche se mi sento soddisfatta della serie così com'è, non si può mai dire, forse un giorno potrei scrivere un altro libro ambientato nello stesso scenario.
14. Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi darci qualche anticipazione?
15. Ti ringraziamo molto per aver accettato il nostro invito. È stato un vero piacere per me intervistarti! Vorresti aggiungere qualcosa prima di salutarci? Sono veramente felice che Il Primo Giorno sia stato pubblicato in Italia e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensano i lettori italiani. Una parte della mia famiglia emigrò dall'Italia molto tempo fa, per ho un vero e proprio debole per questo Paese.
INTERVIEW 1. Dear Rhiannon, welcome to Diario di Pensieri Persi! Would you like to introduce yourself to the Italian readers who read your books, or who are going to read them soon?
My name is Rhiannon Frater and I was born and raised in Texas. I’m married and live in Austin. I’ve been writing since I learned how to write and I love scary stuff. I take after my grandfather in that regard.
2. Which is your relation with writing and does it mean to you? When did you discover this passion? What do you usually do when you write, do you follow a particular creative process?
When I learned to talk, I started telling stories. When I learned to write, I started writing stories. Ever since I was very small I understood that books were magical portals to other worlds. I couldn’t wait to learn to read. I have a strong passion for reading and storytelling. I think it was only natural that I ended up being a writer. I have no particular creative process other than turning on the movie screen in my mind and seeing what plays out on it. Sometimes it’s a little hard to concentrate, so I listen to music that fits the mood of the story I am telling.
3. Which are the authors who have formed your style or that you love the most? Would you recommend some book you've read recently and that positively surprised you?
My influences are the Bronte sisters, Bram Stoker, Agatha Christie and Victoria Holt. I did not discover modern horror until my teens and I love a lot of Stephen King’s early works. I can’t say any particular writing influenced my style. I think my style developed over years of writing my own stories. I have plenty of unpublished manuscripts in my closet. It takes time to develop your own distinctive voice. As for a book that just floored me with its brilliance…Jenny Pox by JL Bryan. That book is absolutely amazing and I couldn’t read it fast enough. The two sequels are just as good and I just loved the entire world he created. Jenny Pox is probably my favourite book I’ve read all year. 4. Where did you find the idea which inspired you the As the World Dies series? And, why did you choose to write a series about zombies? I didn’t choose to write about zombies. In fact they were probably the last monster I wanted to write about. But one day at work I had a very strong image come to mind of Jenni standing on her front porch staring down at the tiny fingers pressed under the front door straining to reach her and there it was! A zombie story! So I wrote the first small piece and called it “Tiny Fingers” and posted it online. It had a very good reaction and soon it ended up a very long online serial that gained a huge fanbase. The story definitely picked me.
5. How would you introduce The First Days to your potential readers? It’s like Thelma and Louise meets zombies in The Stand.
6. Which one of the main characters (Jenni or Katie) can you affirm to reflect better some aspects of your personality? None of the characters of the book are me, or are based on me. Even my husband tells my fans when they ask that none of my characters resemble me. And he should know! They are all figments of my overactive imagination. That being said, I would like to be more like Katie. I really like her strength and ability to maintain calm in terrible situations. While writing the story, I always wanted to hug Jenni. She broke my heart.
7. Talking about characters, how is your standard relationship with them? Do you usually guide them wherever you want or do they somehow come to life driving your pen? My characters just appear in my mind’s eye. They can spring to life at the weirdest times. Someone’s voice in a store or restaurant can inspire the sudden birth of a fully-formed character in my head. When I see these characters, I always ask, “Who are you?” They usually have all the answers. I also like the discovery of these characters: their motivations, their fears, their quirks, etc. Sometimes there is something unique about the character that I have to research to understand: Katie’s bisexuality and Jenni’s battered wife syndrome comes to mind immediately. Sometimes I get really angry at characters for the choices they make, but if the action makes sense for that character I don’t ever fight it. A well-drawn character should have a mind of its own.
8. Are you scared of ghosts, vampires, zombies and similar? Do you think that writing about “monsters” is a way to exorcise one’s fears? I am afraid of sharks and clowns in my real life, so fantastical creatures are a “safe” way to be scared, but not get hurt. Vampires were the bogeymen of my childhood, so I do feel I started writing about them to assuage my fear. Zombies do haunt my nightmares, but writing about them only made those nightmares worse!
9. Vampires and zombies are a huge trend in literature in this moment. As a writer, which trends do you expect or foresee for the future? Is there a different genre you would like to experiment with? I think the publishing world is always guessing about the next big trend. I have heard people say it’s going to be werewolves, angels, fallen angels, mermaids and ghosts. I really have no idea. I write about what I am intrigued by. That may be a traditional monster or a whole new one. I think science fiction would be a fun genre to experiment with, but it would probably end up horror/sci-fi like Alien.
10.You had the chance to self-publish your novels and then to have an agent and be published by TOR, one of the most famous publishing houses for sci-fi and fantasy genres. First of all, congratulations for your courage and your success, you really do it, and you were great! Then, I would like to ask you, which was in your opinion the most difficult moment during the publishing process of your books, and which was the easiest one? Revising the books for the Tor editions was very difficult in some regards. For SIEGE I had to cut out more than 60,000 words. Yet, at the same time it was quite liberating to slice it down. I had written the story online as a serial and sometimes I wrote entries just to write something on a particular day. I also wrote some stuff just to make the fans happy. By revising SIEGE, I was able to cut away all the excess and make the book a lot meaner. It also more closely resembles my original vision of the story that I deviated from when I allowed fan opinion to sway me too much. The easiest part of the process, yet the most nerve-wracking is when I read the final version of the book after it has been formatted for publication and I get a good look at what the interior will look like. It’s my last chance to spot any mistakes.
11. Which are in your opinion the most challenging and the most rewarding aspects of writing? Finishing the book is the hardest part! Like most writers, I start each book with a burst of energy that sizzles out over time. Reigniting your passion for the story can sometimes be a challenge when you have other stories wanting to be born. It takes a lot of willpower to concentrate on the story you started and ignore the other ones. The most rewarding aspect is when someone tells you how much your book meant to them and how they regard your characters as dear friends. That makes all the blood, sweat and tears of the writing process worth it.
12.Do you have any hobbies? What do you do in your spare time? I like to read, bake, cook, play video games, watch movies and TV shows, shop with friends, and dance at the goth club.
13.Will the last book of As the World Dies draw a final curtain on this series? I suppose that is up to the readers in a way. Sales will determine if the publisher wants any more books in the series. Though I’m very happy with the series as it is, I would not say never to maybe one day writing another book in that world.
14.Which are your future projects? Can you tell us some news? I have some books that are self-published and some that are published by a small press. I have two vampire series, one modern day (PRETTY WHEN SHE KILLS), the other is gothic horror set in the early 1800’s in Eastern Europe (THE TALE OF THE VAMPIRE BRIDE and THE VENGEANCE OF THE VAMPIRE BRIDE). Both series are doing very, very well. I wrote a zombie book for kids between the ages of 8 and up called THE LIVING DEAD BOY AND THE ZOMBIE HUNTERS. It has been optioned for film and everything is ready to go on the project. The producer is just looking for financing at this point. It’s a really solid zombie tale that adults like, too. I am currently working on a futuristic zombie novel, sort of Blade Runner meets 28 Weeks Later. I’m very excited about it and my agent and I are hoping that one of the best publishers in post-apocalyptic fiction picks it up. And my editor at Tor and I just discussed some of my book ideas and she’s pretty keen on one particular one. I think I’m pretty sure what I will be writing for Tor next.
15. Thank you very much for having accepted our invite. It was a real pleasure for me to interview you! Would you like to add something before saying goodbye? I am extremely pleased that there is an Italian version of THE FIRST DAYS and I’m excited to hear from the Italian readers. A branch of my family emigrated from Italy a very long time ago, so Italy has a soft spot in my heart.