In questo primo giorno di "ritorno all'attività", non potevo non presentarvi l'intervista fatta (qualche tempo fa, ormai!) ad un'autrice che ho imparato ad amare grazie a "Un uso qualunque di te" edito Giunti.
Di chi sto parlando? di Sara Rattaro, naturalmente!
Enjoy!
E) Ciao Sara! Anzitutto grazie per aver accettato questa intervista: è un piacere averti qua, sul Diario! Prima domanda: SARA E LA SCRITTURA - ma tu perché scrivi?
S) Perchè non ne posso fare a meno. Scrivo da quando era ragazzina ed è sempre stata una cosa molto personale e intima, poi è arrivata la voglia di essere letta, un passaggio delicatissimo che comprende l'accettare che gli altri vedano e giudichino il tuo mondo pìù intimo e così è arrivato il mio primo romanzo "Sulla sedia sbagliata" e da lì è stato tutto più facile...
Scrivo perchè mi emoziona. Sono lusingata e stupita di essere letta ma non scrivo per il lettore, lo faccio per lo stato d'animo in cui vengo trascinata quando attraverso le storie che racconto.
E) SCRITTORI: ognuno di noi ha un autore/autrice del cuore, qualcuno in grado di parlare alla nostra anima, sussurrandoci le parole giuste nel momento più opportuno. il tuo? Ha influito, anche se solo parzialmente, sul tuo modo di scrivere?
S) Adoro Jodi Picoult. Mi incolla lle pagine e vorrei tanto essere così brava ma non credo di essere stata influenzata nel mio modo di scrivere, ne da lei ne da altri. Io scrivo nello stesso modo in cui raccontarei a voce. Poi cerco di correggere gli errori!!!
E) PROCESSO CREATIVO: ti è mai capitato di avere la pagina del laptop bianca davanti ai tuoi occhi e non riuscire a scrivere? Come superi questi momenti?
S) Non scrivo e basta. Non deve mai essere un obbligo ne un lavoro. Il tempo e la voglia di scrivere ti trovano sempre e in quei momento non puoi fare altro. In tutti gli altri momenti ti puoi dedicare al resto della tua vita...
E) ISPIRAZIONE: Come nasce "Un uso qualunque di te"? C'è stata una particolare situazione/emozione/ stato d'animo alla base di questo libro? Un quid specifico ha dato il via al processo creativo? Ti va di parlarcene?
S) E' una storia che mi è asplosa nella testa in un attimo e ne ho subito saputo l'esatto corso, forse è per questo che arriva forte e impetuosa al lettore (riporto quello che mi dicono i lettori) perchè ha emozionato e strapazzato me per prima. Nessuna ispirazione a fatti accaduti o persone conosciute. E' pura fantasia.
E) VIOLA: una madre, una donna, una moglie. Insicura, fragile, isolata dalla sua stessa famiglia è un personaggio "alla ricerca della propria redenzione" che otterrà, cancellando anni di menzogne e tradimenti. Ma chi è davvero Viola? Vittima o carnefice?
S) Entrambe. Credo che Viola sia la massima espressione della femminilità, appartiene un pò ad ogniuna di noi. A volte è ingenua e fragile, altre risoluta e scaltra. E' una donna con la D maiuscola, pericolosa e alleata. Viola sa amare molto ma solo a modo proprio ed è per questo che non si incastra con il mondo perchè in questo mondo per essere accettato devi saper amare in un solo modo così se non ci riesci fingi, racconti bugie, scappi, inventi storie e ti infili nei guai.
E) AMORE: che cos'è l'amore secondo Sara Rattaro?
S) Come mi piacerebbe dare una bella risposta a questa domanda. E' difficilissimo definire l'amore credo che una vita non basti. Più invecchiamo più le nostre sicurezze e i punti fermi su cui ci siamo sempre appoggiati scricchiolano e si frantumano. paradossalmente siamo più sicuri nel descrivere l'amore e i sentimenti che ci legano a che ci sta vicino quando siamo piccoli e non ne conosciamo il vero significato.
E) REALTA' PARALLELE: Si dice che per un autore sia difficile scrivere qualcosa di convincente senza poterle ricondurle al proprio vissuto. Quanta parte di te è presente nel tuo lavoro?
S) C'è tutto e niente. E' una storia inventata ma io sono stata Viola, Carlo, Luce, Angela e persino Nadiria mentre li facevo vivere. Ho scavato dentro e ascoltato fuori e ho provato a descivere le loro emozioni e i loro punti di vista. e quando ti metti altri panni ti accorgi come le cose possano essere diverse e la verità abbia sempre un'altra faccia.
E) SINTESI: Con quale parola, concetto o citazione spiegheresti, a chi ancora non ha letto "un uso qualunque di te" il tuo libro?
S) Citando Pietro Cheli direi "Un racconto pieno di smarrimento e disperazione che diventano energia"