Magazine Arte

Intervista a Sigfrido, fondatore della pagina "I mille quadri più belli di tutti i tempi"

Creato il 18 agosto 2014 da Artesplorando @artesplorando
Continua la nostra scoperta di divulgatori d'arte. Oggi conosciamo Sigfrido, fondatore della pagina fb "I mille quadri più belli di tutti i tempi", pagina che ormai vanta più di 300.000 fans.Vorrei che per cominciare ti presentassi Sigfrido: chi sei, quali studi fai o hai fatto, quando e perchè hai iniziato a pubblicare su una pagina fb, e qual è lo scopo, la missione, il fine che ti sei prefissato (se ne hai uno).
Mi chiamo Sigfrido e sono il fondatore della pagina nata nel novembre 2011. Ho studiato psicologia e sono padre di famiglia. Sono appassionato di pittura da sempre e tutto è partito per condividere questa passione.Il nome della pagina e l’immagine di copertina ne raccontano già la missione se così vogliamo dire. Dopo oltre due anni e mezzo, dopo una lunga evoluzione legata sia alla crescita in termini di seguito di fans sia alla stretta collaborazione con molte persone che hanno contribuito con me a farla crescere, mi pare che si possa tornare al punto di partenza. Quel “1000 quadri” significa voler selezionare un numero simbolicamente grande di opere che hanno segnato la storia dell’arte di “ogni tempo”. Quel “più belli” riporta invece ad una dimensione ludica ma anche al gusto personale di chi seleziona le opere. Ci sono tanti libri,  di pittura, di musica, di cinema ecc. che raccolgono 1000 schede di opere da non perdere, ad esempio  “1000 dischi imprescindibili”,  “1000 film da vedere almeno una volta nella vita” ecc. Sono volumi che hanno l’obiettivo di dare una panoramica introduttiva ad una disciplina attraverso alcune opere chiave, spesso trovando un compromesso tra valenza storica e accessibilità ad un pubblico vasto. Con tutti i limiti del caso è un modo per iniziare un viaggio, per cominciare ad addentrarsi nella materia.Questo in sintesi è lo scopo, senza velleità, di questa pagina. Mi piace l’idea che qualcuno possa appassionarsi alla pittura e all’arte in senso più lato, attraverso di noi e che poi possa approfondire altrove i generi e gli artisti più in sintonia con la propria sensibilità. L’immagine di copertina invece è la “notte stellata” di Van Gogh, il quadro più ricercato su google. Questo significa che il nostro non è un lavoro di nicchia. Partendo da un’opera celeberrima però possiamo far scoprire ai nostri utenti che Van Gogh ha dipinto moltissimi altri capolavori oppure condurli per mano alla scoperta di artisti meno conosciuti. Il web da questo punto di vista ci aiuta molto. Setacciando la rete diventano accessibili più facilmente opere conservate dall’altra parte del globo o appartenenti a collezioni private e quindi raramente presenti nei manuali e nei libri d’arte. E’ una scoperta continua, che si rinnova ogni giorno: grazie a questo viaggio nella pittura abbiamo  pubblicato  oltre 10.000 opere. 
Qual è il tuo rapporto, il tuo approccio con il luogo per eccellenza che custodisce le opere d'arte, cioè il museo: sei più da "turistodromo" o preferisci piccoli musei poco frequentati e quale ti sentiresti di consigliare ai lettori di Art'esplorando.
Sono un assiduo frequentatore di musei, grandi e piccoli che siano. Pianifico da diversi anni i miei viaggi anche in funzione delle pinacoteche che potrò visitare.  Porto come esempio il mio più recente viaggio all’estero, a Monaco di Baviera. Ho visitato il quartiere dei musei dove si trovano quattro musei che spaziano dall’arte antica al contemporaneo. Poi, fuori dal circuito turistico principale, sono andato a visitare la villa museo di Franz Von Stuck, pittore simbolista.
Che rapporto hai con le mostre? oggi spesso diventano eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza. Quali sono le mostre che preferisci e se vuoi fai un esempio di una in particolare che ti ha colpito.
Il riferimento a Goldin, il curatore e organizzatore di mostre come “La ragazza con l’orecchino di perle” ed altre mostre di enorme impatto mediatico e seguito di pubblico in questi casi è d’obbligo.L‘approccio di Goldin e della sua società  “Linea d’Ombra” è spesso criticato dagli addetti ai lavori. Io ho una posizione intermedia in merito. Sono d’accordo con chi sostiene che una mostra dovrebbe essere il terminale di un lungo lavoro di studio e il catalogo rappresentarne la testimonianza finale, un saggio che arricchisce la storia dell’arte. Le mostre di Linea d’Ombra non hanno questa ambizione, seguono piuttosto un filo emozionale, accostano in modo talora forzato le opere più disparate che, va detto, sono spesso capolavori.Riconosco però a Goldin la capacità non comune di raccontare l’arte e renderla accessibile ad un pubblico molto vasto. Le sue capacità  mediatiche sono fuori dal comune. Tramite la sua organizzazione riesce a far crescere l’attesa per una mostra come per un grande concerto rock; trasforma la “ragazza con turbante” in una star.  Il rischio naturalmente è quello di una eccessiva spettacolarizzazione dell’arte che si trasforma in un rito collettivo, in un’occasione per dire “io c’ero”.  A chi rivolge solo critiche a Goldin suggerirei però di studiare la sua capacità imprenditoriale, di marketing e di comunicazione, un  know how che potrebbe valorizzare anche progetti di maggiore spessore scientifico, storico e culturale. 
Se fossi il ministro dei Beni Culturali e il Presidente del Consiglio ti desse carta bianca, quale sarebbe il tuo primo provvedimento?
Più che un provvedimento secco il mio sarebbe intanto un auspicio: innalzare le competenze e la passione per l’arte in modo trasversale tra tutti i cittadini italiani Come ottenerlo? Portando l’arte più al centro degli obiettivi del governo. Le spese per la difesa ad esempio sono enormemente più alte in Italia di quelle destinate alla cultura; meno F16 e più arte per farne uno slogan.Il lavoro di Governo andrebbe fatto di concerto tra Istruzione, Beni Culturali, e Turismo: alzare l’amore e la conoscenza per l’arte partendo dall’istruzione; valorizzare i beni culturali e promuovere il turismo anche aprendo al marketing culturale.
Cosa proporresti di leggere a una persona che si avvicini per la prima volta alla storia dell'arte? un testo scolastico, un saggio, una monografia.
Testi classici come la “storia dell’arte” di Gombrich restano un buon modo per approcciare la materia.
Arriva il Diluvio Universale e tu hai la possibilità di mettere qualche opera d'arte nell'arca di Noé, quali sceglieresti?
Ce ne sarebbero tante. Un dipinto che ho sempre amato è un tondo, la “Madonna della seggiola” di Raffaello. In mezzo al diluvio, alle intemperie della vita,  quell’abbraccio sublime resta un rifugio altissimo.Quello sguardo di intensità  sovrumana ci dice che non saremo mai soli.
Con quale artista (anche non più tra noi!) ti sentiresti di uscire a cena o a bere qualcosa? e perchè?
Direi Rembrandt che trovo il più grande dei pittori. Cercherei di capire da dove attingesse la capacità  non solo tecnica di dipingere in quel modo ma anche da dove provenisse la sensibilità di cui era capace nel ritrarre l’essere umano.
Oggi in TV e alla radio non c'è molta arte, e cultura in generale. Tu cosa consiglieresti di guardare (o ascoltare) al lettore di Art'esplorando. Può anche essere un programma non prettamente d'arte, ma al cui interno ci sia un'approfondimento artistico. In onda ora, ma anche nel passato(ovviamente valgono anche le web-tv).
Trovo Philippe Daverio gradevole  e simpatico. Basta cercare su youtube.
In un ipotetico processo alla storia dell'arte tu sei la difesa, l'accusa è di inutilità e di inadeguatezza ai nostri tempi, uno spreco di tempo e di soldi. Fai un'arringa finale in sua difesa.
Processare l’arte significa processare la parte più alta dell’essere umano, quel suo essere creativo e generativo che a mio parere è il significato stesso del percorso dell’umanità. Semplicemente non vorrei mai arrivare a quel punto! 
Concluderei con una bella citazione sull'arte, quella che più ti rappresenta! 
Van Gogh, un altro artista tra i miei preferiti , riguardo  alla “Sposa ebrea” un dipinto di Rembrandt disse: “datemi un bicchier d’acqua e un pezzo di pane e vivrò una settimana davanti a quel quadro”Detto da un artista che ha consumato la sua stessa vita per l’arte è una dichiarazione impressionante e a mio parere di una verità assoluta. Possiamo togliere tutto alla nostra vita, ridurre all’osso i bisogni primari e materiali, ma togliere l’arte significherebbe annullare ciò che di più profondo e spirituale appartiene all’essere umano.
Grazie ancora a Sigfrido per la disponibilità e a tutti i miei lettori consiglio di andare a scoprirla seguendo il link: "I mille quadri più belli di tutti i tempi".Alla prossima intervista!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :