AT : Ciao Stefano, bentornato su Fralerighe. Come vedi ci siamo trasferiti sul blog. Ci faresti un complimento assai ruffianiello stile Anthony? “Non per essere ricchione”, direbbe uno dei tuoi a scanso di equivoci…
SP : I complimenti non si fanno mai su richiesta. E poi non ho neanche le vostre foto. Come faccio? Vi faccio un grosso in bocca al lupo.
AT : Ma Anthony in questo romanzo non c’è. A proposito, mi viene da chiederti: di lui non sapremo più niente?
SP : Al momento non so rispondere. Vorrei la domanda di riserva.
AT : Parliamo dei presenti, va, che dicono che parlare alle spalle sia cattiva educazione. Che ci dici dello Zio? Di Gessica? E di Germano?
SP : Lo Zio stavolta è alle prese con un inseguimento, più che con una fuga. Deve trovare chi l’ha tradito, e fargliela pagare. Ma per trovare il suo traditore dovrà evadere dal carcere di Poggioreale, anche detto “Poggi Poggi”. Ad aiutarlo ci sarà un manipolo di delinquenti un po’ sfigati.
AT: Ci sono diversi personaggi nuovi di un certo spessore: Erripò, Stiv Ciops e l’inquietante Hello Spank, tanto per fare tre nomi. Li presenteresti ai nostri lettori?
SP: Erripò è il troncamento di Harry Potter. Lui è una specie di maghetto della camorra, ha seri problemi con la cocaina (praticamente se ne nutre), e una questione pseudoaffettiva mai del tutto risolta. Vecchi ricordi di una famiglia particolare. La sua, appunto. Stiv Ciops è uno smanettone dei computer, un geniaccio dell’informatica al servizio del clan con una pancia oversize e una passione per le amfetamine. Hello Spank è il macchinatore supremo, è quello che fa affari con tutti i clan riuscendo a non farsi ammazzare, è il re della trattativa. Spesso tratta con la vita delle persone.
AT : A distanza di qualche mese dalla pubblicazione, che ci dici? Sei soddisfatto dell’andamento di questo nuovo romanzo?
SP : Sì. Mi hanno scritto (e continuano a scrivermi) in molti. E’ per questo che qualche volta ci metto parecchio a risponderti, non è che me la tiro.
AT : Lo Zio è sbarcato all’estero.
Hai notizie da darci? Come si sta trovando in Germania? Soffre il freddo? Gli manca la pizza?
SP : L’edizione tedesca uscirà in primavera per Dumont Buchverlag, un grosso editore che pubblica fra gli altri Haruki Murakami e Margaret Mazzantini. Lì il mercato è ottimo, e ho idea che pur patendo la crisi dell’editoria, si muova su numeri e cifre diverse dalle nostre. Il pubblico tedesco potrebbe avere un’interesse particolare a leggere il mio primo romanzo, Nel nome dello Zio, perché parla anche delle cosche calabresi, e di una in particolare che porta un cognome a loro noto per i fatti di Duisburg. Certo, io ne racconto inventando, e soprattutto ridendo. Chissà come la prenderanno.
AT : Come t’è venuta in mente l’idea della Smooth Disco? E la figura di Mareliér?
SP : La smooth disco l’ho pensata in totale autonomia, salvo poi scoprire che esiste davvero in qualche parte nel mondo. Questo mi fa pensare che come imprenditore non sarei un granché: non arrivo abbastanza presto, quando il mercato è ancora vergine, e neanche abbastanza tardi, quando si è consolidato. Meglio continuare a scrivere. Per il resto, Marelièr fa il “ladro di mare”, ruba ettolitri di acqua di mare col suo furgoncino e la distribuisce ai pescivendoli napoletani che la usano per rinfrescare il pescato. Quello del ladro di madre è un “mestiere” che esiste davvero. I giornali ne hanno scritto più volte, anche se gli articoli non hanno avuto grande risonanza.
AT : Qual è, a tuo avviso, la differenza più grande tra “Nel nome dello Zio” e “Voglio solo ammazzarti”?
SP : A parte la trama, che racconta di un viaggio (nel primo c’è la latitanza dello Zio, ma non è descritta come un viaggio, piuttosto come la permanenza in un luogo sconosciuto lontano da casa), e di personaggi nuovi, quello che cambia è il tipo di scrittura. Non sono la persona più adatta a dirlo, perché il romanzo l’ho scritto io, ma fra il primo e il secondo libro ho subito molto il fascino di alcuni autori stranieri che mi hanno influenzato. Uno di questi è Don Winslow. Il fatto che l’esergo sia tratto da un suo romanzo non è un caso.
AT : La colonna sonora di “Voglio solo ammazzarti”?
SP : Lose yourself, di Eminem.
AT : Secondo te, la gente nutre troppe aspettative “sociali” nei confronti dei romanzieri? È una mia impressione, o c’è sempre qualcuno pronto a sbucare dal nulla e dire: “io credo che i romanzi debbano fare questo e quello”? Secondo te in Italia manca un po’ il concetto semplicissimo di “romanzo = intrattenimento”, proprio come un film?
SP : Sì, troppa gente si aspetta risposte dai romanzi, consigli su come vivere, su come indirizzare la propria coscienza, su come educare i giovani alla legalità. Questo, però, non c’entra niente con la letteratura, che è fatta in gran parte da personaggi negativi, da antieroi, da rifiuti della società. Se buttassimo via tutti i film e tutti i romanzi che celebrano eroi negativi, le nostre biblioteche farebbero una fine misera. Non dico che la morale e la pedagogia non debbano far parte di un testo letterario, ma assolutamente non devono esserne il cardine, altrimenti è la fine.
AT : Ci sarà un terzo romanzo per questa “serie” (ammesso che due romanzi possano essere definiti serie)?
SP : Ripeto, al momento non so rispondere.
SP : Dipende da come vieni attinto, in che parte del corpo. Ma perché mi fai questa domanda? Non sono scaramantico, però…
AT : Dopo aver fatto questa domanda è evidente che non ho molto altro da dire… Progetti per il futuro?
SP : Intanto mi sto concentrando sul testo del nuovo romanzo, che uscirà a fine estate e sarà ambientato in un paesino inventato. Non parlerà di criminalità, di camorra, di latitanti. Niente di tutto ciò. Mi allontano sia geograficamente che concettualmente dalle zone che ho già frequentato. La storia si svolgerà in un piccolo centro urbano: tremila anime, e una gran voglia di farsi i cavoli altrui. Mi piaceva l’idea di mettere insieme una grande intimità, come può essere quella di un paesino microscopico, e una grande violenza, come è quella che si riverserà nelle strade. Sono un fan di David Lynch e di Twin Peaks.
AT : In bocca al lupo per tutto, ciao!
SP : Ciao, fai buone cose. Grazie, e lasciamo stare il lupo.
Stefano Piedimonte e Aniello Troiano