1) Ciao Andrea e grazie della disponibilità. Come è nata l'idea Sinba? Facciamo un po’ di storytelling
L'idea è nata durante i primi anni del liceo, quando giravo con il portafoglio perennemente vuoto e con in tasca il mio Nokia 3310 con sopra diversi euro di ricarica gentilmente offerti da mio padre.
Spesso mi capitava di non avere soldi a sufficienza per una birra o un pacco di sigarette, pur avendo i soldi necessari all'acquisto proprio lì con me; dentro alla sim del mio telefono. All'epoca come soluzione proponevo di fare una telefonata di pari importo rispetto a quanto da me dovuto, ma non funzionava molto spesso, e sognavo un metodo che mi permettesse di usare quei soldi per i miei acquisti quotidiani.
3 o 4 anni più tardi, quando comprai il mio primo iPhone e capii le enormi potenzialità del primo vero smartphone in commercio, nella mia testa, quella che fino a qualche anno prima era solo un sogno, iniziò a diventare un'idea realizzabile. L'iPhone aveva tutto: per prima cosa aveva la possibilità di installare applicazioni di sviluppatori esterni, aveva una fotocamera in grado di leggere i codice a barre dei prodotti e una connessione ad internet. Non mi serviva altro! e oggi a Sinba non serve altro per effettuare un pagamento; è sufficiente un qualsiasi strumento dotato di app store, una fotocamera ed una connessione ad internet (3G/4G o wifi).
Ovviamente da quando ero uno studente liceale ad oggi, la nostra idea si è evoluta. Innanzi tutto io ed il mio socio Alessandro abbiamo formato un team abbastanza completo, oggi composto da 6 persone, e abbiamo strutturato il progetto analizzando nel dettaglio il mercato. Durante questa fase ci siamo accorti di un paradosso e siamo partiti da questa considerazione. Tutti i negozi delle più grandi aziende concentrano molti dei loro sforzi, per attirare i clienti all'interno dei loro punti vendita.
Da metodi aggressivi, come le offerte ed i prodotti civetta, fino a metodi un po' più psicologici come ambienti sempre più confortevoli e le porte dei negozi sempre aperte, per non porre barriere tra il cliente ed il suo ingresso in negozio, lasciandolo libero anche solo di entrare a fare un giro. Ma poi tralasciano il punto più critico per ogni cliente, ovvero il momento del pagamento. Dalle mie parti c'è un detto che dice "a pagare e a morire c'è sempre tempo". Questo delinea come per le persone, pagare sia sempre delicato, e quindi deve essere reso il più semplice, veloce ed immediato possibile. Su questo, internet ed i siti di e-commerce, ci sono stati di grande aiuto. Quando acquistiamo online, ad esempio su amazon o una app a pagamento su app store, pagare equivale a premere un bottone. Non comporta fare coda attendendo il proprio turno da una cassiera, non comporta ricontrollare tutti i singoli prodotti che si stanno acquistando, o tirare fuori carte o contanti ed aspettare il resto dalla cassiera, sperando di non fare errori.
In Sinba ci siamo chiesti come rendere così semplici anche gli acquisti nei negozi fisici, unendo il mondo digitale ed il mondo reale in modo magico.
E ci siamo risposti in una maniera semplicissima. Con Sinba, infatti, l'utente inquadra i codice a barre dei prodotti, che in automatico vengono inseriti all'interno dell'app, e possono già essere imbustati. Per pagare è sufficiente premere un bottone e i soldi verranno scalati dalla carta di credito, bancomat o direttamente dal conto corrente. Sul display dello smartphone appare un codice che l'utente fa leggere ad un lettore ottico collegato al registratore di cassa e alla stampante per scontrini, posta in una corsia preferenziale lungo la barriera casse - una sorta di telepass dei pagamenti - che stampa lo scontrino o la fattura e permette così la regolare uscita dal punto vendita.
2) Il team in una startup è un fattore chiave determinante. Da chi è composto il vostro team?
Nel team siamo in 6 più altri 5 risorse esterne, che ci danno una mano ogni tanto:
Andrea Visconti: Ceo
Alessandro Bava: Cto
Francesco Rosso: Backends developer e security manager
Fabio Budai: iOS developer
Nicolas Paroldo: Web Designer
Marcello Granatelli: Esperto in sistemi di pagamento elettronico
3) SMAU 2014: cosa portate a casa da questa espereinza?
Le occasioni di networking delle fiere sono eccezionali. Smau in particolare, essendo una fiera molto verticale sul digitale e sull'ICT, l'abbiamo trovata molto utile per noi che abbiamo un'app per pagare nei negozi senza fare coda alla cassa, in quanto abbiamo incontrato molti operatori del settore interessati al nostro business.
I risultati che abbiamo ottenuto hanno superato di gran lunga la nostra aspettativa. Molte persone ci hanno detto che Smau non è più come una volta. Queste considerazioni le si sente dire spesso anche in altri ambiti, ma noi siamo talmente giovani che non sappiamo come fosse una volta il mondo o come fosse il clima che si respirava alle fiere. A noi interessa come è oggi il mondo, e come vogliamo che sia tra qualche anno. Ci stiamo costruendo il nostro futuro come lo hanno fatto i nostri nonni nel dopo guerra. La guerra ha distrutto tutto e i nostri nonni sono ripartiti da capo. Non gli importava di come fosse prima, se meglio o peggio. Per noi è la stessa cosa. Internet ha distrutto tutto, e lo ha fatto in accezione positiva. E adesso bisogna ricostruite tutto da capo tenendo conto della rivoluzione digitale, di internet, degli smartphone e delle nuove tecnologie.
Smau ha confermato questa nostra visione. Non so che aria si respirasse negli anni '90 a Smau, quello che so è che noi abbiamo respirato aria di cambiamento e ricostruzione nel 2014. Abbiamo visto startup e grandi aziende insieme per ricostruire. Le aziende "tradizionali" che non si sono rinnovate sono fallite o falliranno nei prossimi 5 o 10 anni. Per questo siamo contenti che molti piccoli e grandi operatori fossero presenti attivamente a Smau e siano passati a conoscerci al nostro stand, o che molti stiano aprendo le porte alle startup per fare ricerca e sviluppo, come ha fatto CheBanca! con il suo GrandPrix startup fintech program, perché significa che hanno ancora qualche possibilità di non fallire, e questo è un bene per l'economia del nostro paese.
4) Quali sono gli Scenari futuribili del progetto Sinba?
Abbiamo la testa (e il nostro DropBox aziendale) piena di idee per il futuro, ma in Sinba usiamo come mantra una frase che ha recentemente detto Johnny Ive, capo del design di Apple: “Puoi ottenere molto quando rimani concentrato su un obiettivo, e questo significa dire no anche quando tutte le tue ossa pensano sia un’idea fenomenale; ti svegli pensandoci ma continui a dire no, perché il tuo obiettivo è qualcos’altro”.
Al momento il nostro obiettivo, su cui dobbiamo restare concentrati, è quello dell'integrazione e beta testing ora in corso presso il nostro cliente di Torino. Entro Natale inviteremo a provare la nostra app sia gli investitori interessati ad investire in Sinba che i potenziali clienti interessati ad adottare la nostra piattaforma di mobile payment. Dopodiché inizieremo le nuove integrazioni con gli altri clienti, che per fortuna saranno veloci, grazie alla modalità Esay-to-Setup con cui Sinba si integra in maniera automatica al registratore di cassa dei punti vendita, senza modificare i sistemi gestionali dei nostri clienti e senza introdurre hardware.