Intervista ad Arianna, curatrice del blog "La sottile linea d'ombra"
Creato il 02 marzo 2015 da Artesplorando @artesplorandoPer l'ormai storica rubrica "C'è arte nella blogosfera" parliamo oggi con Arianna, giovane architetto e appassionata blogger d'arte!Vorrei che per cominciare ti presentassi, chi sei, quali studi fai o hai fatto, quando e perchè hai iniziato a scrivere il blog, e qual è lo scopo, la missione, il fine che ti sei prefissata diventando blogger.
Anche se il mio blog riguarda soprattutto l’arte, che è la mia grande passione, i miei studi scolastici sono stati piuttosto tecnici, infatti mi sono diplomata al liceo scientifico e laureata in architettura per il restauro al Politecnico di Torino l’anno scorso. A gennaio ho superato l’esame di stato ed il giorno dopo ho iniziato a scrivere su La sottile linea d’ombra, proprio per non rischiare di allontanarmi a quello che davvero mi incanta. Non avevo le idee molto chiare, ma sin da subito il mio scopo è stato di parlare di ciò che più mi piace e mi affascina, di condividere con altri i miei pensieri e, perché no, di dare degli spunti a chi si vuole avvicinare al meraviglioso mondo dell’arte. Non ambisco a creare un’enciclopedia, piuttosto mi interessa l’idea di stimolare la curiosità e di collegare l’architettura con la pittura ed il contesto in cui si inseriscono, arrivando a toccare il tema del viaggio.
Qual è il tuo rapporto, il tuo approccio con il luogo per eccellenza che custodisce le opere d'arte, cioè il museo: sei più da "turistodromo" o preferisci piccoli musei poco frequentati e quale ti sentiresti di consigliare ai lettori di Art'esplorando.
Posso affermare con sicurezza di apprezzare entrambe le tipologie, anche se per ragioni diverse. Adoro i musei, ho un debole per la loro tipica luce soffusa, per il brusio di sottofondo e per la possibilità di stare seduti a contemplare le opere esposte. Ovviamente per me è sempre stato un momento di grande soddisfazione quello in cui mettevo piede in un turistodromo, come il Louvre a Parigi e i Musei Vaticani a Roma, perché avevo l’occasione di ripercorrere tutta la storia dell’arte e di passare a salutare tutti i grandi maestri che in un momento o nell’altro mi hanno ispirato. Forse ultimamente preferisco però l’occasione di visitare i musei dedicati ad un solo artista, che riservano sempre delle piacevoli sorprese. Permettono di concentrarsi maggiormente sulla persona dietro le opere più celebri e di capire in maniera meno superficiale l’importanza e le emozioni che si vogliono trasmettere. Alcuni esempi di questo genere che ho particolarmente apprezzato? Il museo dedicato a Edvard Munch ad Oslo, che per me è stato una rivelazione, oppure quello di Marc Chagall a Nizza, di Juan Mirò a Barcellona, l’ala Turner alla Tate Britain di Londra e il Leopold Musem di Vienna che tratta soprattutto di Egon Schiele.
Che rapporto hai con le mostre? Oggi spesso diventano eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza. Quali sono le mostre che preferisci e se vuoi fai un esempio di una in particolare che ti ha colpito.
Questa è un’ottima domanda. Solitamente sono piuttosto scettica nei confronti di queste grandi mostre che vengono tanto pubblicizzate, perché molto spesso si utilizzano titoli e sottotitoli d’impatto per poi esporre del materiale riciclato che poco arricchisce il visitatore. Collegandomi al punto precedente, dirò che invece le esposizioni concentrate su un solo artista in generale mi piacciono, proprio perché permettono di vedere in una sola occasione un bel numero di opere che spesso sono sparpagliate per il mondo oppure nelle collezioni private. In questo senso, ricordo tra le mie preferite la mostra su Caravaggio alle Scuderie del Quirinale nel 2010, quella di Edward Hopper al Pétit Palais di Parigi nel 2012, di Egon Schiele a Budapest nel 2013 e di Edvard Munch a Genova nel 2014, se non sbaglio le date.
Se fossi il ministro dei Beni Culturali e il Presidente del Consiglio ti desse carta bianca, quale sarebbe il tuo primo provvedimento?
Per prima cosa potenzierei lo studio della storia dell’arte nelle scuole, anziché tagliarne le ore come si continua a fare. La ricchezza principale dell’Italia non risiede nell’industria e nemmeno nelle fonti di energia, ma è il patrimonio culturale immenso e unico al mondo di cui siamo troppo spesso poco consapevoli. Se vogliamo uscire da questa fase a dir poco stagnante secondo me la via è quella di prendere coscienza in maniera più attiva di cosa abbiamo tra le mani, per poi valorizzare e tutelare le nostre eccellenze in modo moderno e partecipato, come riescono a fare tanti Paesi in Europa molto meglio di noi. Ecco, in conclusione credo che per innescare e rafforzare questo processo sia necessario fornire ai ragazzi e ai più giovani i mezzi necessari per saper decifrare il mondo dell’arte ed esserne accolti.
Cosa proporresti di leggere a una persona che si avvicini per la prima volta alla storia dell'arte? un testo scolastico, un saggio, una monografia...
Io credo che per un “principiante” (passatemi il termine!) l’ideale sia quello di accostarsi al mondo dell’arte con un libro scolastico che possa fornire un’impalcatura generale per iniziare a leggere le differenti epoche e i movimenti culturali. In questo senso indico quella che è stata la mia “bibbia” al liceo, i volumi de Itinerario dell’Arte (editi da Zanichelli, a cura di Cricco e Di Teodoro), soprattutto perché in appendice fornisce tutta una serie di percorsi tematici per l’Italia e per l’Europa, sia per l’architettura sia all’interno dei musei. Sono infatti convinta che si possa davvero imparare ad amare l’arte soltanto vedendo in prima persona le opere, viaggiando per poterne cogliere l’atmosfera e l’inserimento in delle realtà diverse dalle nostre.
Arriva il Diluvio Universale e tu hai la possibilità di mettere qualche opera d'arte nell'arca di Noé, quali sceglieresti?
Domanda difficilissima! Spesso quando sono nei musei penso a cosa salverei ad esempio se ci fosse un terremoto, ma in questo caso è davvero generale! Ad ogni modo, sicuramente salverei i quadri che per me sono stati più importanti: per cominciare dei pilastri, come l’Amore Trionfatore di Caravaggio, la Venere di Giorgione, il San Giovanni Battista di Leonardo, il San Sebastiano di Mantegna e una delle Carceri di Piranesi. Poi continuerei con un carnet degli acquerelli di Turner, con una composizione astratta di Kandinsky, con un paesaggio di Egon Schiele e uno di De Chirico, con il Ritratto di Jeanne di Modigliani ed con un paio di alberi di Mondrian. Spero di non averne dette troppe!
Con quale artista (anche non più tra noi!) ti sentiresti di uscire a cena o a bere qualcosa? e perchè?
Senza dubbio inviterei Joseph M. W. Turner perché credo di dovergli una cena! È un artista che stimo molto e che senza dubbio rispetto infinitamente, perché ritengo che sia stato assolutamente modernissimo e davvero molto intenso, ma la ragione è anche un’altra. È stato grazie a lui che ho imparato a conoscere e ad apprezzare la tecnica dell’acquerello, infatti in quarta liceo mi portavo dietro un libro di suoi acquerelli di Venezia che avevo trovato per caso e ogni mattina provavo a copiarne uno nelle ore di lezione in cui i professori interrogavano. A parte questo sciocco aneddoto, devo dire che mi ha influenzato molto, tanto da commuovermi quando per la prima sono andata a visitare la Tate Britain, che conserva moltissime sue opere.
Oggi in TV e alla radio non c'è molta arte, e cultura in generale. Tu cosa consiglieresti di guardare (o ascoltare) al lettore di Artesplorando. Può anche essere un programma non prettamente d'arte, ma al cui interno ci sia un'approfondimento artistico. In onda ora, ma anche nel passato (ovviamente valgono anche le web-tv).
Premetto dicendo che io non guardo moltissima televisione, quindi su questa domanda mi trovo poco preparata. Un critico televisivo che ammiro molto è Philippe Daverio, anche se conosco più i libri che il programma Passepartout. Non so se sia ancora in produzione oppure in televisione passino le repliche, però quando per caso ne becco una puntata rimango sempre incollata allo schermo fino alla fine.
In un ipotetico processo alla storia dell'arte tu sei la difesa, l'accusa è di inutilità e di inadeguatezza ai nostri tempi, uno spreco di tempo e di soldi. Fai un'arringa finale in sua difesa.
Sicuramente si può dire che il nostro patrimonio culturale costituisca una spreco di denaro nel momento in cui ci si preoccupa soltanto di non farlo cadere a pezzi e niente di più, lasciando che i nostri musei e i nostri centri storici siano tra i più vetusti e i peggio mantenuti d’Europa. Il problema di base è che quasi nessuno dei nostri amministratori riesce a vedere l’arte come un investimento, come un pilastro della nostra stessa cultura. Noi italiani andiamo a vedere Leonardo e gli altri rinascimentali al Louvre a Parigi, facendo ore di coda, ma quasi mai ci sogniamo di andare a visitare le sonnecchiose gallerie d’arte delle nostre città italiane, che hanno tutte un gran patrimonio che però non si sa vendere bene.Io credo che l’arte sia una parte imprescindibile e nobilissima della nostra cultura, proprio perché è il settore in cui le nostre città hanno saputo distinguersi e primeggiare nel mondo, quindi credo che sia una pazzia, oltre che un’idiozia colossale, l’atteggiamento indifferente nei confronti dei muri di Pompei che crollano e dei centri storici devastati dai tifosi, per fare due esempi. Oltre a questo ritengo che sia assurdo che dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per il restauro se ne usi una percentuale minima, anziché cercare di puntare su quello che davvero dovrebbe renderci orgogliosi.
Concluderei con una bella citazione sull'arte, quella che più ti rappresenta!
Non ho dubbi, credo che sceglierò il motto della Secessione Viennese: “Ad ogni epoca la sua arte e a ogni arte la sua libertà”. È una frase molto bella che esprime in pieno la mentalità di un periodo caratterizzato da grande vivacità e da ancora più grandi aspettative. Chiudo quindi con una domanda aperta e un po’ provocatoria, viste le perplessità che nutro su gran parte dell’arte contemporanea: qual è l’arte di questa epoca? E in che misura si può definire libera? (Ai posteri l’ardua sentenza).
Grazie ad Arianna per la disponibilità e un imbocca al lupo per il suo progetto che invito tutti ad andare a scoprire: https://lasottilelineadombrablog.wordpress.com/E alla prossima intervista ...
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