Intervista ad Elisabeth Gravestone, autrice di "La stirpe di Agortos"

Creato il 13 giugno 2012 da Anjaste @anjaste
Del libro "La stirpe di Agortos" vi ho parlato QUI; in questo post ho l'onore di proporvi l'intervista che mi ha concesso la sua gentile e talentuosa autrice, Elisabeth Gravestone.
Ciao Elisabeth. Benvenuta sul Blog. Sono felice di poter conoscere un pò di più l'autrice del bellissimo romanzo "La stirpe di Agortos". Ti va di parlarci un pò di te? Chi è Elisabeth Gravestone? Dietro Elisabeth Gravestone si cela Alessandra Paoloni, una ragazza che rincorre il suo sogno e scrive per una passione innata. Questo non è il primo libro che pubblico, ma per la Stirpe ho scelto di adottare uno pseudonimo in quanto questa è una ripubblicazione di un libro già edito. La saga di Agortos aveva bisogno di una lustratina e a dir la verità anche la mia “carriera”, se così possiamo definirla. E allora ho assunto questa nuova identità ma sono sempre sempre io, la ragazza che abita in un paesetto della provincia romana e che ama scrivere e che ne ha bisogno quasi quanto respirare.  La tua opera "La stirpe di Agortos" è concepita come serie fantasy. Com'è nata l'idea di scrivere questa "prima generazione"? L'idea nasce anni fa, e iniziai a maturarla già ai tempi del liceo. Volevo scrivere un fantasy che però non avesse i soliti canoni, desideravo uscire fuori dagli schemi e non narrare solo della classica lotta tra bene e male. La saga ha una genesi piuttosto complessa perché all'inizio avevo un'idea del tutto diversa su come portarla avanti; i personaggi che avevo in testa erano molti così come le situazioni che però sono cambiate nel corso della scrittura e che sono ancora in via di definizione. Quello che cercavo era di coinvolgere il lettore in una storia diversa ma allo stesso tempo fantastica. L'idea delle generazioni posso dirla di averla “rubata” a Wilbur Smith dopo aver letto la saga dei Courtney, libri a me carissimi. 
Hai un'idea precisa di quanti libri sarà composta la saga?  All'inizio avevo pensato addirittura a nove libri. Poi li ho ridotti a quattro. Ora come ora penso saranno proprio quattro. Ma non escludo un libro o due su Agortos e su come lui arrivò a stipulare quel patto. Nei libri delle generazioni c'è solo traccia di lui, e mi piacerebbe approfondire l'argomento. 
Come crei la storia? Hai tracciato una mappa concettuale o dai libero sfogo all'ispirazione? Per un opera complessa come quella della Stirpe è doveroso fare almeno uno schema su quali saranno le generazioni future e sulle loro azioni. Non c'è ancora una trama definita e definitiva per gli altri libri ma so a grandi linee cosa faranno i personaggi e perché. In questo caso uno schema serve altrimenti io stessa perderei il filo. Poi è chiaro che durante la scrittura capita che i pensieri fluiscano da soli e che quindi alcune cose cambino. Cambia la prospettiva delle cose quando ci si ritrova immersi nella scrittura della storia. A volte credo di aver già tutto scritto nella testa e che la fantasia aspetti solo di incontrare la carta scritta. 
Le due protagoniste della storia Anika e Airen sono personaggi ben caratterizzati e credibili. Ti sei ispirata a persone conosciute o a persone che vorresti aver conosciuto?  Anika e Airen in realtà hanno alcune mie caratteristiche, e alcune che vorrei avere. Mi sono molto immedesimata in loro mentre scrivevo, Airen per la sua insicurezza e Anika per la risolutezza che ha nell'affrontare le soluzioni. Quindi le due sorelle in sostanza sono parti di me che ho riflesso in loro, e parti invece che vorrei veder riflesse in me stessa. 
In quale delle due ti rivedi e perchè?  Delle due senza dubbio mi rivedo più in Airen, lei è la sorella insicura, piena di dubbi, mai certa delle cose. Io sono esattamente così. Spaesata e incerta sul da farsi. Se una realtà come quella di Airen mi piombasse addosso davvero non saprei dove mettere le mani. 
La tua storia è ambientata nell'Egucron, un mondo che ha caratteristiche simili ad un ipotetico medioevo. Com'è nato? Mentirei se non vi dicessi che la Terra di Mezzo tolkieniana mi ha ispirato più di qualsiasi altra cosa. Volevo ricreare un mondo simile dove però fosse soprattutto la natura, e non troppo la magia, a dominare. L'Egucron è un mondo incontaminato, un mondo puro dove le regole naturali dominano quelle umane e non il contrario. La magia è nascosta nelle piante e nelle pietre che vi abitano, e solo un uomo attento può scoprirla. E mentre per il numero dei libri ho sempre avuto qualche incertezza, per la creazione della terra immaginaria non c'è stata alcuna esitazione. La cartina presente nel libro è quella che disegnai tempo fa, all'inizio di tutto, all'inizio della stesura delle prime pagine della saga. 
In questo libro parli di credenze religiose che si scontrano con la forza della natura. Riesci a spiegarci da dove arriva questo pensiero?  Io sono religiosa, sono cresciuta in una famiglia e un ambiente religioso anche se i miei genitori mi hanno sempre lasciata libera di credere in tutto ciò che volevo. Mi rispecchio molto nella definizione di Coelho che ritroviamo nel “Cammino di Santiago” ovvero: cosa c'entra la chiesa cattolica con la magia? Tutto. Io mi trovo perfettamente d'accordo. Per molti non è così, ne sono consapevole. Ma io ho sempre pensato che restare chiusi nelle proprie convinzioni non faccia altro che alimentari odi e discriminazioni. Nella Stirpe esprimo in un certo senso questo concetto: Agortos studiò la religione di quel tempo (una religione pagana basata sul culto del trattato dei Eukelogon, che somiglierebbe molto alle antiche tavole cristiane) ma poi sentì il bisogno di scoprire cosa lo circondava e studiare la natura creata dagli Dei perché solo in questo modo poteva avvicinarsi al divino. Agortos arriverà alla convinzione che la Natura e il mondo che ci circonda va rispettato e onorato così come i religiosi rispettano e onorano gli Dei. E' un concetto abbastanza complicato sul quale se ne può discutere a lungo.... 
Ho notato un'analogia con le saghe celtiche. Quali sono gli autori e i libri che più ti piacciono e che sanno ispirarti? Come dicevo Tolkien ha avuto una grande influenza su di me. Certo lui è insuperabile e ineguagliabile, è un Maestro sotto molti punti di vista. Quello che posso fare nel mio piccolo è ricreare il mio mondo fantastico ma in misura assai minore di come fece lui. La cultura celtica ha avuto poi una notevole influenza sulla mia fantasia, soprattutto per la descrizione delle natura e dell'utilizzo “magico” di piante e pietre. Qualcuno ha definito il libro addirittura wiccan, ma tale definizione penso sia riduttiva. 
Ho visto dal tuo sito che la tua prima opera è stata la raccolta di poesie-racconti "Brevi monologhi in una sala da ballo di fine Ottocento". Ti va di illustrarcela? Sono molto affezionata a quella mia prima operetta. Strano a dirsi ma sebbene sia una scrittrice di prosa e romanzi, ho esordito con una raccolta di poesie- monologhi. “Colpa” dell'Antologia di Spoon River, che cambiò radicalmente il mio modo di intendere la poesia. Nei monologhi i personaggi delle poesie (ciascuna poesia ha come titolo il nome del protagonista) ci parlano di se stessi e delle loro paure, dei loro dubbi, e tutto ciò avviene durante un ipotetico ballo in questa sala che altro non è se non il mondo e la nostra realtà. Perché ciascuno di noi si può riflettere su uno dei personaggi della storia; i sentimenti sono universali. Per ora il libro si può acquistare su lulu.com ma mi piacerebbe molto vederlo di nuovo pubblicato da una casa editrice. 
Come crei l'ambiente in cui scrivi? Hai un posto particolare e dedicato e cogli l'ispirazione ovunque, gettando tutto sui fogli appena arriva l'idea? Quando non posso stare al pc e mi viene un'idea l'appunto su qualche foglio volante che sto attenta a non perdere. Vorrei avere davvero un posto particolare dove poter scrivere, ma al momento mi accontento delle quattro mura della mia cameretta e del mio pc. Di norma quando inizio a scrivere un romanzo o anche solo un racconto, a mano mi appunto i nomi dei personaggi e le loro caratteristiche così da avere sempre sotto gli occhi una sorta di schedario e non perdere il filo mente poi scrivo al pc. E' utile poi per non contraddirsi. Non scrivo mai con la musica in sottofondo, mi distrae. Quando scrivo devo essere da sola, in silenzio, con la mia mente e la mia immaginazione. Dobbiamo essere io e lei da sole. 
La storia del tuo libro mi ha molto affascinato. Inizialmente pubblicato con un'altro titolo, hai deciso di ridargli una nuova vita e una seconda possibilità Ci racconti un pò quali son state le decisioni e i motivi che ti hanno portato a questa scelta? Non ero molto soddisfatta di come stavano andando le cose. E non mi riferisco alla precedente casa editrice non fraintendetemi, anzi. I motivi sono piuttosto personali. Mi sono accorta che la strada intrapresa, e soprattutto il modo con il quale affrontavo le cose, non era quella giusta così ho messo un punto e mi sono fermata anche un bel po' di tempo dallo scrivere. Ma mi mancava. Soffrivo, e non ero felice. Scrivere e portare avanti un progetto è molto, molto difficile e faticoso. Ma è l'unica cosa che mi rende felice e orgogliosa di me stessa. Così ho ripreso, e ho ripreso proprio da quella saga che tanto amo e l'ho ricorretta visto che la prima edizione era stata comunque “acerba”. E cambiando casa editrice ho cambiato anche titolo e nome. Non che Elisabeth Gravestone sia un vezzo e nemmeno credo che il nome straniero possa far vendere di più. Solo ho voltato pagina in tutto e per tutto. 
Hai vicino qualcuno che ti sostiene in questo tuo progetto? So di una bellissima collaborazione con l'illustratrice Elisabetta Baldan... Io le dico sempre che il destino c'ha fatte incontrare. Ci siamo conosciute su Fb nell'ambito di un gioco di ruolo, e lei iniziò quasi da subito a fare delle manipolazioni per il mio libro anche prima di leggerlo. La scintilla è scoccata subito, e da allora è iniziata questa collaborazione che spero duri ancora. 
Mi hai promesso che Donamis mi stupirà nella "Seconda generazione". Può darci qualche piccola anticipazione sulla storia, ma soprattutto su possibili date di uscita? Donamis sembra quasi il classico pesce fuor d'acqua che non sa perché si trova lì in quel particolare momento della storia. Ancora non sa nulla di Agortos e dei suoi segreti ma posso dirti che lo saprà presto e che anzi, continuerà assieme ad Airen quegli studi sul lato mistico della natura. Lo farà in maniera radicale e si impegnerà a far rispettare il voto di Agortos anche ai suoi figli. E qui mi fermo perché ho già detto troppo, forse...
Grazie per il tempo che ci hai dedicato. Restiamo in attesa del secondo capitolo e ti auguriamo un buon lavoro e un grosso in bocca al lupo! Ma grazie a voi per questa bellissima intervista, e crepi il lupo! Spero di poter tornare qui a parlare di Agortos e delle generazioni quanto prima. 
Se vi siete appassionate alla bella storia di Anika e Airen, vi consiglio di dare un'occhiata al blog di Elisabeth Gravestone, dove potrete trovare interessanti speciali dedicati ad Agortos e alla sua stirpe.
Buona lettura!

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