Intervista ad un combattente nel donbass

Creato il 19 giugno 2014 da Conflittiestrategie

La guerra in Ucraina sta assumendo i tratti di un conflitto civile internazionale. In Ucraina non combattono più solo gli autoctoni, ma si stanno confrontando due orbite d’influenza, due mondi separati da storie e tradizioni diverse, due modelli culturali che hanno eletto un territorio particolare a loro teatro di scontro. A dir la verità, sono Stati gli Usa e la Nato ad allungare i propri tentacoli su un’area da sempre sotto l’egemonia di Mosca, perché temono come la peste la riemersione della Russia sullo scacchiere internazionale, quale potenza capace di contendere il loro primato. Il colpo di Stato di Kiev non ha altre spiegazioni. Tuttavia, gli americani e gli europei non si aspettavano la grande reazione delle popolazioni russofone e slave che hanno interrotto bruscamente i loro piani e che ora vogliono impedire fermamente l’ennesimo allargamento degli Stati Uniti, attraverso l’Unione Europea o l’Alleanza militare atlantica, alla parte ex-sovietica. Abbiamo intervistato uno di questi combattenti del Sud-Est che, originario del Caucaso è partito dall’Italia, per andare a difendere i suoi fratelli nel Donbass. Lo chiameremo Volk, come i lupi della terra dalla quale proviene. Quelle che seguono sono le sue parole.

Da quanto tempo sei in Ucraina?

Sono attivo in Ucraina da circa 10 giorni.

Perché hai deciso di andare a combattere nel Sud-Est del Paese?

Ho deciso di andare nel Sud-Est dell’Ucraina per fornire aiuto con la mia esperienza, al fine di difendere la gente innocente e preservare la creazione e la legittimità della Repubblica della NovoRossija, in conseguenza dei macabri crimini commessi dalla Junta di Kiev.

Di che nazionalità sei?

Sono Russo, vengo dal Nordest del Caucaso.

Siete sostenuti dalla Russia?

Se intendi dire che stanno arrivando persone dalla Russia con l’intento di difendere la NovoRossija allora sì, in questo modo siamo sostenuti non solo dalla Russia ma anche dalla Bielorussia, dalla Serbia, dalla Macedonia, dalla Finlandia, dalla Bulgaria, dall’Ossezia, dall’Armenia e dal Kazakhistan.

I media ucraini ed occidentali vi chiamano i terroristi…

C’è una grande disinformazione che dipinge la gente della Novorossija come terrorista e criminale. Prima di partire ho avuto modo di confrontarmi, tramite i social network, con persone e associazioni che dicevano di essere coerenti e ben informate. Parlare con loro è stata una grande delusione. Questo fa comprendere cosa accade quando ci sono in ballo interessi dell’Ue o della Nato, interessi che queste persone e associazioni tutelano, mascherandosi dietro la falsa informazione e la finta coerenza.

E’ la tua prima guerra?

No, nel ‘99 ho servito in Cecenia, presso Grozny. Nel 2008 in Georgia ed ora sono qui per mia volontà.

Cosa sta realmente accadendo laggiù?

Qui c’è un continuo bombardamento con l’artiglieria pesante, nonché tramite forze aeree. Non bombardano noi, intendo dire noi guerriglieri. Per l’85 % i bombardamenti bersagliano i civili, gente che vive in pace a casa sua. Ci è molto chiaro che non riceveremo alcun aiuto dalla Russia, come ha anche annunciato il comandante Igor Strelkov. In questo momento nel Sud-Est è in atto un genocidio. Le leggi della Convenzione di Ginevra sono state violate dall’esercito ucraino, in particolare dalla Guardia nazionale e dai Battaglioni Azov e Donbass . Abbiamo constatato l’uso di fosforo bianco e cluster bomb (bombe a grappolo)

Ci sono mercenari stranieri che combattono per Kiev? E se sì, di dove sono?

Sappiamo che ci sono mercenari che lavorano come tecnici militari. Non solo per i video che girano in rete ma anche per le modalità con le quali l’esercito ucraino combatte. Per le mie conoscenze sul campo mi permetto di dire che le regole d’ingaggio sono sostenute tutte con uno stile occidentale, ma grazie a Dio sono state inefficaci fino ad ora. So che anche la ex Blackwater è presente sul terreno, di fatti abbiamo constatato che quando l’esercito ucraino entrava in città comunicava anche in inglese. Ci è stato riferito anche dai civili i quali hanno patito la presenza di questi signori.

Come finirà questa Guerra? Hai paura di morire?

Partiamo dalla premessa che questa guerra non è stata voluta da noi, ma è stata scatenata con intrighi e menzogne da altri. Siamo convinti che alla fine vinceremo noi, vincerà la verità, vincerà il volere del popolo, vincerà la giustizia. E se per vincere devo dare la mia vita non esiterò nemmeno un attimo. Siamo convinti per cosa e contro chi stiamo combattendo. Noi siamo nel giusto, la vittoria sarà nostra.

Hai vissuto anche in Italia. Cosa pensi del nostro Paese?

L’Italia mi ha dato tanto. La amo. Nonostante una politica che favorisce ladri e corrotti (la Russia fa di meglio) mi trovo molto bene. L’Italia è la mia seconda casa. C’è gente che stimo e che crede in me.


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