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Intervista al capitano del Parma Stefano Morrone: “Nel calcio siamo in tanti a fare del bene”

Creato il 23 maggio 2012 da Demi84 @anisport

23 maggio 2012 di Lascia un commento

Intervista al capitano del Parma Stefano Morrone: “Nel calcio siamo in tanti a fare del bene”
Grazie alla disponibilità dell’ufficio stampa del Parma FC e alla mediazione di Gianmarco Attimonelli, siamo oggi in grado di proporvi un’interessante intervista col capitano dei ducali Stefano Morrone, esempio di correttezza e di umiltà. Premiato lo scorso febbraio al concorso “I piedi buoni del calcio”, organizzato da Gazzetta dello Sport e Lega calcio, per il suo impegno nel sociale, Morrone ci aiuta a portare a galla quella parte sana del mondo del pallone che troppo spesso viene messa in secondo piano da episodi che ne rovinano l’immagine. Di seguito l’intervista al calciatore crociato che da anni è in contatto costante con la famiglia di Giorgia, una bambina leccese colpita da una grave malattia intestinale, per aiutarla a combattere e vincere il male che l’affligge.

Stafano, come immaginavi da ragazzino il calcio professionistico e come l’hai trovato in realtà il giorno in cui hai fatto il grande salto?

Da ragazzino il mio sogno, come penso quello di tutti i giovani che amano il calcio, era quello di potermi confrontare con i grandi campioni del tempo. Poi, una volta che sono riuscito ad entrare in quel mondo che idealizzavo, mi sono ritrovato troppo preso da quello che facevo, perché ci tenevo a farlo bene e quindi non ho avuto nemmeno il tempo di pensarci più di tanto. In serie A devi canalizzare tutte le energie se vuoi raggiungere certi risultati. Servono massimo impegno e perfetto equilibrio.

Qual è per te la parte più bella del mondo del pallone?

La parte più sana è sicuramente la partita alla domenica. Calciopoli e calcioscommesse a parte, scendere in campo e giocare una partita undici contro undici con il contorno del pubblico è qualcosa di unico. Se poi ti trovi bene nella squadra in cui militi, hai un buon rapporto con i compagni e vivi all’interno di un gruppo affiatato, come ho avuto la fortuna di trovare qui a Parma, allora è bellissima anche la vita di spogliatoio.

Cosa cambieresti invece, se ne avessi la possibilità?

Mi piacerebbe ci fossero meno polemiche nei post partita. Meno chiacchiere su moviola, gol fantasma, arbitri… Al termine delle gare sarebbe bello si parlasse più delle giocate spettacolari o di tattica. Inoltre darei meno risalto agli aspetti negativi come la violenza, per non dare troppo credito a chi il calcio lo vuole rovinare.

Venendo al tuo impegno nel sociale, cosa ti ha spinto a fare beneficenza?

Beh, io non posso che ritenermi una persona fortunata. Faccio un bellissimo lavoro, ho un tenore di vita di cui di certo non mi posso lamentare e quindi aiutare chi ha bisogno credo sia il minimo che potessi fare. Ad ogni modo anche società e squadra a livello umano sono molto impegnati.

Cosa pensi invece dei tuoi colleghi che non ragionano in questo modo?

Guarda, devo dire che i calciatori che fanno del bene sono più di quanto si pensi, ma non lo dicono. Anche perché la beneficenza non è una cosa che va sbandierata. Ci tengo ad aggiungere poi che molti ragazzi giovani, che magari vengono tartassati dai media per una serata in discoteca o per qualche uscita notturna, sono delle ottime persone. In molti studiano, fanno opere di bene, ma vengono giudicati e criticati per qualcosa che è normale che si faccia quando si hanno 20-21 anni. Andare a ballare una sera non vuol dire mancare di rispetto a qualcuno. Nel calcio esistono tante persone per bene.

Pensi che si potrebbe fare di più per fare del calcio, sport in grado di raggiungere milioni di persone in Italia, uno strumento efficace per diffondere valori positivi?  

Certo, come capitano del Parma rappresento i miei compagni nelle riunioni dell’AIC e posso dire che in quegli incontri si parla spesso di come fare per comunicare quanto di buono ci sia in questo mondo. Tanti calciatori sono protagonisti di storie positive che vanno raccontate. L’obiettivo è quindi quello di comunicarle al pubblico.

Ultima cosa: si sente parlare di un tuo imminente addio al Parma, è vero?

Assolutamente no, ho ancora un anno di contratto e intendo rispettarlo.

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