Il romanzo storico: quando e perché hai scelto di cimentarti con questo genere letterario?
È successo alcuni anni fa, quasi per caso. Il primo approccio fu un romanzo su commissione da parte di un editore che voleva inaugurare una collana di thriller medievali. Io scrissi una sinossi, cominciai a fare le ricerche, ma poi il contratto non andò in porto. Ormai però mi ero già appassionato alla storia, il cui protagonista era un medico del XIV secolo realmente vissuto, Mondino de’ Liuzzi. Così decisi di scriverla ugualmente e proporla a un altro editore. Uscì nel 2009 per Piemme, con il titolo di “Cuore di Ferro” ed ebbe un discreto successo, tanto da diventare una trilogia, poi venduta anche in molti paesi esteri.
La trilogia che ha per protagonista Mondino de’Liuzzi (Cuore di ferro, I discepoli della fuoco, Il libro dell’angelo) ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico in Italia e all’estero. Quanto di questo successo, secondo te, può essere imputato al personaggio di Mondino (realmente esistito) e quanto al genere letterario del thirller storico?Penso che la chiave sia stata la combinazione di un personaggio collerico e geniale come Mondino, un’accurata ricostruzione storica e un intreccio thriller dal ritmo serrato. Ma è solo un’ipotesi. Ormai, dopo tanti anni che seguo le classifiche editoriali, mi sono convinto che il successo o l’insuccesso dei romanzi dipenda in gran parte da quel concatenarsi di circostanze positive che chiamiamo fortuna. E’ appena uscito il tuo ebook “La sfida”, scaricabile gratuitamente, che rappresenta il preludio al tuo prossimo romanzo “La porta del Paradiso”. Abbandonata la Bologna medioevale di Mondino, ora ci porti in un viaggio Oltreoceano: nel Messico del XVI secolo. Quanto è stato difficile il lavoro di documentazione e come mai ha scelto questa ambientazione?
In questo nuovo libro abbandoni il thriller medioevale a favore del romanzo d’avventura, che forse offre maggiore respiro a un affresco così potente. Come è avvenuto questo passaggio e a quali modelli ti sei ispirato?Dopo tre thriller avevo voglia di cambiare, di scrivere un romanzo di largo respiro, seguendo le vicende di una famiglia per un lungo periodo, tra amori, vendette, ambizioni, promesse. I modelli a cui mi sono ispirato sono tanti, da Dumas a Ken Follett passando per Victor Hugo, naturalmente filtrati attraverso le mie esperienze e il mio stile. Le donne nei romanzi di Colitto. Mondino de’Liuzzi ci è parso indeciso tra l’intrigante ed esotica Adia e la concreta e moderna Mina. Leone Baiamonte è costretto a fuggire abbandonando la promessa sposa Lisa. Nel Nuovo Mondo incontrerà una donna misteriosa, “un’indigena dagli occhi profondi”. Quale ruolo hanno i personaggi femminili nel determinare il carattere e le scelte del protagonista? Nei miei romanzi ritraggo le donne che mi piacciono nella vita, magari dolci e appassionate, ma niente affatto docili o sottomesse. Sono donne che non lasciano mai che qualcuno prenda decisioni al loro posto. Hanno un ruolo a parte, non si limitano a fare da spalla al protagonista. Poiché anche i miei personaggi maschili in genere hanno un carattere forte, spesso c’è uno scontro di volontà, che a volte produce rispetto e stima, altre volte inimicizia e odio. Dalla tua produzione letteraria emerge una grande passione per i viaggi e per l’avventura. Se dovessi scegliere: qual è stato il viaggio che più ha segnato la tua anima da scrittore?Tra i posti in cui ho vissuto, quelli che amo di più sono il Nepal e il Messico. Ma più che un viaggio in particolare, è il viaggiare in sé che mi ha lasciato un segno indelebile: un modo più aperto e leggero di considerare la vita e le esperienze. E credo che questo si rifletta nella mia scrittura. Grazie ad Alfredo, per la disponibilità. Ed ecco di seguito la sinossi de "La Porta del Paradiso".