Questa settimana abbiamo intervistato per voi Giorgia Di Tolle, caporedattore della Casa Editrice Nord
Fra gli autori di punta della Nord ritroviamo Frank Schätzing, James Rollins, Steve Berry, Laurell K. Hamilton, Giulio Leoni e Glenn Cooper.
Qui di seguito le domande:
Risposta: Moltissimo. Scommettere sugli autori esordienti di oggi è il modo migliore per aggiudicarsi gli autori affermati di domani.
2. Preferite pubblicare esordienti, quindi autori alla loro prima pubblicazione, o tenete in considerazione anche autori che hanno pubblicato con piccole case editrici?
R.: Non abbiamo preferenze, l’importante è che il romanzo ci convinca.
3. Dal vostro catalogo è possibile ordinare libri in formato cartaceo. Mettete a disposizione anche pubblicazioni in digitale, ma non per l’intera offerta.
Due domande a riguardo:
- In base a quali parametri scegliete quale romanzo pubblicare anche in formato elettronico e quale no?
Di norma, tutte le nostre novità vengono pubblicate sia in formato cartaceo sia in formato ebook. Le poche eccezioni a questa regola dipendono dagli autori, che hanno esplicitamente vietato la pubblicazione digitale.
Per quanto riguarda il catalogo, il nostro obiettivo è quello di riuscire a portare tutte le nostre backlist in ebook, ma è un lavoro molto lento, perché dobbiamo acquisire i diritti di pubblicazione elettronica, che un tempo non venivano inclusi nei contratti.
- Perché la scelta di applicare agli ebook la protezione DRM?
R.: Perché il DRM è lo strumento più efficace per proteggere il lavoro degli autori.
4. Valentina Giambanco con il suo “Il dono del buio” ha debuttato in Inghilterra scrivendo il romanzo in inglese, nonostante le sue origini italiane. Voi di Nord vi siete occupati della traduzione e della pubblicazione in Italia. Come mai questa scelta così particolare? Può aver influito l’attuale sovraffollamento del mercato editoriale italiano?
R.: Non è stata una scelta dettata da ragioni di mercato, ma personali: Valentina Giambanco vive a Londra da moltissimi anni e ormai considera l’inglese la sua prima lingua (al punto che, quando parla in italiano, ha un leggero – e delizioso – accento inglese!) Perciò, quando ha deciso di scrivere un libro, lo ha fatto nella lingua che le era più familiare e poi si è rivolta a un’agente letteraria che vive nella sua città: Londra.
5. Quanto “pesa” la critica su un libro? In America un giudizio negativo della temuta Michiko Kakutani potrebbe seriamente compromettere il lancio di un libro. Crede che in Italia sia più importante una buona critica o un potente passaparola?
R: Sono entrambi molto importanti, ma nessuno dei due è sufficiente per lanciare/affossare un libro. Ci sono moltissimi esempi di autori odiati dalla critica e amatissimi dal pubblico, e viceversa.
6. Dal vostro catalogo emergono prepotenti opere di autori famosi in tutto il mondo, ma ci sono autori emergenti, nostrani o anche qualche straniero un po’ meno conosciuto, che in termini di vendite ha dato soddisfazione alla vostra casa editrice?
R.: Il bello di questo lavoro è che spesso è imprevedibile e in questi anni ci è capitato di tutto. Da autori di enorme successo internazione che in Italia non sono riusciti a sfondare ad autori esordienti che hanno trovato nel nostro Paese il loro mercato principe, come per esempio Glenn Cooper.
7. La Casa Editrice Nord, facente parte del gruppo Gruppo editoriale Mauri Spagnol, è una delle CE che si occuperà di pubblicare il romanzo vincitore del torneo IoScrittore. Pensate che questo tipo di concorsi siano utili per un esordiente per emergere? E vi è mai capitato di “scoprire” un talento proprio leggendo le opere finaliste di questo concorso?
R.: I concorsi sono un’ottima occasione per un autore emergente, perché danno modo di confrontarsi coi propri colleghi e di mettersi in mostra con le case editrici. E, grazie al modo in cui è strutturato, IoScrittore consente di ricevere pareri sinceri dagli altri partecipanti al concorso, pareri che spesso aiutano a migliorare e a crescere come scrittori.
È grazie a IoScrittore che noi abbiamo scoperto il talento di Elena Cabiati, autrice della Viaggiatrice di O.
8. La crisi economica, la perdita di valore solidi e l’incertezza del futuro ha fatto in modo che nel mondo letterario e cinematografico si stia diffondendo una cultura dell’antieroe, figlia di quella che una volta veniva chiamata corrente minimalista. A vostro avviso la scelta di un autore o il lancio di un libro devono essere fatti considerando anche il contesto socio, politico ed economico del momento?
R.: Senza dubbio. Spesso ci è capitato di rifiutare un romanzo perché «non era il suo momento». Il mercato librario (purtroppo o per fortuna) è – come tutti gli altri settori – influenzato dalla moda, dalla situazione politica e dal momento storico in cui viviamo. Negarlo sarebbe come nascondersi dietro un dito. E pubblicare un libro che nessuno vuole leggere sarebbe come far cadere un albero in un bosco deserto: nessuno ne sentirebbe il rumore.
9.Successi planetari come è stato “Il codice da Vinci” devono o possono condizionare le scelte di una CE? Tra l’altro abbiamo notato una vostra particolare attenzione verso il giallo storico e l’ultimo libro di Giulio Leoni presente nel vostro catalogo ne è una conferma. Cosa ci potete dire in proposito?
R.: Il grandi bestseller influenzano sempre le scelte delle case editrici, in un senso o nell’altro. È indubbio che il Codice da Vinci abbia inaugurato una stagione molto fortunata per i thriller storici, una stagione che ha permesso a moltissimi autori di emergere. Ma non basta scrivere «il romanzo del genere giusto al momento giusto»: per avere successo ci vogliono talento, stile e originalità. Qualità che Giulio Leoni ha dimostrato di avere in abbondanza.
10. Il recente Nobel alla grande autrice canadese Munro ha risvegliato l’attenzione verso un genere, quello dei racconti, non sempre presente nelle classifiche. Può un premio importante condizionare le scelte future delle CE?
R.: Certo, è possibile. Come dicevamo prima, il mondo in cui viviamo influenza sempre le scelte delle case editrici.
11. Anche questa volta, con la recente legge di stabilità, si è persa un’occasione importante per sostenere la vendita dei libri. Pensate che le CE debbano o possano intervenire per indirizzare la politica verso una maggiore attenzione in ambito culturale?
R.: Le case editrici possono esprimere la propria opinione attraverso i quotidiani o altri mezzi di informazione. Ma purtroppo ci vuole ben altro per cambiare le politiche culturali del nostro Paese.
12. Fra i generi che trattate si leggono: thriller, gialli e mystery, azione e avventura, narrativa fantastica, narrativa generale. Quale fra questi va di più, quale di meno (se ci passate la domanda), ma soprattutto in futuro quale, secondo voi, acquisterà maggior importanza dal punto di vista delle vendite?
R: In questo lavoro, è più facile dire quale genere ha meno probabilità di successo, anche se questa affermazione è vera solo in parte: chi l’avrebbe mai detto che l’erotico avrebbe conquistato il mercato italiano? Per questo noi cerchiamo sempre di non lasciarci influenzare troppo dalle etichette e di concentrarci sul romanzo: se una storia ci convince, se pensiamo possa divertire ed emozionare, allora vale la pena prenderla in considerazione. Anche se poi a volte è molto dura decidere in quale sezione del sito collocarla!
Ringraziamo sentitamente Giorgia Di Tolle, caporedattore della Casa editrice Nord, per aver risposto alle nostre domande e Barbara Trianni, dell’Ufficio Stampa, che ci ha messo in contatto con lei.