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Intervista alla scrittrice Sara Rattaro, autrice di “Un uso qualunque di te”

Creato il 23 settembre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Intervista alla scrittrice Sara Rattaro, autrice di “Un uso qualunque di te”

Pubblicato da Simona Postiglione UNA STORIA CHE ESPLODE NELLA TESTA E NEL CUORE. UN’EMOZIONANTE CONFESSIONE FEMMINILE COSI’ AUTENTICA DA LACERARE IL CUORE.

Cari lettori, l'08 maggio scorso vi ho lasciati con una domanda: "cosa succede quando una donna molto complicata decide di costruire tutta la sua vita su una grande delusione?" La risposta è tra le pagine di Un uso qualunque di te, romanzo della scrittrice genovese Sara Rattaro, pubblicato il 14 marzo scorso dalla Giunti Editore. Una storia scritta con uno stile narrativo molto identificativo, che coinvolge il lettore sin dalle prime battute e mette in luce l' intensità emotiva dell’autrice, l'aspetto che più mi ha colpita. 
Intervista alla scrittrice Sara Rattaro, autrice di “Un uso qualunque di te” Un uso qualunque di te non è il primo romanzo di Sara Rattaroha già pubblicato Sulla sedia sbagliata (Morellini Editore, 2010) e, molto probabilmente, sarà possibile ritrovare tra quelle pagine la stessa profondità e capacità di fotografare le emozioni dei personaggiSara Rattaro dà loro voce senza mai perdere di vista il ruolo che occupano nella storia, ne rispetta il dolore con estrema delicatezza e mostra tra le righe la complessità del sentire umano, lasciando che il lettore si cali empaticamente nella stessa complessità. Le motivazioni nascoste che guidano le scelte dell’animo umano restano spesso un mistero,  possiamo provare a comprenderle ma resteranno sempre capitale del singolo individuo. L'autrice affronta temi importanti come quello della famiglia, dell’amore coniugale e di quello per i figli, del tradimento e dell’amicizia, con particolare sensibilità; commuove sino alle lacrime, senza cadere però nel sentimentalismo spiccio e si riconoscono senza difficoltà le emozioni profonde dei protagonisti e l’importanza che le parole non pronunciate assumono nella vita di entrambi. Una trama legata alla normalità della vita reale, che si dipana e prende vita sotto gli occhi del lettore lasciando il segno, grazie ad una scrittura limpida e precisa. Sara Rattaro che, lo ricordiamo, ha prestato la sua penna anche al 1° numero di Speechless Magazine (http://issuu.com/speechlessmag/docs/speechless_magazine__1_singola  pag. 72)  ha gentilmente accettato di rispondere a qualche nostra domanda: conosciamola meglio!
1. Buongiorno Sara e grazie per avere accettato di rispondere alle mie domande: i nostri lettori saranno felici di conoscere meglio te e il tuo lavoro! Se sei d’accordo,  inizierei chiedendoti di raccontare qualcosa di te: chi è Sara Rattaro? Sono nata e cresciuta a Genova dove mi sono laureata in Biologia prima e Scienze della Comunicazione poi. Lavoro come informatore farmaceutico per una multinazionale che si occupa di farmaci oftalmici. Coltivo la passione per la scrittura e la lettura da sempre. 
2. Come hai iniziato a scrivere e quali sensazioni ti trasmette la scrittura ?
Scrivo da quando ero ragazzina. Le sensazioni sono infinite. Io scrivo soprattutto per me stessa e per le incredibili emozioni che mi crea. Essere letta è qualcosa di assolutamente inaspettato e incredibilmente lusinghiero. 3. Parliamo del tuo romanzo, “Un uso qualunque di te”: com’è nata l’idea di scrivere questa storia? Una storia che è esplosa. Non la stavo cercando e non credevo sarebbe arrivata così, con la forza di uno schiaffo. Improvvisamente sapevo tutto di Viola, Carlo e Luce come se li avessi visti in un film che mi ha emozionato. 

Intervista alla scrittrice Sara Rattaro, autrice di “Un uso qualunque di te”4. “Un uso qualunque di te” è una storia d’amore difficile, ma è anche la storia di una donna complicata, Viola, che vive in perenne conflitto con se stessa: ama, ma è incapace di dimostrarlo, non si sente quasi mai all’altezza, tranne quando svolge il suo lavoro o decide di sedurre e di lasciarsi sedurre. Trasgredisce, tradisce, e lo fa per punire l’intenso amore che lega padre e figlia. Soffre Viola: si fa del male e fa del male. Viola è un personaggio intenso e vicino alla realtà di molte donne: come sei arrivata a lei? Non ha una genesi precisa. Viola è esplosa nella mia testa e scrivere la sua storia è stato automatico. Raccontare una donna così complicata, come tutte le donne d’altronde, è stata una sfida molto stimolante e avvincente. In lei c’è tutto, amore e odio, dolcezze e crudeltà e forza e resa. 5. La trama del tuo romanzo racconta di una coppia apparentemente serena, con una figlia; lei tradisce ripetutamente lui, lui finge di non sapere perché la ama ma, soprattutto, per amore della loro figlia, che non vuole privare del nucleo familiare. Finché, un giorno qualsiasi, un evento improvviso sconvolge gli equilibri della famiglia. I protagonisti sono schiacciati dalla tragedia, la stessa che può capitare di vivere a chiunque, un giorno qualsiasi della sua vitaHai sempre scritto trattando temi legati alla normalità della vita reale? Perché?
Non credo di saper fare altrimenti. Le mie sono riflessioni che si trasformano in storie da raccontare. Ogni vita può diventare un romanzo ognuno nasconde qualcosa di straordinario da narrare. Io gioco è proprio questo, prendere una storia apparentemente tranquilla e rovesciarla, cercarne il punto di rottura.

6. In “Un uso qualunque di te” sono trattati temi importanti come quello della famiglia, dell’amore coniugale e di quello per i figli, del tradimento e dell’amicizia: quanto contano nella tua vita, e quanto dovrebbero contare in quella di ciascuno? Amore e amicizia e tutti quello che ne deriva ci permette di essere quelli che siamo. Sono fondamentali. Per questo motivo ogni loro distruzione provoca conseguenze spesso ingestibili. Il tradimento è di per sé sbagliato ma la sua costante diffusione dovrebbe farci riflettere sul valore che attribuiamo ai sentimenti. Anche per questo esiste la letteratura. Per riflettere.
7. In generale, oggi, abbiamo tutti una gran paura di esprimere e realizzare i nostri  sogni. Quanto è importante credere in se stessi per riuscirci? Tutto dipende da noi?  Tanto dipende da noi ma non tutto. Nella vita ci vuole sempre un po’ di fortuna ma ricordiamoci che questa aiuta gli audaci. È una grande verità.
8. Verso la fine del romanzo, Carlo riflette e dice che l’amore non è altri che sentirsi dire ciò che ci fa stare bene: sei d’accordo con l tuo personaggio?

È una delle mille frasi che lo possono esprimere. È un po’ come dire che occhio che non vede, cuore che non duole. Ho incontrato persone che, totalmente ignare di quale fosse la verità, vivevano storie d’amore felici e appaganti. In quel momento il loro pezzetto di verità rappresentava l’assoluto. Capita molto più spesso di quanto immaginiamo.
9. Carlo è un uomo buono e un padre esemplare; un uomo che, in modo del tutto naturale, sa cosa significa amare e lo dimostra ogni giorno concedendosi, aprendosi, raccontandosi. Nella sua umanità, nella semplicità del suo modo di sentire la vita, nonostante tutto, comprende che non esiste un modo giusto per amare qualcuno soprattutto se questo ti dà, comunque, più di quanto ti toglie. Le sue considerazioni coincidono con le tue?  Carlo è perfetto nel suo modo di amare nonostante tutto e nonostante tutti. è vero che non esiste un modo giusto di amare, ne esiste uno che ci hanno detto essere giusto e ha fatto più danni della grandine!
10. Hai fatto delle ricerche per scrivere “Un uso qualunque di te”? In particolare, mi riferisco al gesto estremo di Viola. Si assolutamente. È fondamentale scrivere storie verosimili, non voglio prendere in giro nessuno.
Intervista alla scrittrice Sara Rattaro, autrice di “Un uso qualunque di te”
11. Cosa ne pensi dei social media? Pensi che possano essere in qualche modo utili a uno scrittore? Come in tutti i settori sono fondamentali. Ormai viviamo di Internet e di comunicazione mediatica. I social network hanno aiutato molto la diffusione del mio romanzo e mi hanno avvicinata molto ai lettori, cosa che prima non sarebbe successa.
12. Leggi gli ebook? Nella diatriba vince l’elettronicosopravvive la carta, da che parte stai? Amo i libri e la carta stampata. Appartengo ancora a quella generazione! Ma credo che gli ebook possano coinvolgere lettori nuovi che prima non si sarebbero avvicinati al libro classico. Ci sembrava impossibile anche mandare in pensione  il vinile!
13. A proposito del tuo lavoro: come e dove scrivi? Segui una routine, o aspetti la famosa ispirazione?  Scrivo per lo più a casa anche se spesso ne approfitto un po’ ovunque. Nessuna routine, seguo il momento.
14. Come inizi una storia: con una frase, un personaggio, un dialogo? Con un pensiero. Una riflessione. Fermo un concetto e cerco di renderlo musicale.
15. Quando ti accorgi che sei alla fine? Quando i personaggi smettono di parlarmi di loro. 16. E’ possibile affezionarsi troppo a un personaggio? Chi hai amato di più in “Un uso qualunque di te”?
Li amo tutti. nessuna preferenza.
17. Ti pesa più il lavoro preparatorio a un romanzo o la scrittura? Non ho mai fatto una vera preparazione. Se la storia c’è ve la racconto, se mai perdo tempo poi a correggere. Altrimenti perdo in spontaneità.
18. Le critiche negative ti colpiscono personalmente, o riesci a gestire l’emotività in questi casi?
La vita mi ha insegnato a gestire le critiche in generale. Tutti criticano e si critica tutto. Da quello che mangiamo a come ci vestiamo, al nostro modo di guardare, parlare e reagire. Non si può pensare di attirare l’attenzione e di essere immune dalle critiche. Per ora vincono quelle positive e va bene così! 19. Puoi anticiparci qualcosa del tuo prossimo romanzo?
Sarò un uomo!!! 20. Per terminare, che consiglio puoi dare ai nostri lettori che hanno un romanzo nel cassetto e vorrebbero farlo conoscere?
Fatelo leggere. Prima a parenti e amici che amino leggere e di cui vi fidate. Miglioratelo il più possibile e poi inviatelo ad agenti o editor. Non c’è mai nulla da perdere. Al massimo resta nel cassetto. 21. Grazie Sara, speriamo di leggere presto il tuo prossimo romanzo! Grazie a tutti voi!
Sara

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