Intervista allo scrittore spagnolo Eloy Moreno, autore di Ricomincio da te

Creato il 11 giugno 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Simona Postiglione

Cari lettori,
qualche tempo fa vi abbiamo presentato uno dei libri evento dell’anno, doppio caso letterario in Spagna e molto apprezzato anche nel nostro Paese“Ricomincio da te”, romanzo d’esordio dello spagnolo Eloy Moreno, edito dalla casa editrice Corbaccio. Ne riparliamo oggi, in occasione della pubblicazione dell’intervista che l’autore, un informatico trentasettenne di Valencia, ci ha gentilmente rilasciato. Pensate che Moreno non ha nemmeno osato proporre il suo romanzo un editore, ritenendo che come esordiente avrebbe ricevuto di sicuro un rifiuto. Tuttavia, la sua determinazione e la fiducia nel valore della storia che ha scritto hanno fatto la differenza

Moreno ha fatto stampare il libro a sue spese e lo ha “accompagnato” nelle librerie della sua città; in poche settimane, grazie al passaparola, ai club di lettura e ai social network come Facebook, è riuscito a far conoscere il suo romanzo e ha venduto da solo 3000 copie, finché le case editrici hanno cominciato a interessarsi a lui. Il protagonista di Eloy Moreno è un uomo come tanti che, come tanti, vive il novantacinque per cento della propria vita in 445 metri quadri. La domanda è: si può essere felici costringendo la propria esistenza in uno spazio così ridotto? L’autore pensa di no, naturalmente, e non vedo come contraddirlo, a meno di pensare che accontentarsi e adeguarsi sia l’unica via per realizzare se stessi. La vita del protagonista, senza un nome proprio, come a voler marcare il suo essere uno qualunque di noi, si spende in mezzo a sogni ad occhi aperti che gridano la necessità di un cambiamento. Cambiamento che avverrà solo grazie ad una serie di circostanze che sfuggono al suo controllo, più che a deliberate scelte.

Ricomincio da te è la storia di un uomo che mette in discussione l’intero sistema che lo circonda e che regola la sua quotidianità, ha un piano per ricominciare e trova il coraggio di attuarlo perché vuole tornare ad essere padrone del proprio tempo. Il racconto intimo e struggente di un uomo che non vuole arrendersi.

Di questo, e di altro ancora, l’autore ha voluto parlare con noi. Parlando di Eloy Moreno, verrebbe da dire che è un uomo qualunque, come il suo protagonista, come noi. La voce “Sobre mì” sul suo sito, racconta meglio chi è: non è possibile leggere la sua biografia, solo una nota nella quale scrive umilmente che non è necessario scrivere nulla di lui, che è felice di aver dato voce al suo romanzo e invita chiunque lo desiderasse a contattarlo direttamente al suo indirizzo e-mail. Di seguito però potrete scoprire qualcosa di più di lui: enjoy!
D. Ciao Eloy, per prima cosa vorrei ringraziarti per il  tempo che ci stai dedicando, per me è un grande piacere intervistarti per il nostro blog “Diario di Pensieri Persi”. Se sei d’accordo inizierei con il chiederti di raccontarci qualcosa di te: chi è Eloy Moreno? M. Ho 36 anni, vivo in Spagna a Castellón, una città vicino a Valencia. Lavoro nel settore dei computer e ho scritto un solo romanzo.
D. Qual è il tuo metodo di scrittura e cosa ti spinge a scrivere? Possiamo affermare che questa passione sia diventata il tuo nuovo lavoro, o stai ancora lavorando come informatico? M. Ho iniziato a scrivere perché amo raccontare storie, e perché volevo descrivere la vita della gente, come gli uomini e le donne che compaiono nel libro. Al momento non riesco a vivere di quello che scrivo, perciò lavoro ancora come informatico.
D. Parliamo del tuo romanzo, “El boligrafo del gel verde”: cosa ti ha dato l’ispirazione per scriverlo? M. Ho scritto questa storia perché tocca la vita quotidiana di molta gente. Parla della vita di una persona come tante che vive in una grande città. È il problema del tempo; la gente oggi non ha tempo per fare niente.
D. “El boligrafo del gel verde” è la storia di un uomo comune che decide di cambiare la propria vita, di spezzare le regole imposte dalla società. Per fuggire dalla routine decide di vivere la propria esistenza senza freni: è possibile? E a quale prezzo? M. Sì, è possibile, ma è molto difficile perché bisogna lasciare la propria casa, il proprio nido, il lavoro, parte della propria famiglia… e forse, in definitiva non ci si guadagna niente. È una decisione difficile.
D. In generale, oggi, siamo tutti spaventati nell’esprimere e realizzare i nostri sogni. Quanto conta la sicurezza in sé stessi per realizzare i propri sogni? Dipende tutto da noi o è il destino a cambiare le carte in tavola? M. Penso che ognuno di noi sia l’autore del proprio destino; non credo nella sorte; credo di più negli sforzi che tutti noi compiamo per costruire il nostro destino.
D. Il titolo originale del romanzo è “El boligrafo del gel verde”, in inglese “The green ink pen”, in italiano “La penna dell’inchiostro verde”, un oggetto che in apparenza perseguita il protagonista. Qual è il valore simbolico di questa penna? M. In realtà, la penna è solo il tema del romanzo, è l’oggetto in grado di ossessionare e ridare speranza. Alla fine la cosa più importante della vita, per il protagonista, è proprio trovare una penna.


D. “El boligrafo del gel verde” contiene anche una storia d’amore che si spegne lentamente a causa dell’abitudine. Questo oggi accade sempre più spesso: credi che ci sia un modo di mantenere vivo il sentimento, senza cadere nella trappola della routine? M. È molto complicato, soprattutto quando una relazione dura da molti anni. Dobbiamo cercare di evitare di cadere nella routine. Ma ci deve essere uno sforzo da entrambe le parti.
D. Riconoscere che la propria vita ha bisogno di un cambiamento radicale e mettere in atto questo cambiamento sono cose molto diverse, ed entrambe richiedono un grande atto di coraggio. Qual è la tua opinione in merito? M. Si dice che una persona si rinnovi ogni sette anni – un nuovo ciclo della propria vita. Non so se sia vero o no; la cosa importante è che ci si deve rinnovare, altrimenti si rimane intrappolati per sempre nella routine.
D. Parliamo dello straordinario successo del tuo romanzo: come ha fatto un “comune informatico” a diventare lo scrittore di un romanzo di successo? M. A dire la verità, non lo sappiamo ancora. Ho lavorato sodo fin dall’inizio. Sono andato in diverse librerie a lasciare copie che la gente potesse comprare. Poi ho iniziato a fare promozione on-line: facebook, blog…
D. Nonostante la tua scarsa esperienza del campo, sei riuscito a promuovere, pubblicare e distribuire con successo il tuo libro: quali sono stati per te i pro e i contro del self-publishing? I librai non ti conoscevano e tuttavia hanno accolto con favore il tuo progetto: come è successo? Il fatto di non essere supportato da una casa editrice ti ha creato problemi? M.  È stato difficile, in primo luogo perché senza editore molti librai non mi permettevano di mettere in vendita il libro, e in secondo luogo perché la distribuzione era completamente in mano mia. Ho avuto problema nel cercare di vendere il romanzo in libreria, ma pian piano ce l’ho fatta.
D. Ci sono stati momenti in cui hai pensato di rinunciare? Se la risposta è sì, che cosa ti ha spinto a continuare? Cosa ti ha sostenuto? M. Sì, la verità è che ci sono stati molti momenti in cui ho pensato di rinunciare. In particolar modo nei giorni in cui passavo tutti il tempo a cercare di vendere il romanzo in libreria. Ma i commenti di qualunque lettore sono stati un incoraggiamento ad andare avanti.
D. In pochi mesi il tuo libro è diventato uno dei maggiori successi degli ultimi anni in Spagna ed è già stato venduto in molti paesi; i lettori sono entusiasti e lo dichiarano apertamente sul web. Secondo te, quali sono le ragioni di un così grande successo? M. Penso che sia un romanzo che parla del presente, di persone come noi. È una storia in cui ognuno può riconoscersi.
D. Come è cambiata la tua vita? Quali sono le tue speranze, paure, progetti per il futuro? M. Al momento stiamo promuovendo il romanzo in diversi posti.  È stato tradotto anche in olandese. Presto mi metterò al lavoro su un nuovo romanzo. Spero che abbia successo.
D. Che cosa pensi dei social media? Pensi che possano essere utili a uno scrittore? M. Per me è stato fondamentale. Non fosse stato per i social media, questo libro non si troverebbe dove si trova adesso. I social network mi hanno aiutato a promuovere il romanzo e a farlo conoscere al grande pubblico.
D. Leggi e-book? Nel dibattito “Electronics wins – Paper survives”, da che parte stai? M. Finora ho sempre letto libri cartacei, ma leggo sempre più e-book: occupano meno spazio e sono più comodi da portare in giro. Il problema è che costano molto.
D. Parlaci del tuo lavoro: come e dove scrivi? Segui un programma o aspetti la famosa ispirazione? M. Scrivo sempre di notte, dopo cena. Mi piace il silenzio della notte. Di solito seguo un programma, l’ispirazione non arriva sempre, ma la devi aspettare tutti i giorni.
D. Come inizi una storia? Con una frase, un personaggio, un dialogo? M. Mi piace iniziare con una frase, è importante per la storia.
D. Quando capisci di essere alla fine della tua storia? M. Di solito scrivo l’inizio e la fine, e poi sviluppo la trama. Spesso è difficile capire quando stai per finire un romanzo.
D. È possibile sviluppare un attaccamento eccessivo ad un personaggio? M. Sì, a volte lo si sogna. Ma quando è accaduto, sapevo che erano solo personaggi.
D. Il lavoro preparatorio è più difficile che non scrivere il romanzo stesso? M. No, in realtà mi siedo davanti al computer e scrivo. È tutto.
D. Ci puoi dire qualcosa sul tuo prossimo romanzo? M. Al momento no. Ah, ah.
D. Per terminare l’intervista,  che consiglio daresti ai nostri lettori, che hanno nel cassetto il sogno di pubblicare un libro e vorrebbero realizzarlo? M.  La cosa più importante non è pubblicare un romanzo, è distribuirlo. Se lo si è già scritto, è importante concentrarsi sulla sua circolazione, sul modo di farlo conoscere.
Grazie, Eloy per il tempo che ci hai dedicato. Non vediamo l’ora di leggere il tuo prossimo romanzo.


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