INTERVISTA - Andrea Micalone

Creato il 04 luglio 2014 da Nel @PeccatiDiPenna
Altro autore che si svela su "Peccati di Penna", Andrea Micalone.
Andrea Micalone è nato ad Atri (Te) il 18/11/1990. Diplomatosi al Liceo Scientifico Tecnologico "G.Marconi" di Pescara, sta ora seguendo il corso di Laurea in Lettere Moderne all'università "G. D'annunzio" di Chieti. Ha scritto il suo primo libro all'età di otto anni e da allora non ha più smesso di sprecare inchiostro, nel tentativo di emulare i suoi inarrivabili punti di riferimento. Nel 2010 una sua poesia è stata selezionata per la pubblicazione nell'antologia di poeti contemporanei "Il Sogno", curato dal collettivo Poesiaèrivoluzione. Sempre nel 2010 ha ricevuto poi il Premio Speciale della giuria alla Dodicesima Edizione del Premio Nazionale di Poesia "Oreste Pelagatti" tenutosi a Civitella del Tronto. Nel 2011 ha pubblicato una sua raccolta di racconti con Arduino Sacco Editore, dal titolo "Buonanotte ai Sognatori". Nel 2013 invece, grazie al romanzo di genere fantascientifico "Hodoeporicon", è rientrato tra gli otto finalisti del Premio Urania della Arnoldo Mondadori Editore.

Ciao Andrea, benvenuto su Peccati di Penna, pronto a rispondere a qualche domanda?

Ciao a voi e piacere di conoscervi. Sono pronto, potete interrogarmi!

Come è nata la passione per la scrittura?

La passione per la scrittura è nata in contemporanea a quella della lettura. Del resto uno scrittore che non legge non ha senso di essere (eppure pare che ne esistano molti). Intorno agli otto anni ricordo di avere cominciato a scrivere raccontini e "romanzi", con risultati ovviamente scarsi, ma utili per farmi comprendere già da allora la difficoltà di costruire delle frasi che fossero interessanti per qualcuno.

Qual è stato il tuo primo testo completo?

Il mio primo testo completo è stato una tremenda imitazione di Jurassic Park, il celebre romanzo di Michael Crichton. Da bambino avevo adorato i film e subito mi ero fiondato a leggere i romanzi da cui erano state tratte le opere cinematografiche. Al termine della lettura iniziai immediatamente a scrivere una storia che, per usare un eufemismo, si "ispirava a quel genere".

Quali sono gli autori o le opere che ti hanno maggiormente influenzato?

Nonostante scriva soprattutto fantasy e fantascienza, gli autori che più amo rimangono quelli della letteratura "alta". Cito i principali: Dostoevskij, Sepùlveda, Kafka, Goethe e Oscar Wilde. Se parliamo però di influenze strettamente di genere, sicuramente ci sono Tolkien, Terry Brooks, Edgar Allan Poe, Asimov e Lovecraft. Di Martin ho letto poco, ma adoro la sua capacità di costruire colpi di scena che lasciano senza fiato e quindi anche lui ha avuto una certa influenza su di me. Negli ultimi tempi però sono tornato alla buona letteratura e sto cercando di leggere tutte le opere di Emidio Clementi. Purtroppo è poco noto al grande pubblico, ma lo ritengo tra i migliori scrittori italiani viventi.

Preferisci scrivere poesie o romanzi? E perché? 

Scrivere poesie o romanzi sono due attività totalmente diverse. La poesia, almeno per me, è la descrizione quanto più coincisa possibile di un sentimento. Molto spesso è più importante il "non detto", che le parole utilizzate. L'aria di mistero, di "parzialmente incomprensibile", è fondamentale per un componimento poetico ed è difficilissima da raggiungere. Tanta gente scrive poesie (l'ho capito partecipando ai concorsi), ma ho la sensazione che confonda il fatto di andare spesso a capo con la capacità di creare qualcosa di artisticamente valido. Si può concedere a un romanzo di non essere perfetto, ma invece a una poesia no! Una poesia o è bella o è brutta, e scriverne di belle è difficilissimo per chiunque. Il romanzo invece, per l'appunto, richiede una trama avvincente e non necessita per forza una capacità di scrittura sopraffina, ma al tempo stesso richiede molta disciplina e molto tempo. Per farla breve: la poesia deve essere sempre arte, il romanzo (o il racconto in senso più ampio) può essere anche intrattenimento, perciò è consigliabile per chi inizia a scrivere. Tra le due possibilità io non ho preferenze, sono due necessità che sento in modo uguale e che vanno soddisfatte.

Mi sembri orientato verso la poesia, come nasce l’idea di Le Origini Della Notte, un fantasy?

Il fantasy è un genere che ho sempre amato e già da ragazzino cercavo di scrivere romanzi di questo tipo. La sorte ha voluto che le mie poesie venissero premiate prima, perciò i romanzi sono arrivati in seguito agli occhi delle persone, ma io ho sempre scritto entrambe le cose quasi in contemporanea. Poi mi ero accorto che col tempo, tra racconti e giochi di ruolo, avevo creato un'ambientazione fantasy abbastanza grande che "chiedeva" di essere sfruttata per qualcosa. A quel punto il romanzo poteva iniziare.

Come descriveresti in breve Le Origini Della Notte? Cosa devono aspettarsi i lettori?

Un fantasy che illude costantemente. Tutto è costruito sin dall'inizio per trarre in inganno il lettore e per fargli credere di stare leggendo il solito romanzo di genere anche un po' banale. Questa illusione è necessaria per creare poi il vero avvio della trama che nega le aspettative e condurrà ai romanzi seguenti. Più si andrà avanti e più aumenteranno i colpi di scena che trasformeranno tutta la vicenda. I lettori si devono aspettare soltanto quello che non si aspetterebbero mai.

Cosa pensi dei concorsi letterari?

Sono ottimi e utili in tutti i sensi, soprattutto quando sono buoni concorsi importanti. Aiutano innanzitutto a capire quando la propria scrittura inizia ad avere una vera qualità e diventa capace di farsi largo agli occhi di un estraneo. Inoltre, nel caso di esiti positivi, sono ovviamente ottime vetrine. La mia massima soddisfazione fino a oggi l'ho raggiunta quando sono arrivato tra i finalisti del Premio Urania della Mondadori. Lì ho compreso innanzitutto come costruire un romanzo con una trama decente, e al tempo stesso ho capito che su Internet, e nel mondo in generale, c'è un'estrema presunzione e una pigrizia intellettuale a dir poco spaventosa. In precedenza avevo letto tanti commenti che se la prendevano con il Premio Urania, accusandolo di essere falso, un posto dove arrivavano sempre i "soliti noti", ecc. La mia esperienza invece mi ha mostrato esattamente il contrario: senza conoscere nessuno, sono arrivato tra i finalisti. Io voglio difendere questi concorsi che sono davvero i pochi casi in cui una giuria premia esclusivamente il merito. Poi è sempre troppo comodo, una volta che si è perso, accusare a destra e a manca. Io mi domando soltanto una cosa: tutte queste persone che su Internet parlano e sparlano, quale esperienza hanno? Si sono mai informati prima di protestare? Su internet e soprattutto sui social network, purtroppo, manca tanto la buona educazione. Questa sembrerebbe una virtù non necessaria nell'esprimere le proprie opinioni sul web, tanto non si è faccia a faccia con l'altro e la si può sparare grossa quanto si vuole.

Casa editrice o self-publishing? Due mondi e due realtà, hai vissuto entrambe le esperienze, ti va raccontarcele?

Io ho avuto esperienza con una casa editrice di dimensioni minori, quindi non posso parlare con piena cognizione di causa. Le case editrici piccole (ovviamente non a pagamento) fanno un lavoro meritorio che aiuta tanti buoni emergenti a farsi avanti. Il problema è che queste case, per quanta buona volontà possano metterci, rimangono spesso confinate in un ambiente molto ristretto e non riescono ad offrire una discreta visibilità. Al tempo stesso però ti creano un vero libro, ti valutano e ti correggono. Il self-publishing in ebook su buone piattaforme a confronto ha un potenzialità di visibilità sicuramente maggiore. Io ho messo il Primo Volume in download gratuito e ho ricevuto da subito un'attenzione che con una piccola casa editrice e in cartaceo sarebbe stato difficile raggiungere. Il problema però in questo caso è che bisogna fare tutto da sé, dunque non si ha molta esperienza in tanti campi, primo tra tutti quello della pubblicità e della promozione. Inoltre verso i libri auto pubblicati c'è uno scetticismo giustissimo, poiché non c'è alcun filtro tra il pubblico e il "presunto scrittore", pertanto vengono messi in vendita tantissimi scritti che non sono affatto dei libri. Tirando le somme, la casa editrice (minore) e il self-publishing sono due realtà diverse che vanno a parer mio provate entrambe: con la prima si ha davvero un libro riconosciuto da tutti, con la seconda si ha maggiore visibilità.

Come mai hai scelto il self-publishing e di distribuire Le Origini Della Notte gratuitamente?

Ho notato che in molti, soprattutto in America, ma ultimamente anche in Italia, sono riusciti a raggiungere un buon pubblico sfruttando queste due armi. Mettendo il Primo Volume disponibile gratuitamente, si fa da traino ai libri seguenti. Scaricare il primo non costa nulla, provare a leggerlo neanche, e se poi il lettore si appassiona passerà ai capitoli successivi della saga.

Quali progetti hai per il futuro?

Sto preparando i manoscritti per un paio di importanti concorsi. Inoltre la trama del Terzo Volume della saga è già tutta nella mia testa e quindi presto inizierò a scriverlo.

Grazie Andrea per la chiacchierata, è sempre bello conoscere il pensiero di autori esordienti e la loro esperienza in campo editoriale.

Grazie a voi per l'intervista e le domande non banali! Tanti saluti a tutti i lettori!

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