Continuiamo con le interviste ai nostri autori. Oggi tocca ad Angelica Cremascoli, autrice de “Il re di picche e la regina di cuori” .
Buona lettura!
- Quando e perché hai cominciato a scrivere?
So che, dal momento in cui ho scoperto la lettura, ho sempre provato l’istinto irrefrenabile di cimentarmi, a mia volta, nella scrittura. Sono passioni nate insieme, imprescindibili. Sin da piccola, l’una e l’altra si sono spartite il mio tempo, maturando con me e indirizzando in maniera alquanto autoritaria i miei passi. È difficile immaginare una vita diversa, una vita in cui io non abbia mai desiderato diventare chi ammiravo con tanto ardore o restituire quelle emozioni, quelle fantasie e quei sogni che rubavo ai libri, nascondendomi tra gli scaffali di una biblioteca. Un solo romanzo in meno e sarei una persona totalmente diversa. Ecco perché temere e amare gli scrittori: non si limitano a delineare e ad intessere storie su carta, ma le incidono nei cuori e nelle anime delle persone, nei quali avviene la magia più grande.
2. Hai qualche modello di riferimento?
Tento di perseguire la strada dell’originalità, sempre e comunque. Anche se, sì, ovviamente ho i miei Eroi Letterari personali: le sorelle Bronte; Jane Austen; Aphra Behn; Dickens; Tolstoj; Dostoevskij; Tolkien; Marquez; Milan Kundera; Coelho; Wilbur Smith. E Nietzsche, perché la sua filosofia sembra proprio essersi attaccata alle mie dita.
- Cosa influenza la tua scrittura?
Ciò che leggo, vedo e ascolto. Per raccontare è necessario tendere le orecchie e spalancare gli occhi, d’altronde. Il resto non è che una conseguenza naturale.
4. Quali sono le tue passioni letterarie?
Romanzi storici e biografie, prima di tutto. Adoro la filosofia e quegli scrittori che ne traggono forza e ispirazione, come Irvin Yalom e Paulo Coelho; naufrago nei classici di Dickens, Dumas, Hugo, Stevenson, Bronte, Austen, fino allo stordimento, e non disdegno mai una sana scorpacciata di Romance se ben scritti e coinvolgenti.
5. Hai qualche nuovo progetto in cantiere?
Sì, sto lavorando al seguito de “Il re di picche e la regina di cuori”.
- I personaggi che più ami dei tuoi libri. E quelli che non tolleri (se ce ne sono).
È una domanda sorprendentemente facile, perché il personaggio che più amo corrisponde al personaggio che più non tollero. So che può sembrare un paradosso, ma Engie Porter è in grado d’ispirare sentimenti davvero contrastanti, soprattutto quando si scrive assumendo il suo, non sempre condivisibile, punto di vista. L’ho creata per confondere; per smuovere empatia, non simpatia; per dividere e, un pizzico, sconvolgere. E lei pare abbia preso il ruolo con molta serietà, per fortuna.
- C’è qualcosa di autobiografico in ciò che scrivi?
Inevitabilmente. Pur non volendo, trapela sempre una parte di te in ciò che scrivi. Che siano dettagli, sfumature o colori più intensi, la propria personalità tracima dalle dita e s’infila tra le parole, rendendotele amiche.
8. Cosa consiglieresti a un aspirante scrittore?
Solidità nella lingua in cui si sceglie di scrivere, in primis. Non si può pretendere di costruire una casa se le fondamenta vacillano e si sgretolano sotto il peso di progetti ambiziosi. Poi, che la fantasia, l’intraprendenza, la creatività e la perseveranza compiano pure il resto del lavoro. Siamo musicisti, d’altronde. Abbiamo bisogno delle sette note per comporre, è vero, ma anche di un buon orecchio, di sensibilità musicale, di coraggio e, perché no, anche dell’arroganza giusta per osare.
- Come scrivi? (Esempio: a mano, macchina da scrivere o computer? Hai qualche rituale particolare che segui quando ti metti a scrivere? Hai una zona preferita della casa dove farlo? Un momento del giorno?)
Scrivo sempre a computer, in particolare di notte e rigorosamente con sottofondo musicale. Cerco la bolla e mi ci perdo, scappando dal mondo per crearne uno alternativo.
10. Ti sei mai ispirato a situazioni reali o persone conosciute?
Sì, certo.
11. Se l’ispirazione ti abbandona, come reagisci?
Insisto, la inseguo e cerco di riacciuffarla.
12. Scegli un estratto che vorresti condividere con i lettori – da uno dei tuoi libri pubblicati con noi – e spiegaci il perché lo hai scelto
“I nostri sono tempi strani.
Sono i tempi in cui tutto arriva e passa, sfiorando con fugaci carezze il nostro immaginario, la nostra eccitazione, la nostra fantasia, la nostra ispirazione, e negandoci la passione rovente di un abbraccio più profondo, più intimo, più duraturo, capace d’incastonarsi tra i nostri respiri. Il vento trasporta piume, le deposita su qualche cuscino, al fianco di qualche testa confusa dalla vita, e poi se le riprende, giocoso e birichino, smarrito nella sua infantile sbruffoneria. E noi?
Noi aspettiamo il mutare del vento, il palesarsi imprevedibile dei suoi capricci, come impotenti e angosciate formiche in attesa di un piede che le calpesti o di un dito che le sollevi. Noi subiamo il nostro tempo, ci affezioniamo, amiamo e dimentichiamo con la leggerezza di una piuma. Una piuma caduta da una nuvola e staccatasi da un paio d’ali.”
Ho scelto l’incipit de “Il re di picche e la regina di cuori”, o meglio, il primo dei due incipit, perché è stato scritto al termine del romanzo, con la consapevolezza commossa ed euforica di ciò che, tra alti e bassi, ero riuscita a concludere. È una parte a cui sono molto affezionata proprio perché mi ricorda quel momento.
- Cosa stai leggendo ora?
“Nord e Sud” di Elizabeth Gaskell
- Fatti pubblicità con poche parole.
Visionaria, folle, logorroica e munita di tastiera. Se queste sono le premesse, sarebbe un peccato perdersi il resto, no?
- Come hai conosciuto Triskell Edizioni?
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