Xera: Grazie a te, posso darti del tu vero? Non mi piacciono le formalità, quelle le lascio a Elesya che è più portata per le buone maniere. Che ci volete fare, quando una persona cresce tra le bestie, non impara di certo a chiedere loro il permesso prima di spalargli la #?h@#X (censura).
Lo Scrittorio S: indubbiamente. Comunque sì, può darmi del tu a patto che possa farlo anch’io. Bene, incominciamo. Ti spiego brevemente in cosa consiste questa rubrica. “Intervista col Fachiro” raccoglierà una serie di interviste appunto, fatte ai personaggi più amati del racconto “Xera,la ragazza con la spada”. Vi saranno quindi poste tutte le domande inviate dai nostri stessi lettori. Finite le spiegazioni, passiamo alla prima. Pronta?
Xera: Sì certo, iniziamo pure.
Lo Scrittorio S: La prima domanda è - "In un mondo dove la magia è realtà, hai scelto la strada del combattente. Perché non le arti magiche? Qui c'è gente che venderebbe la propria madre per poter fare incantesimi (si, sto ancora aspettando la lettera da Hogwarts)" - Fabior da Payanir.Xera: Questa domanda è interessante. Per prima cosa vorrei precisare che anche i guerrieri sono in grado di utilizzare la magia, ma solo se associata alle armi che imbracciano. È una magia in prestito, se così vogliamo definirla. Tuttavia non tutti manifestano questa capacità e si da il caso che per quanto mi ci sia impegnata ad arrostire quei maledetti Yak, giammai una fiammella è scaturita dalle mie mani. A tal proposito ricordo un aneddoto imbarazzate che vide protagoniste me, mia madre e uno yak facilmente impressionabile. Bé quel pomeriggio avevo il compito di tosare tutti i nostri animali, poiché era prossima la stagione fredda e mia madre avrebbe poi dovuto confezionare degli abiti più pesanti, anche se non è così brava come pensa … questa tagliatela chiaro o vi ammazzo!
Lo Scrittorio S: Si si, non temere, continua pure.
Xera: Bene! Ero lì intenta a tosare quando la mia fantasia prese il sopravvento, trasformando così quello stupido Yak dinanzi a me, in un mostro acquattato e pronto a ferire delle persone indifese. Ripiegando quindi in posizione d’attacco, in silenzio finsi di giungergli alle spalle mentre con la mano destra sollevai le cesoie come fossero una spada. Quando però fui a pochi passi dal mostro famelico, mia madre giunse all’improvviso urlando perché non avevo ancora finito. Naturalmente lo stupido yak si spaventò a tal punto da muggire come un forsennato e poiché non c’era alcun modo per lui di fuggire, la cosa più logica che escogitò fu di gettarmi addosso della pipì che mi accecò e infine calciarmi fuori dalla stalla, facendomi volare addosso a mia madre. Poi mi chiedono perché odio quelle bestie. Aspetta un attimo, ma che diavolo è Hogwarts?
Lo Scrittorio S: A fine intervista te lo spiego. La prossima domanda è – “Quanto è importante per te l’igiene personale e soprattutto nel tuo intimo c’è Chilly?”- Vetusia da Heis.
Xera: Mi cogliete alla sprovvista in questo momento; è un argomento un po’ imbarazzante da trattare per una donna che viaggia giorno e notte, per luoghi impervi e soprattutto privi di civiltà. Senza contare che Rei si è messo in testa di recuperare tutto il tempo perduto in poche settimane, costringendo me ed Elesya ad accamparci dietro cespugli o alberi, quando la natura chiama. Non avete idea di quanto possa essere traumatico utilizzare le foglie sbagliate per darsi una ripulita. Sono cose che segnano queste. Per fortuna ci sono diversi corsi d’acqua sull’isola, indi per cui sovente è possibile farci un bagno rigenerante o per lo meno rinfrescarci. Vi consiglio tuttavia di non viaggiare a lungo per deserti, lì il problema sarebbe difficilmente risolvibile. Ah, nel mio intimo no, non c’è Chilly ammesso che si pronunci in questo modo e se solo prova ad avvicinarsi, lo eviscero come un salmone.
Lo Scrittorio S: Capisco; il prossimo lettore ti chiede – “Pensi che il desiderio di diventare una guerriera sia scaturito dal fatto che nella vita ti è mancata una figura paterna?” - Mellania di Nortor
( La nostra amica s’intristisce )
Xera: Indubbiamente non avendo mai conosciuto mio padre, ho sempre pensato che presto o tardi sarebbe toccato a me proteggere i miei cari, quindi sin da piccola piuttosto che giocherellare con la bambola di pezza, preferivo colpire chiunque e qualsiasi cosa mi capitasse a tiro, con la mia spada di legno. Credo tuttavia che sia stata la continua presenza di combattenti presso la mia dimora e dei loro racconti, a far maturare in me il desiderio di diventare una paladina. Mia madre però non ha mai accettato questo lato “violento” della mia personalità, e quindi per anni ha tentato di educarmi come conviene a una dama. A dire di Reilhan, ha fallito.
Lo Scrittorio S: Un rapporto molto sincero il vostro, da quel che sento.
Xera: Sincero è solo uno dei tanti modi con i quali definirebbero la nostra amicizia e forse è anche il più gentile. Piuttosto però sarebbe più corretto affermare che Reilhan in certe occasioni, farebbe meglio a stare zitto. La tagliate queste vero?
Lo Scrittorio S: Il prossimo lettore ti chiede – “Quando ti trasformi e il tuo corpo cambia, la senti la differenza? Che sensazione si prova nel mutare forma?” - Enhor da Kodur
Xera: Purtroppo o per fortuna non ho molti ricordi della mia unica trasformazione quasi completa. Quel che posso dirvi però è che quando il meccanismo si mette in funzione, il primo sintomo che avverto è un fastidioso dolore alla spalla destra. Non so come spiegarvelo. È come quando resti al sole troppo a lungo e poi qualche amico bontempone, per farvi uno scherzo, vi da una sonora pacca sulle spalle. Quelle sensazioni di bruciore e male sono il primo sintomo del mio cambiamento. Superato il dolore iniziale, subentra quello mentale. Tutti i pensieri più cupi e tetri vengono a galla e non è possibile ricacciarli indietro in nessun modo. Non puoi far a meno di pensarci e ripensarci, fino a quando non si perde il senno. In quel momento inoltre ti senti pieno zeppo d’energia, al tal punto da avvertire il desiderio incessante di doverla ricacciare dal proprio corpo ed è allora che si compiono le efferatezze. Purtroppo non ho altri ricordi anzi ripeto, per fortuna.
Lo Scrittorio S: E noi ti auguriamo di non averne mai più. Il prossimo quesito è – “Hai un eroe cui ti ispiri e se si, chi è?”- Galdia (anni 6) da Sihlya.
Xera: Il mio eroe dici? Sicuramente mia madre. È vero che mi fa impazzire e che mi rimprovera sempre, tuttavia il suo coraggio e la sua forza, non sono pari a nessuno. Si è rimboccata le maniche e mi ha cresciuta da sola, nonostante ci fosse, a pochi passi dalla nostra capanna, l’avamposto del male. Il pericolo pressante avrebbe abbrutito chiunque, ma non lei che al contrario ha preservato la sua bontà d’animo. Tranne quando inavvertitamente, tra un gioco e l’altro, rovesci il latte di yak sul pavimento appena pulito, ripassandoci a piedi nudi di continuo solo perché è spassoso; in quel caso faresti meglio a dartela a gambe. (Cancellatela questa, credo che ancora non l’abbia digerita). Ti voglio bene mamma!
(Xera rivolge sorrisi e baci in direzione dell’appendiabiti, ma non sarò certo io a dirle che non è una telecamera quella; ci tengo alla vita).
Lo Scrittorio S:Questo non è un semplice quesito bensì una serie di domande che ci ha inviato la nostra amica Claubhia da Candhelia– “Come si diventa grandi? Come si diventa forti e coraggiosi (non solo nell’affrontare i nemici con spada e pugnale ma anche nel reggere all’impatto delle cose belle e soprattutto brutte del quotidiano)? Come si raggiunge la serenità e qual è il segreto dell’equilibrio?”
Xera: Vorrei scusarmi con la Giovane Leva Claubhia, poiché nemmeno io so rispondere ad alcune delle sue domande. Per quanto mi riguarda, ne ho ancora di strada da fare per diventare grande, ho solo 16 anni e nonostante nelle situazioni più critiche mi proponga di guidare i miei amici, il più delle volte non so quello che sto facendo. Per quanto riguarda l’essere forte e coraggioso invece non è una cosa che s’impara; tutti noi siamo potenzialmente tali, il problema è esserne consapevoli. Penso che davanti a noi ci sono due possibilità: decidere di vivere nel timore che le cose belle della vita possano essere fugaci e quindi inevitabilmente aspettarsi sempre il brutto in ogni situazione, oppure apprezzare il presente e tutto ciò che comporta, godendoci a pieno il bello e il brutto che ci viene dato perché la vita si sa, non è rose e fiori. Per me il coraggio e la forza stanno nel trovare il bello anche nel brutto e seppur le mie parole ti sembreranno un controsenso, posso dirti con certezza che persino nelle situazioni più difficili ci sono dei lati positivi. La serenità si raggiunge quando riusciamo ad acquisire la consapevolezza che la paura è solo una forma più radicale della pigrizia. Perché è facile cedere ai dubbi, allo sconforto e alle incertezze. Difficile è invece dire a noi stessi: “Ok grigio oggi hai vinto tu, ma domani sarà giallo, rosso o turchese, non ti cederò un altro giorno della mia vita”. Questo è ciò che penso, purtroppo non sono in grado di spiegartelo meglio dopotutto alle parole io preferisco i fatti, spero tuttavia che tu possa cogliere il senso di questa mia accozzaglia di frasi e trarne dei preziosi consigli. Ora basta però parlare di cose troppo complesse, la testa mi scoppia!
( Xera, si massaggia la testa, potrei giurare di aver visto del fumo uscire dalle sue orecchie. La redazione si augura che il troppo pensare non l’abbia messa KO ).
Lo Scrittorio S: R. A. ti chiede – “Non credi di dover trattare il vostro capogruppo con maggior riguardo? È pur sempre un superiore e per voi si fa in quattro”-
Xera: Non so perché ma questa domanda mi puzza! Risponderò comunque. Il nostro Novizio riceve tutto il rispetto che merita, sono invece le occasioni in cui dimostra di meritarlo a scarseggiare!
(Xera si rifiuta di dire altro in merito ed io non insisterò).
Lo Scrittorio S: M. T. è invece curioso di sapere - “Quando intendi comprare una nuova frusta per la splendida Mihrrina?” –
Xera: Già solo che qualcuno la definisca splendida mi rende sospettosa, se poi le iniziali sono M. T. il dubbio diventa certezza. Mihrrina le tue lagne sono completamente inutili, non ho alcuna intenzione di spendere le nostre poche monete per comprare un’arma a colei che ha distrutto la mia spada. Inoltre per merito tuo, in tutta Kodur non si fa altro che prendermi in giro per averti sfidato a mani nude … #ç@sjfoX# (censura).
Lo Scrittorio S: Siamo giunte quasi alla conclusione dell’intervista. Un po’ di pazienza e poi sarai libera di andare (sperando che intanto non io non faccia una brutta fine). Siondre da Thesla ti chiede – “Cosa ami e odi di più dei tuoi compagni di viaggio”-
Xera: Così però mi mettete in difficoltà, considerando però che su Horsia la connessione internet è pessima, risponderò. Per quanto riguarda Elesya: non posso che adorare il suo buon cuore e la dedizione che mette nei rapporti sociali. Il suo motto è “Non ferire se non vuoi essere ferito”, discutibile, ma da ammirare. Inoltre si prende costantemente cura di noi, rammendando i nostri abiti o cucinando i nostri pasti. ( Non ditele tuttavia che il polpettone d’erbe è la cosa peggiore che io abbia mai mangiato). Ciò che invece non sopporto di lei è il suo parlare nel sonno. Sarebbe in grado di spifferare i nostri piani al nemico, durante un semplice sonnellino. Senza contare che sfido chiunque a prendere sonno con qualcuno che vi parla nelle orecchie (Xera sospira) che vita difficile la mia!
Lo Scrittorio S: E di Reilhan invece che ci dici?
Xera: Rei è il ragazzo più fastidioso mai conosciuto. Non fa altro che riprendermi continuamente, sottolineando quanto io sia impulsiva e poco accorta, in ogni occasione. Ha persino ideato il nomignolo che ormai mi porto dietro da mesi “Testa Calda”. Dico, si può essere più antipatici? “Xera non puoi saltare da un albero all’altro come fossi una scimmia”; “Xera non puoi fiondarti su un nemico senza nemmeno un’arma”; “Xera non mangiare la cena senza il cucchiaio”. Questi sono solo dei piccoli esempi. Devo ammettere però che ha anche dei lati positivi, seppur sia strano a dirsi. È leale, onesto e molto coraggioso: per difendere un compagno sarebbe disposto persino a sacrificare la sua stessa vita. Inoltre (che rimanga tra noi) è uno straordinario Capo gruppo e senza di lui non saremmo giunte tanto lontano.
Lo Scrittorio S: Bene Xera, eccoci finalmente all’ultima domanda. Alcod di Dalihan (tuo compaesano) chiede – “Se dovessi fallire la competizione, intendi sul serio tornare ad allevare Yak?”-
Xera: Mio caro Alcod, dovessi incrociarti sul mio cammino sappi di dover fuggire poiché giammai io fallirò questa competizione né tantomeno tornerò ad avere a che fare con quelle bestiacce malefiche. Hai capito!!! @#ù?@!# (censura e ancora censura).
( Xera brandisce un righello come fosse una spada, fingendo di infilzare il povero malcapitato. La sicurezza è costretta a intervenire per sedare il suo fervore e allontanarla dallo studio).
Lo Scrittorio S: Ti ringrazio Xera, per aver risposto alle nostre curiosità. Ti auguriamo di realizzare tutti i tuoi sogni e di non morire tanto presto, poiché ci piacciono le saghe lunghe. Grazie anche a tutti quelli che hanno reso possibile questa prima intervista, attraverso domande lungimiranti e sensate. Purtroppo però, la nostra amica è dovuta “tornare a casa all’improvviso” perché la nave stava per salpare senza di lei. Ha fatto in tempo tuttavia, a porgervi i suoi saluti, rammentandovi di continuare a sostenerla leggendo le sue imprese e condividendole con i vostri amici: pena, l’eviscerazione. Vi do appuntamento alla prossima intervista ( che ricordo verrà postata qui su “Note al margine”) e come sempre vi auguro una Buona Lettura.
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