L'occasione è arrivata adesso con questa intervista, che serve a poter sviscerare tutte le sue varie attività in Italia come all' estero, ma anche le varie iniziative della casa editrice Indipendent Legions e dei programmi della Horror Writers Association Italy.
Al termine dell'intervista potrete trovare come Bonus Card una scheda biografica sullo scrittore.
Ringrazio Alessandro, per la sua disponibilità e per la sua gentilezza, a tutti voi invece auguro buona lettura.Attendo i vostri commenti.
Nick: Ciao Alessandro. Benvenuto! È un piacere averti ospite. Come prima domanda ti chiedo di presentarti ai nostri lettori e di parlarci del primo momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore. In particolare, cosa ti ha avvicinato a generi come l'horror, il soprannaturale ed il weird?
Alessandro Manzetti: È sempre un piacere essere tuo ospite, Nick.
Dunque, la passione per il genere horror è vecchia come me, mi ha sempre accompagnato fin da ragazzo, sono stato preso nella ‘rete oscura’ leggendo i primi racconti di Poe e Lovecraft. Avevo sedici anni, e una grande sete di cose.Ho coltivato questa passione col tempo, leggendo di tutto e scoprendo cose fantastiche, lo faccio ancora oggi. Sono stato fortunato a trasformare questa passione in un lavoro a tempo pieno, prima come editor ed editore, poi addirittura mettendomi a scrivere. Ma senza l’arroganza di credermi uno scrittore vero, ho letto troppi grandissimi autori, non solo di genere horror, così inarrivabili, e ho tentennato molto a propormi nelle vesti di narratore (come è naturale che sia) fino a qualche anno fa. Mi ha convinto a scrivere Sergio Altieri, questo glielo devo, dopo aver letto qualche bozza delle mie prime follie. Un altro grande curioso come me. Non immaginavo di poter ricevere i riscontri che mi hanno portato dove sono oggi, come autore, a una visibilità di livello internazionale. Ecco, dev’essere accaduto qualcosa di soprannaturale.Nick: Hai sempre dichiarato che uno degli autori per cui provi maggiormente ammirazione è il purtroppo scomparso Richard Laymon. Laymon è stato uno dei grandi maestri dell'horror ma ultimamente (specie in Italia) è caduto un po’ nel dimenticatoio. Quindi ti chiedo, nell'ordine di parlarne ai lettori italiani e successivamente di raccontarci quali elementi o romanzi apprezzi nella sua opera?
Manzetti: Sono molto legato alla narrativa di Richard Laymon e, personalmente, anche alla sua famiglia; alla moglie Ann e alla figlia Kelly, con le quali collaboro in modo continuativo con grandissimo piacere. Laymon è uno di quegli autori di genere che può insegnare molto a chi vuole intraprendere la carriera di scrittore. Semplicità, idee, ritmo, linearità della struttura narrativa, caratterizzazione dei personaggi, uso sapiente dei dialoghi. Laymon fa scuola ancora oggi, e quando affronta (come accade spesso) il vorticoso mondo dell’adolescenza, si rivela davvero un grande maestro. Per fortuna è stato uno scrittore estremamente prolifico, e ci ha lasciato moltissime opere, diverse delle quali (romanzi e racconti) ancora non tradotte in Italiano, delle quali mi sto occupando. In Italia sono stati pubblicati una decina dei suoi romanzi, ma c’è ancora tantissimo da scoprire, e mancano le cose migliori, a mio avviso. Romanzi come ‘Island’ o ‘Midnight’s Lair’ è davvero strano che non siano già stati tradotti in Italiano. Ma li leggerete presto (insieme ad altri inediti) grazie a Independent Legions, la casa editrice che ho fondato recentemente, che sta diventando un contenitore ‘vintage’ del meglio dell’horror internazionale, specie per le opere cult mai tradotte. Parlo principalmente degli anni ‘80 e ‘90, periodo d’oro dell’horror. Sono un reazionario e un nostalgico, in questo senso. Il mio lavoro come editore è principalmente quello di far riscoprire le grandi gemme dell’horror.Tornando alla tua domanda, di Laymon ammiro la sua immediatezza narrativa, i suoi vividi ragazzi e ragazze, le virate improvvise verso l’horror più crudo, che spesso spiazzano, i suoi plot originali e ambigui.Nick: A parte Laymon, quali sono state le tue maggiori influenze letterarie ? Quali sono stati gli autori che ti hanno influenzato maggiormente, come lettore più che come scrittore? Lo stesso vale naturalmente per i film, serie televisive, musica e tutto quello che ti viene in mente.
Manzetti: Ho già anticipato sopra la risposta, allargando il discorso su Laymon. Ma c’è ancora da dire, da aggiungere, in questo senso. Ne approfitto per uscire dal genere horror, che ho già trattato prima. Autori come Henry Miller mi hanno influenzato profondamente, a vari livelli, le sue dieci o venti improvvise pagine di narrativa vertiginosa, che troviamo spesso incastonate nei suoi romanzi, così creative, sono uniche, è come trovarsi davanti un magnifica cattedrale, dopo essere passati per strette viuzze che nulla del genere lasciavano immaginare. Come ‘scuola’ Hemingway è sempre una fortezza di cui tener conto, da cui imparare continuamente. Borges mi ha sempre affascinato, e qualcosa penso di doverglielo, come visioni e come approccio quasi mistico a certe realtà culturali. Ho sicuramente rubato pezzi dei fantastici personaggi di John Fante, come alcuni momenti di brutalità narrativa e quotidiana dei racconti di Bukowski. A William S. Burroughs devo molto, mi ha aperto gli occhi, mentre in poesia ho sempre ammirato le visioni di Gregory Corso, ancora oggi leggo i suoi versi in alcuni momenti. Poi ci sono libri che da ragazzo hanno sicuramente cambiato le mie traiettorie, prima di tutto come persona e come lettore, che dire di magnifiche opere come ‘Il Maestro e Margherita’ di Bulgakov, ‘Memorie dal Sottosuolo’ di Dostoevskij o dell’’Immoralista’ di André Gide. Tra gli autori italiani, non posso non citare Pier Paolo Pasolini, basta lui per tutti. Ma sono solo esempi tra i tanti. In alcune pagine di questi libri si accende la meraviglia, il carburante degli scrittori. Mi fermo qui, per la letteratura, altrimenti dovrai pubblicare questa intervista a puntate. Ma altre arti sono fondamentali per la mia formazione, più che al cinema (ma mi prendo volentieri Kubrick e Tarantino, giusto per citare due visioni molto diverse e contrapposte) penso alla pittura, alla purezza delle linee di Ingres come ai colori di Gauguin, fino ad arrivare alle spontanee magie di Pollock. Anche la musica è una di quelle muse da non sottovalutare, se Prokofiev sa smuovere le radici più profonde, almeno le mie, I Metallica, Johnny Cash o Lou Reed (per citare quelli che alcune volte hanno fatto da sottofondo, da virtuosa vibrazione, nei miei racconti) parlano linguaggi che creano piccoli intensi mondi da cesellare. Pezzi di quotidiano con cui sporcarsi le mani. Ma, mi ripeto, sono solo pochi esempi, tutti eterogenei, di quello che mi ha cucinato per anni, e continua a farlo. Bisogna guardare in tante direzioni, senza fossilizzarsi. Occorre essere continuamente provocati.Nick: Vorrei suddividere questa intervista in blocchi, in modo da poter dedicare spazio sia all'Alessandro Manzetti scrittore che al Manzetti operatore del settore in Italia e all'estero. Cominciamo a parlare dello scrittore: in questa tua attività da sempre impieghi lo pseudonimo di Caleb Battiago, anzi si può dire che lo utilizzi talmente spesso che col tempo è diventato una sorta di tua seconda pelle. Da cosa deriva questa scelta e, soprattutto, ha un significato particolare per te questo nickname?
Manzetti: Caleb Battiago è lo pseudonimo che uso quando firmo opere di narrativa in lingua Italiana (eccetto per la poesia e la saggistica), mentre sul mercato internazionale, per le opere in lingua inglese, uso il mio vero nome, ormai abbastanza conosciuto. Chissà che un giorno non riuscirò a usare il mio pseudonimo anche all’estero, ormai iniziano ad essere molti, negli Stati Uniti e Inghilterra (mercati dove trovo maggiore spazio) che conoscono la mia doppia ‘anima letteraria’. Non mi piace usare il mio nome, specialmente il cognome, per motivi che affondano nella mia storia personale. Credo di aver già raccontato l’aneddoto della ‘invenzione’ dello pseudonimo di Caleb Battiago: Sergio Altieri è stato il fautore del nome (che è quello di un personaggio a lui caro, che trovate spesso nelle sue opere) mentre il cognome lo ha scelto mia figlia Maja. Il significato del mio nickname Caleb Battiago non è semplicemente quello di assecondare motivi di marketing o di opportunità, ma risiede nella sfera personale, in abissi nei quali è meglio non entrare. Il mio vero nome, in un certo senso, è un peso e lo uso malvolentieri.Nick: Come lettore ti ho scoperto all'epoca di "Naraka - L'Inferno delle Scimmie Bianche" (Mezzotints) e della raccolta di 14 racconti "Parigi Sud 5" (Kipple Officina Libraria) collegata allo stesso universo. In entrambi descrivi un crudele mondo alternativo (se non ricordo male, le opere sono rispettivamente del 2013 e 2014) E sempre in entrambe le opere sono presenti elementi costanti che poi ritorneranno nelle tue opere, quali le perversioni dell'animo umano, le visioni apocalittiche e un evoluzione della razza umana in cui si sviluppano principalmente i lati negativi della nostra razza. Da dove deriva l'interesse per questi temi?Manzetti: Sono molto legato a Kiki, la mia splendida e contraddittoria killer professionista protagonista di due romanzi e di un lungo racconto. La racconto in diversi momenti della sua vita, il lettore può seguire le sue evoluzioni, e comprendere alcune scelte (e personali visioni) che possono sembrare estreme.
Qualche lettore ha trovato delle similitudini col personaggio cinematografico di ‘Nikita’, ma conoscendo meglio le vicende di Kiki la sua natura, e la sua esperienza di vita, è molto diversa e ben più profonda. Non c’è un modello che mi ha ispirato il personaggio di Kiki, se non per il nome, che deriva da Kiki De Montparnasse, personaggio celebre e originale legato al movimento surrealista. Léger, il suo cognome, è invece un omaggio al grande pittore Fernand Léger. Kiki vive in un mondo parossistico, e sopravvive a suo modo. Come solo le donne sanno far fronte ai problemi, alle difficoltà Nelle mie opere, per chi mi conosce, molto spesso uso delle donne come protagoniste delle mie storie, sono le migliori muse per me per raccontare di sensibilità, di contraddizioni, di creatività, di passione, di rabbia, di incertezze e di scelte. Sentimenti che si scontrano nel nostro animo, che creano eventi, che muovono la vita. A livello narrativo è stata una bella sfida narrare e pensare con voce e animo femminile, molte lettrici (proprio loro, in particolare) hanno apprezzato Kiki e altri personaggi femminili che ho messo in scena. Nessuno stereotipo, le mie donne spesso sono ‘tigri’. Ma non solo. Perché le donne sanno essere molte cose tutte insieme.Nick: Leggendo un altra tua opera e cioè la raccolta di dieci storie "Malanima -Storie di Lame e di Presenze" (Kipple Officina Libraria), si ha come la sensazione che la tua narrativa sia, fondamentalmente, un amalgama di horror e di weird mescolati al bizzarro, e che tu ti diverta spiazzare i lettori distruggendo tutti i canoni prestabiliti e di rompere con le tutte le standardizzazioni. E' un'impressione sbagliata la mia?Manzetti: Malanima rispetto alle altre mie opere ha una natura e caratterizzazione diversa. All’epoca dell’uscita del libro ancora non era nota l’identità di Caleb Battiago (rivelata poi dopo qualche mese) e in questa raccolta, che ho firmato col mio nome, ho cercato di differenziare lo stile e gli obiettivi. In questo caso la presenza del soprannaturale (anche se come metafora) è più evidente, il fil rouge della raccolta è rappresentato dalla Mietitrice, dalla Morte che interviene nelle vicende attraverso tante diverse maschere, che si porta via le vittime, magari dopo averle usate. Lo stile di queste storie, eccetto alcuni passaggi, è meno diretto e crudo, forse più tradizionale, anche se è sempre di difficile catalogazione, come genere, come tu stesso hai notato. Credo poco nei generi, nelle classificazioni, per cui percorro strade diverse e parallele; in questa raccolta, come in altre opere, si trovano varie contaminazioni di generi e sottogeneri: thriller, weird, horror, splatter e pulp. In Malanima manca la componente SCI-FI che spesso è protagonista, come sottofondo tecnologico e sociale, di molti miei libri, come anche il bizzarro, il gore e gli ingredienti di epic-horror con cui ho condito alcuni racconti a sfondo storico, divertendomi a ribaltare il vecchio west, l’impero azteco, le crociate ecc.Dunque, sì, niente standardizzazioni, non servono allo scrittore e tantomeno al lettore.Manzetti: Questo progetto, per la parte relativa alle interviste, ha lontane radici.
Gran parte delle interviste contenute in Monster Masters sono state pubblicate, anni fa, in Inglese e Italiano, sul mio blog Il Posto Nero (oggi non più attivo, manca il tempo per occuparmene). Stefano Fantelli, curatore della nuova collana di saggistica ‘Suture’ di Cut Up Publishing, si è mostrato interessato a pubblicare questi contenuti, e abbiamo creato un nuovo progetto, includendo le interviste, aggiungendone altre, integrando il format del saggio con alcuni racconti inediti in Italiano di alcuni grandi maestri (che ho personalmente tradotto) con miei interventi di approfondimento, una sezione dedicata alle opere perdute o non pubblicate di Stephen King, con la pubblicazione di un capitolo del saggio ‘Stephen King – Uncollected Unpublished’ di Rocky Wood, saggio pubblicato integralmente da Kipple Officina Libraria nel volume dal titolo ‘Stephen King – Le Opere Segrete del Re’. Completano il libro una selezione di 66 libri horror da salvare in caso di un nuovo Diluvio Universale (non si sa mai), fantastiche illustrazioni a colori di Vincent Chong e alcune illustrazioni di Paolo Di Orazio, che ha curato anche il progetto grafico del saggio (molto innovativo nella forma e nella struttura). Si tratta di una pubblicazione molto particolare, credo non ci sia nulla di simile in commercio, in Italia. Monster Masters ha un approccio assolutamente non scolastico, come saggio, mi piace dire che è a ‘presa diretta’, ossia lascia grande spazio ai protagonisti, sia attraverso le interviste che i racconti inclusi; io mi sono semplicemente preoccupato di stimolare gli autori con domande ficcanti, e di selezionare i contenuti di narrativa da leggere, analizzandone in sintesi le caratteristiche stilistiche e di struttura narrativa per una lettura analitica dei testi di fiction. Il protagonista di un saggio a mio avviso non dev’essere il curatore, ma i contenuti stessi che esso raccoglie e analizza; nel caso di Monster Masters si tratta di contributi straordinari e inediti, di aneddoti e riflessioni di maestri del genere come King, Straub, Campbell, Lansdale, Ketchum, Keene, Laymon, Maberry, Masterton, e tantissimi altri, testimonianze che a partire dalla horror fiction sforano anche verso il cinema e il fumetto di genere. Un libro bellissimo, in formato cartaceo, da collezione, che consiglio a tutti gli appassionati. Scoprirete molti segreti dei vostri autori preferiti, e vi divertirete a leggere i racconti e gli altri particolari contenuti di questo atipico saggio, che Paolo Di Orazio ha voluto generosamente definire come ‘la nuova Bibbia dell’horror, ammesso che ce ne sia mai stata una’Manzetti: L’intervista con Brian Keene non è stata facile da ottenere, ho dovuto usare una creativa escamotage che non posso rivelare, ma poi ne è venuto fuori qualcosa di straordinario; praticamente si ripercorre l’intera carriera dell’autore, con approfondimenti sulla sua completa produzione, con aneddoti e informazioni davvero gustose. Fatto sta che lui stesso, quando finimmo l’intervista, scrisse sul proprio blog (molto seguito dai suoi fans), un post che più o meno diceva questo: ‘per tutti quelli che continuano a farmi domande sul mio lavoro, seguite questo link e troverete tutto quello che vi serve’
Tra le altre interviste, ho trovato molto interessante quella con Ramsey Campbell, fuori dai soliti standard, straordinaria e, a livello affettivo, una delle nuove interviste aggiunte al progetto con Cut Up Publishing, quella con Ann Marshall Laymon, moglie dello scomparso Richard Laymon, che mi ha consentito di pubblicare toccanti ricordi della carriera di questo grande autore, informazioni preziosissime; da dove ha tratto ispirazione per molti suoi romanzi (scoprirete che la realtà è una delle migliori Muse, anche per Laymon), come organizzava la sua giornata di lavoro, e tante altre chicche.Ma ogni intervista che troverete in Monster Masters è ricca di spunti inediti di grande interesse per gli appassionati. E non dovete perdervi il comparto fiction, con racconti molti diversi l’uno dall’altro.Nick: Pubblichi spesso pubblichi direttamente in lingua inglese e questo ha fatto si che alcune tue opere (cosa rara per uno scrittore italiano) fossero pubblicate su riviste ed antologie internazionali arrivassero in finale di premi prestigiosi: in particolare la tua raccolta di poesie dark "Venus Intervention" (Kipple Officina Libraria, 2014 scritta assieme a Corinne De Winter) è stata nominata per il Bram Stoker Award 2014, per il Rhysling Award 2015 ed anche per l' Elgin, mentre la raccolta di poesie ‘Eden Underground’ (Crystal Lake Publishing, 2015), insieme al racconto ‘The Massacre of the Mermaids’, ha raggiunto il Preliminary Ballot del Bram Stoker Award 2015, ed ha ricevuto anch’essa una nomination all’ Elgin Award 2016 e al Rhysling Award 2016. Raccontaci di queste esperienze.Nick: Torniamo un attimo a parlare della tua attività all'estero: pochi mesi fa sei diventato l'Italian Rappresentative della Horror Writers Association (in parole povere l'associazione che raccoglie a livello mondiale tutti gli scrittori horror e che, tra le altre cose organizza gli annuali premi Bram Stoker Awards) In cosa consiste questa carica nello specifico e quali iniziative intendi lanciare o applicare per il nostro paese? Più in generale, ci puoi raccontare qualcosa sui piani e sulle attività che intende praticare la HWA? Da più parti si vocifera di un generale rinnovamento e mi piacerebbe capire se è vero o meno.
Manzetti: Anche questo è un nuovo progetto. La HWA Italy, la filiale Italiana (chiamata Chapter) della Horror Writers Association, è stata formata a Dicembre 2015, e ne sono responsabile come Italy Representative, come per le altre attività in Italia che riguardano la Horror Writers Association. Ad oggi contiamo 27 membri, abbiamo creato un programma di servizi e opportunità riservate agli associati Italiani davvero concreto, consultabile online sul sito web www.horroritaly.org che, grazie alla partnership con diversi Editori Partner Italiani (Independent Legions, Cut Up Publishing, Kipple Officina Libraria, Acheron Book, il Magazine Splatter, Edizioni Hypnos) offre submissions riservate per pubblicazioni in antologie, premi per romanzi inediti, gift pack (quattro libri di grandi maestri internazionali che i nostri associati riceveranno ogni dicembre in omaggio), e tanti altri servizi innovativi, che completano quelli standard (anch’essi molti) già offerti dalla HWA Corporate.
Saremo presenti con stand e spazi espositivi alle principali manifestazioni editoriali Italiane (con le pubblicazioni dei nostri associati esposte), e presto organizzeremo la prima convention annuale, in Italia naturalmente. Presto sponsorizzeremo anche eventi non organizzati da noi. Tutto questo grazie ai finanziamenti di cui possiamo fruire da parte della Horror Writers Association corporate, la più antica, grande e influente associazione di autori e professionisti di genere, che oggi conta oltre 1.400 membri in tutto il mondo.Posso dirti che pur essendo partiti da poco, già oggi la filiale Italiana, per la comunicazione, le attività organizzate e il programma di servizi dedicati innovativo, viene già ritenuta dalla Horror Writers Association un modello per le altri filiali internazionali. Capita, alle volte, che l’Italia sia all’avanguardia, questo è uno dei casi, e suggerisco a scrittori, professionisti del settore e appassionati di consultare il nostro sito web, informarsi su ciò che stiamo facendo e contattarci per avere maggiori informazioni. Prima di rendervi conto che potreste essere esclusi dalle tante opportunità, che presto vedrete concretizzate a favore dei nostri associati.Nick: Cosa conoscono all'estero della nostra narrativa di genere (se la conoscono) e che idea se ne sono fatti?
Manzetti: Purtroppo all’estero la nostra narrativa di genere è piuttosto sconosciuta, le traduzioni sono pochissime. Ma negli ultimi tempi si sta muovendo qualcosa; alcuni autori Italiani, oltre me, stanno iniziando a proporsi in lingua inglese, tra i quali Paolo Di Orazio e Stefano Fantelli e Nicola Lombardi, che hanno partecipato alla edizione in corso del Bram Stoker Awards.Le attività della HWA Italy, essenziali, stanno creando interesse e molti contatti tra gli autori Italiani e il mercato anglosassone. Credo che la situazione sarà molto diversa nel giro di due o tre anni, quando alcuni autori Italiani, quelli dotati di maggior talento, potranno competere in ambito internazionale offrendo alla nostra narrativa riconoscibilità e caratterizzazione; servono tre o quattro autori in grado di trainare poi il resto della truppa italica, aprendo tante altre opportunità. Il tallone di Achille è sempre quello della lingua e delle necessarie (e costose) traduzioni sulle quali gli editori Italiani sono restii ad investire, non conoscendo bene il mercato estero. Ma le nuove leve, i nuovi autori Italiani che appariranno sullo scenario dell’horror tra qualche anno, probabilmente supereranno molto più facilmente il gap della lingua; oggi l’inglese è senz’altro molto più diffuso (e utilizzato) in Italia rispetto a dieci o venti anni fa. Questo gruppo di nuovi intepreti, insieme ai pionieri che saranno riusciti ad aprire qualche importante breccia, rappresenteranno la nuova frontiera dell’horror italiano, quello con visibilità internazionale. Posso assicurarvi per esperienza diretta che il mercato estero è molto più aperto del nostro, e che gli autori italiani, se ben tradotti e dotati di talento e personalità, sono molto appetibili. Insomma, purtroppo adesso si tratta di lavorare partendo da zero, l’eredità del lavoro fatto (o non fatto) finora è pari allo zero, grazie alla scarsa capacità e visibilità di editori italiani e operatori del settore che hanno creato il falso mito dell’impossibile, in riferimento a mercati importanti per il genere come quello statunitense o inglese.Ma la strada intrapresa oggi è quella giusta. Ne riparleremo presto.Io, da parte mia, sto offrendo il massimo supporto possibile a diversi colleghi Italiani, approfittando dei canali e delle relazioni che sono riuscito a crearmi sul mercato internazionale in questi ultimi anni. Nick: Dal tuo punto di vista di addetto ai lavori qual'è lo stato di salute della narrativa e dell'editoria di genere italiana e quale sarebbe la ricetta, se ne hai una, per migliorare lo stato delle cose?Manzetti: L’editoria Italiana è malata, terminale, e tale resterà, col respiratore ficcato in gola, almeno finché non cambieranno le persone che spingono i bottoni (parlo dei manager super-pagati delle case editrici major ma anche dei piccoli baroni e feudatari della media editoria) la salute non potrà migliorare. Ci vuole un ricambio totale, idee nuove, persone con competenze specifiche, ma anche le regole e l’etica del lavoro dovrebbero essere totalmente riviste. L’offerta dell’editoria Italiana è ai minimi termini, questo è sotto gli occhi di tutti, sia in termini di qualità della proposta che di vendite (a parte i soliti pochi casi), e la cosa sembra una contraddizione. Eppure è proprio così, ‘schiacciare’ la qualità per allargare al massimo l’audience potenziale continua (ovviamente) a non pagare, e così si stanno allontanando anche i buoni lettori, stanchi della seriale ripetitività di format letterari commerciali senz’anima. Si dovrebbe fare letteratura, non hamburgers in serie.Figuriamoci i giovani lettori, che non vengono presi in considerazione, ai quali non viene dedicata un’offerta qualitativa che possa poi farli crescere e trasformare nei buoni o forti lettori di domani, che invece sono facilmente catturati da altre forme di intrattenimento. Questo trend non potrà che peggiorare. Gli investimenti delle major sono più che altro dedicati a pagare i lauti stipendi di una generazione vorace di baroni, editor e curatori di collana, che fanno del nepotismo la loro migliore competenza. E quando si devono ridurre i costi, perché le vendite calano, vengono fatti fuori editor, traduttori, personale specializzato e giovane. Vengono fatte fuori le nuove idee.Per l’esportazione di titoli di nostri autori all’estero, ormai i nostri editori di punta non riescono più a fare affari nelle fiere, sono comprimari che cercano solo di trovare l’autore giusto, naturalmente straniero, per fare il colpaccio di vendite nell’immediato, magari replicando qui da noi le idee e i format editoriali che hanno funzionato all’estero. Senza programmazione, senza strategie, senza pensare a domani.Servono nuove risorse, idee, competenze, regole e etica del lavoro. Non conosco altra ricetta che questa.Il problema è nella proposta, non nel formato digitale o cartaceo, anche se oggi naturalmente contano molto anche le nuove dinamiche di distribuzione, elettronica e non, per le quali servono risorse specializzate e un nuovo approccio.Autore di narrativa horror e weird, poesia dark, editor e traduttore. Ha pubblicato, in Italiano e Inglese, col proprio nome e con lo pseudonimo di Caleb Battiago, varie opere di narrativa e poesia, tra le quali due romanzi, Naraka - L'Inferno delle Scimme bianche e Shanti - La Città Santa, vari racconti e raccolte di poesie dark, in formato ebook e paperback, tra le quali Limbus, Weird West Blues, Parigi Sud 5, I Giorni della Gallina Nera, Vessel, Mictlan,Tenderloin Sud 5 (con Gene O'Neill come coautore), Midnight Baby. Tra le opere in lingua inglese ha pubblicato raccolte di racconti, tra le quali The Massacre of the Mermaids, The Shaman, Dark Gates con Paolo Di Orazio come co-autore, Stockholm Syndrome con Stefano Fantelli come coautore, e le raccolte di poesie dark, Venus Intervention ed Eden Underground. Diversi suoi racconti e poesie sono stati pubblicati su magazines e antologie in Italia, Stati Uniti e Inghilterra, tra i quali The Horror Zine, Dark Moon Digest, Devolution Z Magazine, Disturbed Digest, Illumen Magazine, Rhysling Anthology, Bones III Anthology. La sua raccolta di poesie dark Venus Intervention, con Corrine de Winter come co-autrice, ha ricevuto una nomination per il Bram Stoker Awards 2014 e per l'Elgin Award 2015. Sue poesie hanno ricevuto la nomination al Rhysling Awards 2015 e 2016. La sua nuova raccolta di poesie Eden Uderground ha ricevuto una monination per l'Elgin Award 2016, ed è arrivata al ballottaggio preliminare del Bram Stoker Awards 2015 (insieme al racconto 'The Massacre of the Mermaids). Sei dei suoi racconti hanno ottenuto una recommendations da Ellen Datlow per il Best Horror of the Year 2014. Ha tradotto opere di Ramsey Campbell, Richard Laymon, Poppy Z. Brite, Graham Masterton, Gary Braunbeck, Lucy Snyder, Lisa Morton e Gene O'Neill. E' fondatore ed Editor in chief di Independent Legions Publishing, Italian Representative per la Horror Writers Association, curatore della collana K-Noir di Kipple Officina Libraria, e responsabile dei diritti esteri per Cut Up Edizioni. Sito Web:www.alessandromanzetti.net