Isabella Grassi ci presenta Michela Gecele
Salve a tutti!
Oggi voglio stravolgere un po’ quella che è la forma solita dei miei interventi tra queste pagine. D’altronde come recita un famoso spot pubblicitario: “Meglio cambiare, no?” Quindi anticipo quelli che sono i ringraziamenti, rivolti a tutte e tutti voi per l’attenzione e la pazienza che ogni volta mi accordate ma soprattutto, anche in questo caso, alla bravissima Isabella Grassi che ci ha voluto concedere un’altra delle sue interviste! Per concludere questo mio breve cappello iniziale voglio invitare tutte e tutti voi a scoprire i romanzi dell’autrice intervistata e a gustarveli come meritano.
Ma ora è tempo che io taccia e lasci la parola a Isabella Grassi e alla sua intervista Michela Gecele. A loro la parola:
Oggi ho intervistato per voi Michela Gecele, una scrittrice di romanzi gialli, autrice di “I fiumi sotto la città” e di “La spiaggia dei ricordi morti”, entrambi per Edizioni Forme Libere (della serie Ada, torte e delitti) che insieme a “Il Grisbì” di Giovanni Bertani per il medesimo editore, saranno presentati a Parma il 19 marzo 2016 durante “Un pomeriggio in giallo” alla Libreria Piccoli Labirinti, evento presentato da Massimo Beccarelli.
Si descriva in tre parole.
In equilibrio, instabile
Cosa l’ha spinta a scrivere?
Il primo giallo nasce da una reazione alle riunioni di condominio… Però ho sempre scritto, più sul versante della saggistica.
Descriva i momenti che dedica alla scrittura e come si inseriscono nella quotidianità.
Possibilmente al mattino, possibilmente presto. Ma dipende dalle giornate, dagli impegni, dall’energia, dall’umore, dalla luce ecc ecc. La mia situazione ideale è scrivere, a mano, sorseggiando una bevanda calda e mangiando una fetta di torta, in un caffè, in qualsiasi parte del mondo. In questo assomiglio alla mia protagonista.
Durante la scrittura del suo romanzo come ha creato i suoi Personaggi e l’Ambientazione? Si è rifatto a esperienze personali direttamente?
I personaggi iniziano da un particolare: il nome, un gesto, un luogo, un tratto del carattere. Poi si compongono in una storia, acquisiscono un passato, dei modi di esprimersi, scegliere, amare, fuggire, arrabbiarsi, soffrire, trovare motivazioni alle giornate. Una volta nati, continuano a vivere la loro vita, anche al di fuori delle pagine del libro. Questa è una cosa che mi piace molto.
Come descriverebbe la sua tecnica di scrittura?
Credo che sia in continuo cambiamento, in evoluzione. O almeno, mi piace pensarlo. I diversi modi di costruire una stessa scena o narrazione, sono come dei processi di traduzione e la traduzione è una forma letteraria che mi affascina.
Descriva in tre parole il libro o il personaggio principale.
Curiosa, passionale, lucida.
Perché si dovrebbe scegliere di leggere il suo romanzo?
Parliamo di due romanzi, i primi di una quasi-serie, intitolata: Ada torte e delitti. Credo che leggerli sia piacevole, che non richieda sforzo. Possono essere libri di relax e intrattenimento, anche se sono densi di contenuti. A partire dalla città di Catania (e anche da Berlino, città natale della protagonista, catanese d’adozione), che accoglie il lettore con generosità. per tutta la durata della narrazione. Per continuare con i temi social-sociologici, necessariamente toccati, per professione, da Ada Hartmann, e con le tante torte (ci sono anche i vini). E poi c’è Ada stessa. Insieme a tutti gli altri personaggi dei due racconti. Personaggi che, come dicevo prima, diventano persone. Improvvisamente, a un certo punto della lettura, il lettore non è più spettatore. Entra nella vicenda e nella città, negli incontri, nei fatti e nelle ricostruzioni. Entra in pieno in storie che trattano di morte e quindi, profondamente, di vita.
Perché un romanzo di genere?
Sono romanzi di genere perché sono gialli. Non voglio eludere la domanda, penso che sia proprio così. C’è un morto (o morta) ammazzato, c’è qualcuno che indaga, ci sono divagazioni ed indizi. C’è ragionamento, curiosità, ricerca al di là delle apparenze, immedesimazione, domande, ricerche. C’è dolore, buio e resistenza. Alla fine si scopre l’assassino (o l’assassina), anche se qualcosa rimane sempre aperto.
Faccia una breve descrizione della sua opera, che non sia meramente riassuntiva.
Un omicidio in una cantina di Catania, una persona scomparsa a Berlino. Ada Hartmann è il trait d’union fra i due fatti. Per questo deve indagare e lo fa mettendo in gioco e in discussione, tutto il suo piccolo o grande mondo ne “I fiumi sotto la città”. In “La spiaggia dei ricordi morti” Ada “inciampa” in un morto sulla spiaggia. Un morto che non è il vero morto (non quello ammazzato), ma che apre curiosità e storie del passato. L’indagine riguarderà un mistero irrisolto nella Catania degli anni ’60.
Cosa pensa che la lettura del romanzo lasci al lettore?
La voglia di mangiare una fetta di torta, di andare a Catania (e a Berlino), di conoscere di più Ada Hartmann. E di vivere, osando.
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Salutata l’autrice, vi presento ora i romanzi.
I fiumi sotto la città”,
Edizioni Forme Libere
(primo giallo della serie Ada, torte e delitti)
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C’è qualcosa che lega la scomparsa di Rose da Berlino con l’omicidio di Umberto nell’antico quartiere catanese di San Berillo? E’ la domanda che tormenta la protagonista Ada Hartmann quando il vecchio palazzo nobiliare dove vive Ada diventa scena del delitto dentro le viscere della Catania storica. Insospettita da alcune strane coincidenze che ruotano attorno alla sua amica archeologa Rose, Ada si immagina un tassello di un disegno più ampio. La casa o i suoi abitanti forse nascondono un mistero.
Nel procedere del romanzo si impara a conoscere Ada Hartmann, tedesca di Berlino ovest, trasferitasi nella ben più solare Catania, dove insegna Sociologia degli spazi urbani all’università. Autoironica frequentatrice dell’oracolo cinese, ama perdersi per le strade delle città, per poi ritrovarsi in qualche caffè o pasticceria. Ada è una insaziabile consumatrice (e produttrice) di torte e di misteri, ma il lettore ben presto la scopre curiosa e interessata alla vita e alla morte altrui ed impara ben presto come la protagonista sia soprattutto interessata agli omicidi in cui si imbatte.
Man mano che il libro procede l’autrice svela il carattere ed i gusti di Ada e si imparano a conoscere i luoghi che nello stesso vengono descritti.
E’ un libro visto al femminile dove bene si intersecano elementi nordici con il calore della Sicilia.
E’ un giallo come ha già precisato nell’intervista l’autrice, ma non è difficile ritrovarvi anche dei toni che lo possono avvicinare ad un romanzo rosa, dove i sentimenti fanno da cornice a tutta la vicenda.
L’amicizia viene infatti esaminata sotto diverse forme e sotto diversi aspetti, ed il lettore si ritroverà spesso a fare riflessioni più intimistiche per poi improvvisamente essere nuovamente catapultato nella suspence delle indagini di omicidio.
Ma analizziamo anche il secondo libro:
La spiaggia dei ricordi morti”,
Edizioni Forme Libere
(secondo giallo della serie Ada, torte e delitti)
La vicenda si svolge pochi mesi dopo la prima, la protagonista è sempre Ada Hartmann e si apre con lei che cammina sulla Plaja di Catania.
Il lettore viene quindi subito catapultato in un ambiente solare dove il mare si interseca e fa da cornice alla vista sull’Etna e sulla città siciliana.
L’inizio quindi potrebbe far pensare ad una storia d’amore ma l’illusione dura poco, ben presto infatti appare un elemento assai dirompente: un morto, proprio sulla spiaggia, sulla spiaggia dove normalmente i bambini giocano a palla. Inizia così la seconda avventura di Ada.
La sociologa berlinese residente a Catania, è un’investigatrice a tutti gli effetti, ed il suo modo di analisi e deduzioni non si discosta da una ben più celebre signora in giallo, protagonista di una celebre serie televisiva.
Naturalmente, insieme ai delitti, anche in questo romanzo tornano le sue torte, che Ada sovente prepara ma che altrettanto spesso si concede.
La Catania degli anni ’60 emerge in maniera prevalente nella narrazione e pervade l’opera, la protagonista descrive assai minuziosamente l’ambientazione della città siciliana di quei tempi, con i suoi miti di progresso e crescita e i suoi scheletri non troppo nascosti. La città etnea è quindi ancora una volta protagonista, anche più che nella prima avventura di Ada.
Emergono emozioni e voci del passato, e spesso i dialoghi anche incalzanti sono intervallati dalle riflessioni di Ada, che illustra così fatti passati e personaggi sia vivi che morti.
E la tecnica narrativa utilizzata li rende tutti ugualmente presenti e vividi, anche quando compaiono solo nel ricordo.
Eventi politici, trasformazioni urbanistiche ed edilizie, moda, film rigorosamente anni 60 diventano nuovamente attuali e passato e presente si sovrappongono, in un crescendo di patos e coinvolgimento.
Sia i protagonisti del romanzo che il lettore si lasceranno turbare dalle vicende umane al di là del tempo.
Consiglio quindi la lettura di questi romanzi non solo agli amanti del genere giallo ma anche a chi ama i sentimenti, a coloro che sono ancora affascinati dai mitici anni 60, agli amanti della Sicilia e perché no, anche a coloro che vogliono scoprire qualche segreto di pasticceria.