Un vero piacere parlare con una persona di gentilezza squisita come lei, disponibile e simpatica, mai banale nelle risposte.
E finalmente una regista che ci può far onore anche all'estero.
Bando alle ciance e cominciamo subito:
1) Dicci chi è Luna Gualano e che cosa ha fatto fino a questo momento.
Ho sempre avuto una grande passione per la recitazione ma a 26 anni ho capito che la mia vera vocazione era quella di stare dietro la telecamera. Ho cominciato girando videoclip musicali e spot e ho avuto il piacere di collaborare con grossi nomi, facendo tantissima esperienza. Nel 2013, poi, ho finalmente esordito con la mia opera prima in ambito cinematografico.2) Ho visto che hai curato, tra le altre cose, uno speciale su una serie di film per la tv in cui erano impegnati numerosi figli d'arte: ma davvero il cinema italiano sta diventando una cosa per figli e parenti d'arte?Purtroppo l'Italia ha sempre strizzato l'occhio ai legami parentali. Comunque non credo sia sempre necessariamente un male: conosco dei "figli d'arte" con tantissimo talento (giusto per fare un esempio Cesare Rascel e Adelmo Togliani) che possono addirittura essere sottovalutati a causa del cognome che portano. Insomma, non generalizzerei: se ti dai da fare, sgomitando qua e là c'è posto per tutti.3) Parlaci del progetto Psychomentary di come è nato e di come è cresciuto.Il film nasce dalla mia collaborazione con Giorgio Amato, che, oltre ad essere un bravissimo sceneggiatore, è anche un collega e grandissimo amico e Andrea Iervolino, che in quel momento era alla ricerca di un progetto di questo genere. Io avevo un vecchio soggetto che Giorgio ha completamente reinterpretato dandogli nuova vita. Per esigenze produttive abbiamo dovuto fare tutto molto in fretta: dalla stesura della sceneggiatura alla consegna del film in duplice lingua non sono passati neanche otto mesi. 4) Esordisci con un horror ( anche se forse la definizione è un po' restrittiva riguardo al tuo film): sei una delle poche registe in questo genere: ma l'horror è un genere per soli uomini?Più che Horror in questo caso parlerei di thriller sociale. In generale, io amo il genere horror (la mia seconda opera sarà un horror vero e proprio) e credo che la poca presenza femminile, nel genere, dipenda dalle scelte delle stesse registe. Spesso molte mie colleghe sentono la necessità di dover rimarcare il loro impegno nel sociale (spesso proprio trattando tematiche "femminili") o dare sfoggio di un intellettualismo non necessario. Credo che spesso derivi da un'insicurezza non ancora completamente superata. A me, al contrario, interessa solo raccontare una storia, indipendentemente dalla mia appartenenza al genere femminile. 5) Una cosa che mi ha colpito del tuo film è la scelta delle musiche, veramente anticonvenzionali : ce ne puoi parlare?La selezione musicale è stata fatta assieme ad Emiliano Ra-B, produttore della scena indipendente romana e mio compagno di vita. Grazie a lui, ho avuto modo di scoprire tantissimi artisti della realtà capitolina. In italia spesso non ci si rende conto di essere circondati da veri e propri talenti, che meriterebbero palcoscenici più vasti ed una notorietà molto maggiore di quella che spesso hanno.
Ti ringrazio tantissimo per questa intervista, avere la possibilità di parlare del proprio lavoro è importantissimo, specialmente per quei progetti che nascono "dal basso" per poi evolversi. Spero di aggiornarti presto circa il mio prossimo film!
Un grazie va a Luna e a tutto lo staff che ha permesso la realizzazione di Psychomentary, un film da vedere assolutamente!