Eccoci arrivati alla terza Intervista d'Artista!!!
Oggi BHOBLOG ospita la voce di un affermato fotografo, Daniele Fontana.
Daniele si occupa di fotografia da molti anni: ha acquisito molte esperienze in questo campo, dedicandosi ai vari settori: landscapes, outdoor, matrimoni, collaborazioni con aziende importanti e ritratti. Daniele ha viaggiato molto e ora, dopo aver vissuto per anni, tra Milano e Londra, si è trasferito ai confini paradisiaci di un'isola straordinaria: la Sardegna.
Ciao Daniele, grazie per aver acconsentito a partecipare a questa terza Intervista d’Artista, una novità del BHOBLOG, che ha come obiettivo di dar voce a molti artisti diversi, molto trasversali tra loro: fotografi, illustratori, designer, pittori, musicisti, scultori e tanti altri.
Iniziamo:
1. Quando hai scattato la tua prima fotografia? E con che modello di macchina fotografica? Da quel che mi ricordo, durante la mia adolescenza, convecchie macchine a pellicola formato 110 e polaroids. Non ero per nulla attratto dalla fotografia, scattavo solo per immortalare momenti come gite domenicali, in parchi e cose del genere; mi divertiva invece cambiare i rullini!Crescendo poi le fotografie diventavano un elemento di divertimento con amici nel rivederle, riderci su e ricordare quei momenti.
2.
Quali sensazioni provi quando scatti una foto? Nella paesaggistica ho trovato un connubio perfetto tra passione per l'outdoor e fotografia. Mi piace passare tempo in esterno, soprattutto da quando vivo in Sardegna dove ho l'imbarazzo della scelta tra mare, colline, boschi, dune etc...3. Sul tuo sito (www.danielefontana.com), si possono vedere molte bellissime fotografie. Fotografi una grande varietà di soggetti: landscapes, matrimoni, prodotti, animali, fiori. Hai qualche preferenza particolare? E perché? Grazie mille. Ogni campo fotografico ha la sua sfida e comporta determinate conoscenze tecniche per essere svoltoal meglio. Cerco di usare tutte le nozioni che assimilo nei vari campi per intercambiarle tra loro, dando così vita ad intrecci molto interessanti e spesso imprevedibili. In questa maniera si scoprono filoni per idee, si estrapolano dettagli e particolari e si lavorano per perfezionarli.
Non ho preferenze, anche se ultimamente adoro scattare ritratti in ambientazioni esterne magari già perlustrate e fotografate per delle sessioni di paesaggistica in precedenza. Il perché è semplice: riesco ad unire ritratto e paesaggistica.
4. Parlaci di Luce di Gallura. Luce di Gallura nasce da un mio bisogno di rivalutare il territorio intorno a me. Un'esplorazione intima e personale, sia in termini di qualità della luce che umana.
5. Ogni luogo racconta una storia. Qual è il tuo modo di leggere un luogo che fotografi? Su quali aspetti ti piace soffermarti?
Dipende da come "vedo" la fotografia che ho in mente se in bianco e nero, a colori o con interventi di post produzione. Queste guidelines mi offrono una direzione per gli scatti. Studio un posto o una particolare inquadratura, secondo le varianti di come la luce si propone nella zona, nelle differenti ore della giornata.6. Tavolara: uno dei tuoi soggetti preferiti. Spesso hai la fortuna di immortalare le sue forme, i suoi indescrivibili chiaro-scuri. Cosa si prova a scattare una foto d’artista davanti a sua maestà Tavolara? Tavolara. I miei archivi fotografici pullulano di sue foto. Con la neve, a mezzanotte sotto un cielo stellato, in estate in inverno, con maestrale, scirocco. Spesso mi dico: "Basta, sono stanco di fotografare il mare con Tavolara, perennemente all'orizzonte!", ed immancabilmente due mattine dopo, se non il giorno dopo, sono in qualche spiaggia ad aspettare il sole sorgere.
Le sfumature, i colori, le tonalità dominanti che Tavolara assume sono sempre diverse, dalle centinaia di volte passate, per cui scatto come fosse la prima foto, cercando, anzi, di immortalarla nel pieno della sua maestosità. Diciamo che, poiché Tavolara si trova proprio di fronte a dove vivo, è una tappa fondamentale della zona. Di recente, ho avuto modo di scalarla per la prima volta dopo anni che la fotografavo, ed è stata una grande emozione che, insieme alle fotografie con la neve, hanno contribuito a creare un senso di totalità.
7 . Raccontaci la tua scelta stilistica di fotografare la Sardegna durante le ore dell’alba.8. Come si vive in Sardegna? La Sardegna è ancora uno di quei pochi posti in Italia che ancora offre una vita a portata d'uomo, anzi, molto spesso dove l'uomo, in mezzo all'elemento natura, è un piccolissimo ospite. Come in qualsiasi luogo, ci sono i pro e contro. Qui riscontro troppo isolamento sociale e lavorativo nei mesi invernali, ma presto è già primavera. Personalmente trovo la vera bellezza della Sardegna nei mesi di autunno, inverno e primavera. Dipende da quello che una persona cerca: io mi sento “ospite del mondo” per cui, come dicevo prima, sento il bisogno, quasi dovere, di documentare al massimo i posti che visito o nei quali mi trovo a viverci per più tempo.
Resta il fatto che, dopo 6 anni trascorsi a Londra, ritornando in un'ambiente cosi graziato da bellissima e differente natura, ho scoperto, apprezzato ed iniziato ad esplorare qui la fotografia paesaggistica. Per questo ed altri motivi, rimango molto affezionato alla Sardegna, che non smette mai di insegnarmi qualcosa, positiva o negativa che sia.
9. Hai mai pubblicato un libro? Hai mai pensato a collaborazioni con autori di poesie? A dire il vero mi piacerebbe moltissimo pubblicare un libro. Tempo fa, contattai un editore che rimase colpito dalle fotografie di Luce di Gallura, ma purtroppo mi spiegò gli oramai elevati costi di stampa dei libri in rapporto al calo della vendita degli stessi. Non riuscii, quindi, nell'intento di pubblicarlo. Trovo che la collaborazione con autori di poesie possa essere una cosa molto stimolante 10.Se la tua fotografia fosse un quadro famoso, sarebbe… Un qualsiasi quadro di Vermeer.