3. Tu Antonietta, sei la responsabile dell’Ufficio Stampa della Pellegrini Editore. Ci parleresti di questo? Di cosa ti occupi principalmente?
4. Ci spigheresti come si articola, in maniera analitica, un Ufficio Stampa? Faccio un esempio per spiegare un segmento del mio lavoro: la pubblicazione di un libro è accompagnata dall’idea di farlo conoscere; quindi si prepara un comunicato stampa accattivante quanto basta per suscitare una certa curiosità nei media e nel pubblico e si inizia una sorta di tam-tam diversificato perché quel libro possa essere conosciuto e, ci si augura, letto da molti lettori e recensito da giornalisti e critici che, si sa, possono fare la fortuna di un libro. 5. Perché un’azienda, come una casa Editrice, ha bisogno di un Ufficio Stampa? Perché oggi, come ben sappiamo, la pubblicità muove tutto e un libro, nel mare delle pubblicazioni contemporanee, ha bisogno di visibilità e di immagine. 6. Cosa bisogna fare ad oggi in Italia per avere la possibilità di curare un Ufficio Stampa di una casa editrice? Basta un diploma di maturità” o è necessaria la laurea in Scienze umanistiche per poterlo praticare? Oppure non bisogna avere nessuno delle due? Insomma cosa bisogna fare? Ci indicheresti un percorso da perseguire? Intanto è necessario essere un giornalista pubblicista per entrare in un ufficio stampa, quindi bisogna aver lavorato in una redazione di qualsiasi tipo, anche come collaboratore esterno. La laurea ritengo sia fondamentale, anche se si può iniziare il praticantato anche senza la laurea, ma poi è titolo necessario. La laurea in Scienze della comunicazione oggi si predilige ma , per esempio, io ho una laurea in lettere moderne.
7. Ora passiamo a parlare della casa editrice Pellegrini.
11.Ci sapresti dire dove possiamo acquistare i vostri libri? Si possono acquistare in libreria e, consultando il nostro sito www.pellegrinieditore.com , si possono conoscere le librerie più vicine al luogo dove si abita o anche on-line 12.Ci daresti qualche link per seguire le vostre attività? Il nostro sito già citato e anche siamo presenti su Facebook. 13.Ci sveleresti i tuoi progetti futuri e quelli della Pellegrini Editore? Ogni giorno nasce un progetto nelle stanze perché incontriamo autori e progettiamo libri e iniziative, niente dunque è definito , tutto in movimento.
14.Cosa ti sentiresti di consigliare a chi vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso? E’ un percorso bellissimo, fatto di passione e pazienza, necessarie e ineludibili. I libri nascono dalla pazienza e dall’amore.
15. Ci parleresti, infine, della tua esperienza nel mondo dell’editoria? Come dicevo è un’esperienza significativa che, peraltro, coniugo con il mio essere insegnante e così porto i ragazzi tra i libri perché imparino ad appassionarsi alla carta fin da ragazzini.
16.Ci daresti un tuo parere sugli sviluppi odierni del mercato dell’editoria. Cosa pensi di questa evoluzione tecnologica che ha portato alla pubblicazione di quasi 6000 titoli nuovi, secondo i dati raccolti da Google, in Italia? Nel mercato editoriale c’è un paradosso: si pubblica moltissimo, proprio come segnalano i dati, ma si legge assai poco. Oggi è più facile pubblicare un libro, lo si può fare anche on-line e, inoltre, si vive in un tempo di apparenze e desiderio sfrenato di esserci, per cui, spesso, si pubblica anche ciò che dovrebbe rimanere chiuso in un cassetto. 17.Cosa pensi del famoso self-pushing, fenomeno che sta spopolando in Italia? Rientra proprio nella logica di esserci a tutti costi pubblicando autonomamente un prodotto che, magari, ha poca qualità e, comunque, non ha ricevuto nessun imprimatur. 18.Cosa pensi di un mercato come quello dell’editoria che vede coinvolti: 1- case editrici nazionali; 2- case editrici indipendenti; 3- case editrici con contributo da parte dell’autore e senza contributo da parte dell’autore. Insomma cosa pensi di tutto questo? Il mercato dell’editoria è complesso e mutevole, particolarmente difficile per le piccole case editrici che, a fronte dei grandi marchi editoriali, fanno fatica a imporsi e ad essere. E’ importante per le piccole e medie case editrici contraddistinguersi puntando su qualità e originalità e su un pubblico che sappia riconoscere queste qualità. Piccole fette di mercato e pubblico curati in maniera costante. 19.La nuova frontiera dell’editoria sembra essere il “libro elettronico”, vale a dire, l’ “Ebook”. Ci daresti un tuo parere in merito a questo nuovo elemento tecnologico? L’e-book è inevitabilmente fra noi, soprattutto tra i nostri giovani, veri nativi digitali. Credo, comunque, che l’e-book , almeno per ora, non prenderà il posto della carta che è fascinosa e resistente perché leggere un libro sullo schermo è una cosa, leggerlo sfogliando le pagine è una magia indicibile. Un libro si apre, si tocca, si annusa, si sfoglia, si scrive, si porta dovunque; un e-book resta lì, freddo e impassibile, sul portatile. Certo è meno costoso e facile da scaricare ma un libro resta un libro. 20.Sono solito chiudere le mie interviste con una domanda alla “Marzullo”. Per te Antonietta, il tempo è l’economia di una scrittura, per come disse Dirreda, o è la scrittura il tempo dell’economia? Per me la scrittura è il tempo senza tempo. Dura per sempre.
Grazie di essere stata nel mio blog. Grazie a te, Alessandro, per avermi ospitata e per la tua disponibilità.