Intervista di Alessandro Bagnato allo scrittore Stefano Santarsiere
1. Ciao Stefano e ben venuto nel mio blog, vuoi presentarti ai miei lettori?
2. Stefano, ho avuto modo di leggere il tuo “Background” che ti ha portato ad essere non più un astro nascente dell’editoria italiana, ma essere un punto fermo. Un “ curriculum” variopinto di colori culturali che contribuiscono al miglioramento della tua formazione professionale. Spiegheresti ai mie lettori di cosa ti occupi? Qual è stato il tuo percorso? Ho iniziato con i racconti ispirati alla tradizione della ghost story anglosassone e americana, oscillando tra atmosfere allusive e accenti esplicitamente horror; ho sperimentato una narrativa dai contenuti più brillanti e dai toni nostalgici come nei racconti di ‘Storie dal Club’. In qualche modo tutto ciò è confluito nel primo romanzo, L’arte di Khem (Pendragon – 2005), dove ho peraltro riconosciuto l’importanza dell’ambientazione per le mie storie: e cioè la regione da cui provengo, la Basilicata.
3. Dopo i tentativi di scrittura che tu pubblicasti nel web, nel 2005 hai pubblicato il tuo romanzo d’esordio dal titolo “L’arte di Khem” edito da Edizioni Pendragon. Ci parleresti di questo tuo libro? Qual è l’intreccio che fermenta la storia di questo tuo primo romanzo? Dov’è ambientato? Su chi hai intrecciato la storia? Perché decidesti di scriverlo? Ci parleresti della scelta del titolo per questo tuo primo romanzo? Si tratta di un romanzo di formazione ambientato nell’estate del 1978. Un gruppo di ragazzini incontra un alchimista che si è installato in una casa del paese insieme al suo aiutante, e l’evento dà inizio a un’intensa esperienza fatta di conoscenza reciproca, di scoperte straordinarie intorno a un antico castello, di amicizia e di crescita. Il libro è raccontato attraverso lunghi flashback: uno dei ragazzini (il narratore) è diventato un uomo immensamente ricco che vive in una sontuosa villa romana, e nell’agosto del 1999 riceve la visita di un cacciatore di tesori interessato a saperne di più su quel vecchio alchimista. E’ una storia sul potere dei ricordi, sull’amicizia e anche sulla capacità di contaminazione che ha l’avidità umana. Il romanzo è ambientato in Lucania, nell’estate dei mondiali di calcio in Argentina. Ha tratti indubbiamente autobiografici, benché io sia più giovane dei personaggi del libro – ma volevo stabilire una distanza aggiuntiva tra le mie vicende e la narrazione. Il personaggio cardine è indubbiamente l’alchimista Fulcanelli, anche se il vero protagonista è il narratore, Vidiani. Il titolo deriva dall’etimologia antica della parola ‘Alchimia’ – ovvero l’arte della terra di Khem, che sarebbe l’Egitto, da cui si diceva provenissero i primi alchimisti. In definitiva si tratta di un omaggio – e insieme un commiato – alla mia infanzia.
4. Nel 2007 è uscita l’ontologia “Tutto il Nero dell’Italia” edita da Noubs Edizioni dov’è presente il tuo “racconto” denominato “La cirasa”. Ci spiegheresti di cosa si tratta? Ci parleresti di questo tuo racconto?
E’ un’antologia che ha offerto uno spaccato noir della Nazione, proponendo un racconto per ogni regione. Io ho rappresentato la Basilicata. ‘La cirasa’ è l’imponente albero di ciliegio che due ragazzini decidono di razziare, in barba alle oscure leggende che gravitano intorno alla pianta e alla casa isolata che le sorge accanto. Il racconto scarta velocemente tra accenni misteriosi, uno sviluppo grottesco e un finale piuttosto amaro, che racconta di come agiscano pregiudizi e dicerie sul destino delle persone.
5. L’anno successivo esce un’antologia di racconti “GialloScacchi – racconti di sangue e di mistero Edizioni Ediscere “, e anche qui è presente un tuo racconto denominato “ Soluzione finale”. Ci parleresti di questa antologia e di cosa tratta il tuo racconto? L’editore veronese specializzato in manuali e narrativa legati al mondo degli scacchi ha proposto un’antologia noir dominata dal tema scacchistico. E’ stato un esperimento molto interessante. Il mio racconto descrive un incontro molto particolare, tra un giovane campione di scacchi e un futuro dittatore…
6. Un altro tuo racconto è stato inserito nell’antologia “ Pascoli è precario” edita da Edizioni Bohumil. Il racconto si intitola “ All’ombra”. Ci parleresti anche di questo? “All’ombra” è una storia d’amore, che tuttavia non sfugge al particolare gusto verso il mistero che cerco di infondere ai miei racconti. I lettori possono trovarlo qui: http://santarsiere.blogspot.com/2008/05/allombra.html
7. Nel settembre del 2008 sei stato selezionato tra i finalisti del “ Concorso Coop for Words 2008” e nel 2011 sei arrivato primo classificato al “ Concorso Casa Sanremo Writers” con il thriller “Ultimi Quaranta secondi nella storia del mondo” edito da Abel Books. Ci parleresti di questi due concorsi? Come hai effettuato l’accesso ai concorsi? Cosa è stato arrivare primo al “Concorso Casa Sanremo Writers”? ‘Coop for Words’ è un concorso promosso dalla Coop Adriatica ed è rivolto a narratori, poeti e fumettisti under 35. Ho partecipato appunto nel 2008 con ‘All’ombra’ e sono arrivato tra i finalisti, con selezione per l’antologia. “Casa Sanremo Writers” è una rassegna/concorso organizzata dalla casa editrice ‘Qulture’ nell’ambito degli eventi a contorno del festival della canzone. Quest’anno si è svolta la seconda edizione, e ho avuto la fortuna di vincere il primo premio con il mio ultimo romanzo. Naturalmente è stata un’emozione fortissima, anche per il contesto in cui si è tenuto l’evento: il Palafiori, tra giornalisti, cantanti e addetti ai lavori.
8. Nella precedente domanda si è parlato del tuo ultimo libro pubblicato. Il libro, ripetiamo, si intitola “Ultimi Quaranta secondi nella storia del mondo” edito da Abel Books ed è in versione “ Ebook”. Ci parleresti di questo tuo libro? Perché hai scelto questo titolo? Cosa ti ha spinto a scegliere la copertina per il tuo libro? E’ un giallo, ma anche un racconto esoterico, e un’esplorazione del mondo dei paesi lucani pervaso di religiosità e folklore. Si tratta insomma di un romanzo a più livelli, dominato da un’idea alternativa sull’origine dell’Uomo – originata da una particolare bibbia apocrifa realmente esistente - e su una lotta ancestrale tra fedi. Il titolo riguarda una particolare esemplificazione della lunga storia del pianeta: immaginando che essa occupi un arco di 24h, la storia dell’uomo riguarda solo gli ultimi 40 secondi. Quanto alla copertina è stata scelta dalla casa editrice, naturalmente con un occhio al contenuto…
9. Il tuo thriller “Ultimi Quaranta secondi nella storia del mondo” è intrecciato dalla vicenda di un omicidio commesso a Santerio del parroco “ don Pietro Miraglia”. Perché la scelta di ambientarlo in un piccolo paesino lucano? Che risvolti vorresti dare con questo tuo messaggio? Parlaci di questa tua scelta. Confermo che l’ambientazione gioca un ruolo essenziale in quel che scrivo. Scegliendo la Basilicata, accentuo l’intimità con i luoghi e i personaggi della narrazione. Inoltre credo che il ‘cerchio magico’ dei paesi rappresenti emblematicamente una raffigurazione in scala ridotta del mondo. Un microcosmo che riflette un orizzonte molto più vasto, nel quale si osservano comportamenti, gesti, pulsioni pressoché universali.
10.Il protagonista principiale del thriller è “Antonio Sparagno”. Chi è Antonio? Cosa rappresenta nella storia da te scritta, Antonio Sparagno? Quali sono gli altri personaggi che si intrecciano nella storia? Ti va di svelarci qualcosa?!
Bé, cercando di non fare spoiler, Antonio Sparagno rappresenta l’anima poliziesca del romanzo - ma anche quella profondamente critica verso i meccanismi della corruzione. Ma vi sono altri coprotagonisti che spingono in avanti la vicenda: il giovane Bradadich, l’insegnante Belisario, un ricercatore, un giornalista ambizioso… Ciascuno svela il su pezzetto di verità, contribuendo a comporre il puzzle sotto gli occhi del lettore.
11.Qual è l’intento finale del tuo thriller? Cosa vorresti che il lettore colga dalle tue parole?
Che esiste molto di più di quanto ci è dato vedere. Soprattutto nei contesti in apparenza più quieti.
12.Hai pubblicato i tuoi libri con due case editrici diverse. Ci spiegheresti il perché? Che rapporto hai instaurato con l’editoria in questi anni? Cosa ti sentiresti di consigliare a chi vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso? Diciamo che la pubblicazione segue percorsi piuttosto imprevedibili, specie per un autore che non ha ancora un contratto stabile con una casa editrice. Proposte inaspettate, premi letterari, nuovi contatti che danno vita a nuove opportunità sono quasi l’ordinaria amministrazione. Per molti versi è stimolante. Dunque il mio rapporto con l’editoria è ancora piuttosto caotico, e spero di arrivare a una maggiore stabilità. A chi voglia scrivere consiglierei soprattutto di leggere, studiare, migliorarsi. Sempre. E proporsi alle case editrici scegliendo quelle adatte al proprio lavoro.
13.Hai coinvolto altre persone nei tuoi progetti passati e in quelli odierni? Per la promozione dei tuoi libri, sei tutt’ora autodidatta o ti sei rivolto a qualcuno? Se è sì, perché? Te la senti di svelarci qualcosa?! Ci sono occasioni in cui sei necessariamente coinvolto con altri scrittori sul medesimo progetto. Attualmente, ad esempio, sono impegnato anche sull’antologia collettiva ‘Code di stampa’, un’opera a scopo benefico che propone una serie di racconti ispirati al mondo degli animali. Lavoro insieme agli altri autori per promuovere il libro e sabato 3 marzo, ad esempio, saremo a Ferrara per una presentazione. E a proposito della promozione, è importante non mollarla mai, essere capaci (e anche rispettosi) nel proporre i propri scritti ai critici, senza sottrarsi al confronto e alle recensioni, anche quelle negative. Ci si fa conoscere – e si cresce letterariamente – anche così.
14.Che rapporto hai con la scrittura e quanto tempo gli dedichi? Un rapporto quotidiano, costante, disciplinato. Ogni giorno scrivo almeno due ore, svolgendo anche le ricerche necessarie, leggo almeno un capitolo del libro che ho sul comodino, studio un poco su manuali e saggi che riguardano la letteratura e la narratologia.
15.Ci sapresti dire dove possiamo acquistare il tuoi libri? “L’arte di Khem” è reperibile attraverso la libreria di DANAE (in questa pagina la scheda: http://www.danaelibri.it/catalogo/recensioni/khem.asp) e, in formato e-book, presso la EEE Edizioni, che recentemente lo ha ripubblicato
(qui: http://www.edizioniesordienti.com/component/virtuemart/?page=shop.product_details&flypage=flypage.tpl&product_id=25&category_id=5).
“Ultimi quaranta secondi” è acquistabile in diverse librerie online. Nella scheda del libro, tutte le info necessarie: http://www.santarsiere.it/interno/Ultimi.html
16.Ci daresti qualche link per poterti seguire ad essere aggiornato sulle tue attività? Direi che il mio sito (www.santarsiere.it) e il mio blog (http://santarsiere.blogspot.com/) sono ottimi canali. Ma anche Facebook rappresenta una modalità interessante. Colgo l’occasione per invitare i tuoi lettori a cliccare ‘Mi piace’ sulla pagina di ‘Ultimi quaranta secondi’: https://www.facebook.com/#!/pages/Ultimi-Quaranta-Secondi-della-Storia-del-Mondo/252819828120225
17.Ci sveleresti i tuoi progetti futuri? Sto lavorando a un nuovo romanzo. Diciamo solo che c’è un personaggio davvero… diabolico! J
18.Vedi la scrittura di altri generi letterari oltre a quelli già pubblicati nel tuo futuro? Forse sì. Mi piacerebbe scrivere qualcosa alla Clive Cussler. Magari con uno pseudonimo…
19.Sono solito chiudere le mie interviste con una domanda alla “Marzullo”. Per te Stefano, il percorso di ogni singolo individuo è un destino già scritto o è il singolo individuo che ogni giorno alimenta il suo percorso? Oddio Ale…troppo difficile. Spererei nella seconda, però.
Grazie di essere stato nel mio blog. Grazie a te e ai tuoi lettori ;)