Emanuele Piacentini Paggi, nato il 2 marzo 1996, é un giovane scrittore di Vercelli. Comincia a comporre poesie all’età di quattordici anni.
Per tre anni di seguito partecipa al concorso di poesia “A. G. O.” e qui gli viene assegnato un premio nella sezione giovani per tutte le tre edizioni del concorso. Ha ricevuto una menzione di merito al Primo Concorso Nazionale di Poesia “Alda Merini – A tutte le donne” e il Quinto Premio Giovani al concorso Internazionale “Orizzonti di parole”.
Da Dicembre é uscita la sua terza silloge “Cristalli d’Amore“ con allegato un CD dove vengono recitate le poesie contenute nel libro.
B.A.: Ciao Emanuele, grazie per avermi concesso questa intervista, é uscito da poco il tuo terzo libro “Cristalli d’Amore”, cosa rappresenta per te?
Emanuele Piacentini Paggi: Innanzi tutto, voglio ringraziare te per avermi proposto questa intervista e ringrazio inoltre tutta la redazione di “Oubliette Magazine” per l’attenzione che mi avete voluto dedicare. Questo mio terzo libro, uscito da poco, intitolato “Cristalli d’Amore”, edito come i precedenti due, da Rupe Mutevole Edizioni, è sicuramente la più grande soddisfazione da quando ho intrapreso questo percorso. Il tempo di scrittura è stato di un mese circa, al quale ne sono seguiti altri tre per la fase di editing, nella quale ho collaborato con l’editrice. Se devo pensare a cosa rappresenta per me, ti direi che in esso vedo un vero e proprio messaggio, parole dedicate ad un qualcuno che può esistere o non esistere, ad una persona fatta di carne o di spirito. La prima poesia del libro si intitola “Canto d’amore senza amore” e, in questo titolo c’è la vera spiegazione di tutta la silloge: ovvero l’inconsiderazione nei confronti di un amore che si è rivelato.
B.A.: Da dov’è nata l’idea di allegare un CD al tuo libro di poesie?
B.A.: Cos’è per te la poesia?
Emanuele Piacentini Paggi: A questa domanda non saprei darti una risposta precisa. Io credo che la poesia è l’essenza mancante nella vita di un uomo, quel particolare che rende perfetta l’esistenza. Per me è davvero tutto.
B.A.: Che consiglio vorresti dare ai poeti che leggeranno questo articolo e vorrebbero raggiungere il tuo successo.
Emanuele Piacentini Paggi: Non mi piace parlare di successo, ma bensì di soddisfazioni raggiunte. A chi leggerà questo articolo, due sono i consigli che posso dare: il primo è la solita frase, seppur banale e fin troppo usata, di non smettere mai di credere in voi stessi e nei sogni, perché voi siete la realizzazione dei vostri sogni, questo è da ricordare sempre; il secondo è di avere la capacità di sopportare il dolore, di combatterlo e di vincerlo, di reggere alle emozioni negative, perché è dalla negatività che si estrae il positivo.
B.A.: Com’è cominciata questa tua passione per la scrittura?
Emanuele Piacentini Paggi: Purtroppo si sa, il destino ti dà una cosa e te ne toglie un’altra. Questa necessità di scrivere è arrivata circa un anno dopo la morte dei miei nonni materni: prima mio nonno nel 2008 e poi mia nonna nel 2009. La mancanza improvvisa di due figure molto importanti e alle quali ero molto affezionato, ha creato in me una serie di sentimenti misti a rabbia e dolore, che forse, essendo ancora abbastanza piccolo (13 anni), non avevo la piena gestione della situazione che avevo dentro. Quindi mi sono aggrappato all’unica ancora di salvataggio alla quale potevo affidarmi: la scrittura. Così facendo, ho colmato, per quanto è stato possibile, la loro assenza.
Emanuele Piacentini Paggi: Le poesie vanno da individuo ad individuo. Ognuno, in una poesia, ci vede e percepisce sentimenti differenti dagli altri. Per questo non voglio imporre i miei sentimenti, che ho provato nel momento in cui le ho scritte. Ciò che vorrei invece che i miei lettori provassero quando leggono qualcosa di mio, è l’entusiasmo con il quale io l’ho scritto.
B.A.: Hai dei poeti a cui ti ispiri per comporre le tue poesie?
Emanuele Piacentini Paggi: Quando scrivo qualcosa, faccio principalemente affidamento a me stesso, altrimenti rischierei di copiare poesie altrui. Ci sono però dei poeti ai quali volgo la mia più assoluta ammirazione e che mi fanno aumentare la voglia di scrivere in poesia. Come ad esempio Alda Merini. Per me è una figura importantissima e si sa, è stata la più grande Poetessa del novecento. Su questo non abbiamo dubbi.
B.A.: Hai dei progetti che vorresti anticiparci?
Emanuele Piacentini Paggi: Non nascondo di avere molte poesie nel cassetto e non so se le pubblicherò. Ma ti voglio anticipare che sto lavorando ad un romanzo.
B.A.: Grazie per il tempo che mi hai dedicato per questa intervista. Per concludere, c’é qualcosa che vorresti dire ai tuoi lettori?
Emanuele Piacentini Paggi: L’attore deve tutto ai suoi spettatori e io devo tutto ai miei lettori. Un grazie infinito di cuore!
Written by Bernadette Amante