Giulio Marchetti è nato a Roma nel 1982. Il suo libro d’esordio s’intitola “Il sogno della vita” (Novi Ligure, 2008. Finalista del Premio “Carver” e segnalato con menzione speciale al premio “Laurentum”. Nelle sue poesie parla d’amore, di natura, di sogno, servendosi di versi puliti, realisti, privi di illusioni.
Abbiamo incontrato Giulio Marchetti per una chiacchierata sulla sua vita e sulla sua passione letteraria. Buona lettura!
C.S.: Da nove nasce l’idea di pubblicare la sua “Apologia del Sublime”che racchiude poesie scritte tra il 2008 e il 2014 appartenenti a quattro precedenti raccolte: “Il sogno della vita”, (Novi Ligure, 2008) “Energia del vuoto”, 2012 (puntoacapo) “La notte oscura” (ibidem), “Cieli immensi” che ha vinto il Premio “Laurentum” 20122, sezione sms?
Giulio Marchetti: Ho contattato Puntoacapo, il mio editore di riferimento negli ultimi anni, con l’idea di pubblicare “Disastri, la mia ipotetica quarta raccolta. L’editore mi ha proposto d’incontro una secca idea alternativa: riunire le mie pubblicazioni precedenti e la raccolta ancora inedita in un unico libro. Una sfida. Mi sono guardato dentro e ho trovato un vecchio titolo che avevo lasciato a sbattere contro i pensieri in attesa di un giorno importante. Apologia del sublime.
C.S.: L’amore appartiene alla sfera dell’indicibile per sua natura, come accede spesso a tutto ciò che si associa alla dimensione più segreta e profonda dell’essere. Dare forma all’amore attraverso la poesia sembra un atto scontato quanto folle. L’amore con il suo mistero, ci pone da sempre di fronte a qualcosa di incomprensibile che allo stesso tempo vorremmo comprendere. Come afferma Kierkegaard ( 1843 a, p.99): L’amore ha molti misteri, e questo primo invaghimento è anch’esso un mistero, e non il più piccolo”…
C.S.: Ci racconti com’ è avvenuto il suo incontro con la poesia?
Giulio Marchetti: L’incontro è stato banale. La folgorazione invece è avvenuta quando ho avuto tra le mani due raccolte di Francesco Gazzè (“Frammento e fragile” e “Scorribande lineari”), noto ai più per la felice collaborazione artistica con il fratello Max.
C.S.: Tra prosa e poesia quali sono i suoi autori preferiti?
Giulio Marchetti: Nomi sparsi in ordine sparso. Per la narrativa Irvine Welsh, Philip Roth, il maestro King. Una menzione anche per Clive Barker, autore di “The thief of always”, uno dei libri a me più cari. Per l’Italia, Gianluca Morozzi. Per la poesia, tra i riferimenti assoluti, Eugenio Montale, Andrea Zanzotto, Mario Luzi. Fuori dai confini, Stephane Mallarmè. Tra le voci femminili, Liliana Zinetti. Tra i meno noti, Vincenzo Crapio.
C.S.: L’ultimo libro che ha letto?
Giulio Marchetti: Sto leggendo “Destinazione stelle” di Alfred Bester. Romanzo noto anche con il titolo “La tigre della notte”.
C.S.: Cosa le manca?
C.S.: La sua citazione preferita?
Giulio Marchetti: Sono tuttora indeciso tra queste due:
“L’uomo è il più intelligente degli animali perché ha le mani”. (Anassagora)
“L’uomo ha le mani perché è il più intelligente degli animali”.
(Aristotele)
C.S.: È riservato o socievole?
Giulio Marchetti: Riservato che usa i social.
C.S.: Il suo luogo preferito?
Giulio Marchetti: L’antimateria (per vedere il non aspetto delle cose).
C.S.: Per caso ha un cassetto con un sogno?
Giulio Marchetti: “Il sogno della vita”, la mia prima raccolta.
C.S.: Mentre la leggevo mi sono fermata qui: “[...] Non è la somma degli istanti/ che illumina il giorno/ ma l’eterna sequenza/ di abitudini ostili./ Così la presenza diventa/ un abuso tragico di spazio,/ la carezza del vento un assedio,/ la trasparenza dell’acqua un inganno/ e si finisce per sperare/ che la promessa dell’alba/ non venga mantenuta./[...]”
Giulio Marchetti: Pensieri tremendi…
C.S.: Cosa sta scrivendo in questo periodo?
Giulio Marchetti: Niente. Questo periodo ha l’aspetto di una lunga pausa (spero non definitiva).
C.S.: Nasce a Roma, qual è il suo rapporto con la sua città?
Giulio Marchetti: Eterno. Mi piacerebbe un giorno cantare, per essere contestualizzato nella “scuola romana”.
Written by Carina Spurio