“Credo che a tutti sia capitato di sognare o di fantasticare di essere un’altra persona, ma forse in pochi hanno immaginato di tramutarsi in qualcosa d’inanimato. Reputo questa mia fantasia talmente bizzarra che evito di parlarne in giro”. (Lorenzo Spurio- “La Cucina Arancione”)
Lorenzo lo ha presentato proprie poche settimane fa a Firenze. L’opera, di cui l’autore mi ha fatto gentilmente omaggio con tanto di dedica che ho molto gradito, si compone di 25 racconti che hanno come filo conduttore il disagio psicologico. Spurio descrive la mente di chi devia da quei comportamenti rassicuranti che sono a garanzia del vivere comune. Si chiede cosa possa succedere nella mente di chi, fino a ieri “normale”, ad un tratto si scopre schiavo di un’ossessione che lo trasforma, facendolo diventare “altro da sé”, diverso dalla persona che è sempre stato.
Non vi è volontà di ghettizzare o denunciare alcuni comportamenti che esulano dalla “normalità”, nei racconti di Spurio. L’opera si potrebbe definire come una variegata mappatura di esistenze borderline, soggetti che hanno un rapporto conflittuale con le proprie coscienze e che, posti all’interno di un gruppo, si contraddistinguono per condotte preoccupanti. È l’ego umano che la fa da padrone, tracciando storie legate al disagio dei personaggi.
Lorenzo Spurio: Grazie per la vostra disponibilità! La tua domanda è molto interessante e direi anche difficile, ma ci provo. Devo confessare che dagli studi universitari, di letteratura come tu citi, che al di là della componente storico-critica dei testi (soprattutto romanzi), che andavo studiando mi ha sempre interessato la componente intima e introspettiva dei personaggi: il domandarmi perché erano infelici o perché non trovassero nella vita la giusta collocazione che andavano cercando, quanto la malattia di un congiunto potesse incidere sulla quiete e sulla convenzionalità di una famiglia, se poteva esserci un qualche collegamento tra l’essere orfani ed aver poi sviluppato negli anni certi atteggiamenti non del tutto normali. Insomma sono andato sempre ricercando nella letteratura quell’attenzione nei confronti dell’essere (inteso come coscienza), nella sua irrazionalità, i tratti della sua psicologia che poi si manifestano in azioni che sembrerebbero ordinarie, ma che invece non lo sono. Ecco il motivo del mio recente libro di racconti e soprattutto l’attenzione per il disagio (non solo quello psichico che può farci venire alla mente principalmente figure di pazzi, regrediti, ansiosi e paranoici, ma non è solo questo) e per quello di carattere sociale che può essere a sua volta causa di un disagio psichico, personale: pensiamo al licenziamento di un uomo a causa della crisi (disagio sociale) che lo conduce a una situazione di apatia e depressione che sfocia in un insano atto suicida (disagio psichico).
C.B.: Come nasce l’idea del titolo: “La cucina arancione?”
C.B.: È inevitabile, scrivendo, che vi sia un racconto al quale tu ti senta più legato. Puoi dirci se effettivamente ne hai uno, e per quale motivo lo prediligi?
Lorenzo Spurio: Credo che sia come dici, anche se faccio difficoltà a sceglierne uno. Devo confessare che “La casa al mare”, racconto scritto assieme all’amico e poeta fiorentino Massimo Acciai ha una trama che reputo avvincente e che, come spesso accade nelle mie storie, porta a delle continue svolte un po’ per depistare il lettore e poi stupirlo con dell’altro. Se mi è concesso citarne almeno un altro vorrei dire che sono legato anche a “La mezza vita”, il racconto che non a caso apre la raccolta e che si caratterizza per essere uno dei più vecchi della mia produzione e per la presenza di un’ironia temprata che a tratti scaturisce nel paradosso.
C.B.: Non vi è salvezza né dannazione per i personaggi descritti in questo libro. Proprio perché essi sono “personaggi” e non “persone”. Vuoi spiegarci meglio questo concetto?
C.B.: Dai tuoi racconti si evince che l’uomo sia un animale istintivo che agisce in balia di un impulso. Vi è qualcosa, di autobiografico in quest’opera, o meglio, qualche comportamento realmente osservato da te?
C.B.: Lorenzo, tu in passato hai scritto insieme ad altri autori. “La cucina arancione” rappresenta la tua prima esperienza di autore a tutti gli effetti. Come è stata accolta, fino ad ora, quest’opera?
C.B.: Mi riallaccio a quanto ho detto all’inizio. Tu sei un autore molto impegnato. Gestisci un blog, dove fai recensioni, nel 2011 hai fondato la rivista online di letteratura “Euterpe”, sei spesso membro di giuria in concorsi letterari, sei uno dei fondatori dell’Associazione culturale “TraccePerLaMeta”, e perdonami se ho dimenticato qualcosa! Vuoi parlarci di queste tue attività, immagino molto impegnative ma anche ricche di soddisfazioni?
Lorenzo Spurio: Ovviamente qui ci sarebbero da dire molte cose. Comincerò con il dire che oltre a scrivere racconti (narrativa breve) mi occupo anche di critica letteraria sia per mezzo di recensioni ad autori esordienti e non che attraverso saggi letterari su autori e opere sia italiani che stranieri, ne cito due: “Jane Eyre: una rilettura contemporanea” (Lulu, 2011) e il recente “Ian McEwan: sesso e perversione” (Photocity, 2013). Come giustamente hai osservato sono il direttore della rivista di letteratura online “Euterpe”, fondata nel 2011: si tratta di un aperiodico tematico che esce online che si occupa dei vari generi letterari (poesia, racconto, saggio, articolo) e che offre un’ampia sezione di segnalazioni con uscite di libri, concorsi, eventi e presentazioni di libri. Mi sto occupando negli ultimi tempi, oltre che della sponsorizzazione de “La cucina arancione” di una serie di eventi sul territorio: a fine Settembre abbiamo organizzato con la rivista “Euterpe” e l’Ass. TraccePerLaMeta un grande reading poetico in memoria di Pablo Neruda che ha visto la partecipazione di poeti di tutta Italia e il prestigioso patrocinio del Consejo Nacional de la Cultura y las Artes del Gobierno de Chile. Il reading poetico sul disagio psichico e sociale da me ideato e promosso con la rivista e l’Associazione TraccePerLaMeta è approdato a Giugno a Palermo, questo fine settimana si terrà a San Benedetto del Tronto (AP), a febbraio si svolgerà a Firenze e in aprile a Milano. Come vedi le iniziative e soprattutto le idee non mancano!
C.B.: Che progetti hai per il futuro?
Lorenzo Spurio: Come ti dicevo, ho in programma varie presentazioni di libri nei prossimi mesi dove mi hanno chiamato come relatore e devo dire che è una cosa che faccio con molto piacere. Di certo anche con altri enti e blog letterari organizzeremo qualche altra giornata di condivisione dedicata alla letteratura e ovviamente continuerò a scrivere nuovi racconti. Il prossimo anno forse mi dedicherò ad organizzare una nuova silloge, ma nel frattempo porto “La cucina arancione” in giro in altre presentazioni dopo quella di Firenze e Fabriano (AN); il 23 novembre ad esempio lo presenterò a San Benedetto del Tronto (AP) grazie all’Associazione Culturale “Alchimie d’arte”. Grazie per l’intervista!
C.B.: Ebbene sì, la nostra intervista è giunta a termine. Ringraziamo Lorenzo Spurio per la sua disponibilità, e per questa interessantissima chiacchierata. E nel congedarci, gli auguriamo le migliori cose per tutto quello che fa.
Written by Cristina Biolcati