Roberto Ricci vive ad Ancona dove, da oltre 20 anni, svolge la professione di parrucchiere.
Dopo “Respiro Tagliente”, la sua opera d’esordio composta da 4 racconti, ora si appresta a tornare con una nuova raccolta.
Noi di Oubliette Magazine avevamo già recensito il suo corto “Il cappotto”, e lo avevamo molto apprezzato.
Desideravamo quindi essere fra i primi a darvi la notizia dei movimentati “lavori in corso” che si stanno svolgendo proprio in questi giorni. Ma lasciamo che sia lui a spiegarci tutto.
C.B.: Benvenuto Roberto. È vero che il “parrucchiere del brivido” sta per tornare?
Roberto Ricci: Sì. Finalmente ritorno con “Buio Rosso”, la mia seconda raccolta di racconti thriller- horror. Sei inediti: “La ballerina”, “Guanti neri”, “Campo Santo e la sua valigia”, “Il male ha il sonno leggero”, “La goccia” e “Specchi infranti”. Più i quattro della precedente: “L’accendino insanguinato”, “Il cappotto”, “L’inquietante nottambulo” e “Il leader”, che spero possano raggiungere un pubblico più vasto e trovare nuovo smalto. Specialmente “Il cappotto”, che oltre aver vinto nel 2012 il Premio racconti nella rete è un cortometraggio ancora molto visionato su Youtube.
C.B.: Dopo “Il cappotto”, vincitore nel 2012 del premio racconti per corti e divenuto un cortometraggio di successo, anche uno dei tuoi nuovi racconti è diventato un corto. Ce ne puoi parlare?
C.B.: Vuoi dare ai lettori del nostro magazine la vera, assoluta anteprima? So addirittura di una singolare iniziativa della casa editrice Inkiostro…
Roberto Ricci: Altra grande soddisfazione. La casa editrice Inkiostro, ha scelto due storie del libro, (L’inquietante nottambulo e La ballerina), per trasferirle in un albo a fumetti che sarà presentato al prossimo LuccaComics. Le disegnatrici di queste bellissime tavole che ho visto in anteprima, sono Elisabetta Gentilini Raffioni e Cinzia Luchetti. La prima, anche autrice della copertina di “Buio Rosso”.
Roberto Ricci: Valore aggiunto non saprei. Sicuramente tanto impegno in questi due anni di lavoro, per cercare di scrivere buone storie.
C.B.: A quale pubblico ti rivolgi? Chi speri possa interessarsi di più alle tue opere?
Roberto Ricci: Agli amanti delle emozioni forti e dei gialli che ti sorprendono fino all’ultima pagina. Almeno queste le mie intenzioni.
C.B.: Nei tuoi lavori si avverte un forte richiamo ai primi film di Dario Argento. Che cosa ami di più dello stile di questo grande maestro?
Roberto Ricci: Di Argento apprezzo tutto. Il suo modo particolare di fare le inquadrature. La cura per il dettaglio.La visionarietà. Lesue macabre e sanguinarie coreografie. Soprattutto il suo non essere mai stato uguale a se stesso in quarant’anni di cinema. I tanti detrattori dicono sia finito da anni. Ancora aspettano un nuovo “Profondo Rosso” o “Suspiria”, senza capire che quei film e quel cinema non potranno più tornare. Il mondo è cambiato e Argento si è dovuto adeguare ai tempi e alle esigenze. Ringraziamo invece che ancora continua solo e contro tutti a lottare contro i mulini a vento… la pessima distribuzione, l’elevata censura, i pochi soldi.
Roberto Ricci: Sarò monotono, ma del passato “Profondo Rosso”. Gialli così, non se ne fanno più, purtroppo. Del presente ti dico “Tulpa” di Zampaglione, per restare nel genere da me amato. Per carità, qualitativamente nulla a che vedere con l’altro appena citato, ma ce ne fossero oggi di film così al cinema!
C.B.: Ringraziamo Roberto Ricci per la sua disponibilità e per questo elegante “tuffo” nel cinema thriller del passato. Attendiamo con ansia l’uscita delle sue opere e speriamo di riaverlo presto nostro ospite.
Written by Cristina Biolcati