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Intervista di Daniela Orrù a Pablo Lentini Riva per il suo “Sinfonia per la città capovolta”

Creato il 17 marzo 2013 da Alessiamocci

Sinfonia per la città capovolta, edito nel 2013 dalla casa editrice e rivista letteraria Ellin Selae è il quarto libro di Pablo Lentini Riva: scrittore e musicista che da tempo ha scelto Parigi come la città in cui vivere e coltivare le sue passioni per la musica e la letteratura, anche attraverso il lavoro come insegnante di chitarra al conservatorio Frédéric Chopin del XV arrondissement e al conservatorio Marcel Dupré di Meudon.

Intervista di Daniela Orrù a Pablo Lentini Riva per il suo “Sinfonia per la città capovolta”“Sinfonia per la città capovolta“ è un libro d’amore: un amore passionale e controverso per la musica, per Venezia, per un maestro, per una donna, per la vita… potrebbe essere un saggio sul tema della bellezza, ma l’autore preferisce dare a quest’amore la forma del racconto. Permettendo così al lettore di sentirsi coinvolto e farsi condurre alla scoperta di un mondo che forse non è ancora il suo quando comincia quest’avventura, ma che, pagina dopo pagina, diventa parte di lui.

Il protagonista è Betho Fortuni. Come l’autore, è un musicista e maestro di musica: è lui a raccontarci, in prima persona, una parte della sua storia; alternando i momenti di suspense, quelli di vita quotidiana e le sue riflessioni filosofiche ed estetiche. Il ritmo della narrazione ci conduce, come in una danza, a vivere e condividere con il protagonista e con l’autore i momenti di gioia, quelli di paura, quelli di eccitazione e anche di riflessione, senza mai stancarci. Lasciandoci orfani solo quando, arrivati all’ultima pagina, scopriamo che il libro è finito e con lui la nostra finzione.

Ho incontrato Pablo Chez Mamane, nella rue Des Cinq Diamants, luogo chiave del suo precedente romanzoNotturno per violoncello solo“, dove ha risposto ad alcune domande:

D.O.: Vista la professione e le passioni del tuo protagonista, viene spontaneo fare il collegamento tra Pablo Lentini Riva e Betho Fortuni. Quanto c’è di lui in te e viceversa?

Pablo Lentini Riva: Il mio punto di vista e quello di Fortuni sembrano convergere. Io do voce a lui, lui dà voce a me. É un musicista, insegna in conservatorio, ha degli allievi e ha avuto dei maestri. Inoltre ha la mia età, un’età in cui la disillusione non è più cocente, perché ormai è esistenziale, fredda, fa parte dell’arredamento. Fortuni però si concede ancora il lusso di sperare nella bellezza, in particolare in quella umana. Si aggrappa al talento di Orsola, ad esempio, e dà delle lezioni appassionate a Barnaba, illudendosi di farne un buon violinista. A turbare questo suo fragile equilibrio tra il fallimento e le aspirazioni che gli restano, ci pensa il suo anziano maestro, sbarcato a Venezia per tenere un concerto. L’uomo che per Betho Fortuni è sempre stato un modello da seguire, giunge in laguna in preda a un misterioso turbamento, che lo consuma. Nella seconda metà del libro, in effetti, è proprio Liguori, il maestro, a darmi voce, mentre Betho diventa più che altro un osservatore esterrefatto del crepuscolo di questo suo ultimo mito.

Intervista di Daniela Orrù a Pablo Lentini Riva per il suo “Sinfonia per la città capovolta”D.O.: Quando e come hai deciso di scrivere Sinfonia per la città capovolta?

Pablo Lentini Riva: Nell’agosto del 2012 ho cominciato a buttare giù le prime righe del libro. Tutti parlavano di fine del mondo, io tenevo d’occhio l’agonia del vecchio continente dall’appartamento che avevo affittato a Venezia, in campo Sant’Alvise. Negli ultimi due anni ho frequentato assiduamente la città lagunare per scrivere la sceneggiatura di un film. Facevo delle lunghe passeggiate e un giorno mi sono trovato in Campiello Dei Morti, davanti a una pensione che avevo frequentato da bambino, con i miei genitori. Mio padre è un artista e andavamo a Venezia in occasione delle sue mostre di pittura. Il campiello Novo o Dei Morti è un piccolo campo alle spalle della chiesa di Santo Stefano. É rialzato rispetto alle calli e ai campi adiacenti, perché era sede di un antico cimitero, che poi è stato coperto. É stato in quel luogo in bilico tra passato e futuro che ho deciso di scrivere una storia sul tramonto della bellezza antica.

D.O.: Perché Venezia?

Pablo Lentini Riva: Perché la bellezza va a morire lì, ci va per istinto, per abitudine, per tradizione. Perché Venezia è l’emblema di tutto ciò che esiste tanto a lungo da diventare museo di se stesso. In fondo non è una città, le sue case sono le quinte di un teatro. Venezia influenza l’umore di chi attraversa i canali, le calli, i campi, lo influenza e lo cambia. Venezia è un sogno e nei sogni, si sa, può succedere di tutto.

D.O.: “Il ritmo è la cosa più importante” dice a un certo punto il Maestro a Fortuni. É una lezione di musica o di vita?

Pablo Lentini Riva: Ripeto questa frase a tutti i miei allievi. Il ritmo è la struttura fondante della musica, la sua ossatura e per estensione è lo scheletro di tutto quello che si svolge nel tempo. Quindi è una lezione di musica e di vita. Il ritmo è importantissimo. Lo è nel teatro, nella letteratura, nel cinema, nel discorso, nella seduzione e lo è anche nel sesso. Fare un gesto eclatante può essere disgustoso, oppure meraviglioso qualche istante dopo. Le note hanno il loro momento chimico, come i gesti o le parole. Saper scegliere quello giusto è una dote fondamentale. Ci vuole attenzione per il contesto, rispetto, sensibilità.

D.O.: Hai sempre pubblicato con la casa editrice Ellin Selae. Com’è nata la vostra collaborazione?

Pablo Lentini Riva: É nata in metropolitana. Sembra strano, ma è così. Nei primi anni Novanta il comune di Milano organizzava una manifestazione che si chiamava “Musica in metrò”. Io, come altri giovani musicisti, ero stato invitato a fare dei concerti in varie stazioni della metropolitana. C’erano dei palchi, c’era l’amplificazione. Era una manifestazione interessante, alla quale non partecipavano solo musicisti, ma anche altri attori del panorama culturale: piccoli editori, compagnie teatrali, eccetera. Ellin Selae aveva il suo banco di libri in stazione Centrale e un giorno, passando, ho lasciato un mio racconto, che poi è stato scelto per la rivista letteraria. Qualche anno dopo è uscito il primo libro e ora siamo al quarto.

D.O.: Tra i libri che hai scritto, si può dire che ce ne sia uno che ti rappresenti più degli altri?

Pablo Lentini Riva: Sempre l’ultimo, perché mi rappresenta più da vicino.

D.O. Hai già in mente un prossimo libro?

Pablo Lentini Riva: Sì, vorrei scrivere un capolavoro, tuttavia non ci riesco. Provandoci però spero di lasciarmi alle spalle un’opera cospicua e appassionante, che dia un vivo piacere ai miei lettori.

D.O. Grazie Pablo.

Ellin Selae è una casa editrice che ha sede a Murazzano, in provincia di Cuneo. Oltre ad avere una collana di saggistica e narrativa, pubblica una storica rivista letteraria, nata nel 1991. Ellin Selae è un acrostico della frase “Esiste la luce in noi siamo esseri legati all’eterno”. Franco del Moro, fondatore della rivista, ha trovato questo verso inciso da mano anonima sul muro di una garitta militare della caserma di Orvieto.

Written by Daniela Orrù

Foto di Veronica Mecchia

Info

EllinSelae.org


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