Francesca Quatraro è illustratrice per passione. Una passione nata circa dieci anni fa, una passione che ha però sempre accompagnato con la tenacia dello studio, la forza della curiosità, l’umiltà della consapevolezza delle difficoltà nel cammino.
Francesca Quatraro si autoproduce sia perché, come lei afferma, non può tenere nel cassetto i disegni in attesa dell’editore perfetto, sia perché, è sempre lei a dirlo, autoprodursi significa trovare nuovi stimoli.
Dal lavoro per committenti privati è nato il progetto “Sussurri” e le pubblicazioni francesi (cartoline, calendari, quaderni) per le edizioni “Rond de Lune”.
Francesca Quatraro racconta il suo percorso ai lettori di Oubliette Magazine.
I.G.: Ti ringrazio per la disponibilità. Potresti raccontarci perché tra le tante forme espressive hai scelto il disegno?
Francesca Quatraro: Forse perché non mi hanno mai mandato a danza! (scherzo!). Ricordo di avere disegnato sin da piccola come tutti i bambini, solo che io non ho più smesso. La differenza l’hanno fatta i miei genitori che non mi hanno impedito di sporcare, pitturare, imbrattare, continuare a disegnare. Ho scoperto, con stupore che molti genitori di altri miei amici non hanno incoraggiato i figli alla creatività.
I.G.: Com’è nato il tuo stile così naturale e pieno di colori?
Francesca Quatraro: Ci riflettevo tempo fa. Penso che il mio “stile come tecnica” di oggi nasca dai limiti che ha la mia vita – limiti di tempo, di spazio, di gestione del lavoro -. Avendo tanti limiti potevo benissimo smettere di disegnare, invece nel momento più complesso della mia vita (quando è nato Matteo, che ora ha 4 anni) ho iniziato a lavorare molto come illustratrice. E così ho trovato uno stile, che questo stesso stile possa poi diventare una prigione dorata è un’altra storia. Capivo che per illustrare non potevo usare lo stesso metodo e stile che usavo per dipingere, il risultato non mi piaceva, mi stava stretto, soffocavo. Così ho dovuto trovare il mio modo di illustrare – sperimentando, deprimendomi, e sperimentando ancora -. Il mio primo libro è stato in B/N solo grafite. Successivamente è arrivato un poco di colore e piano piano si è definita la mia tavolozza cromatica, fresca, poetica, la riconosci subito: è il mio timbro e il mio limite. Perché è sempre cosi, quando hai raggiunto un gradino, devi essere pronto a rimetterti in gioco e affrontare un altro gradino. Spero sempre di realizzare delle buone illustrazioni, che parlino a grandi e piccini, ho scelto uno stile fresco e poetico perché penso che il mondo abbia bisogno anche di questi due elementi.
I.G.: Quali sono i tuoi punti di riferimento nell’illustrazione?
Francesca Quatraro: Leggo ed osservo moltissimo cercando di imparare da ogni libro, da ogni incontro, da ogni mostra. Nasco come pittrice, ho sempre dipinto e quasi sempre usando gli acrilici. Quando mi sono avvicinata all’illustrazione ho scelto Francesca Chessa come prima insegnante, lei usa l’acrilico, realizza delle tavole coloratissime. Bellissime. Ho studiato illustrazione con Pia Valentinis, Chiara Carrer, tutte importanti per la mia crescita come illustratrice. Illustratori che ammiro molto sono Joanna Concejo, Olivier Tallec e Susy Lee, ma ce ne sono moltissimi altri. La mia formazione si compone di altri elementi che coltivo e studio: le filosofie orientali, la psicologia, la storia dell’arte, l’amore per la natura, i film d’animazione. Leggo abbastanza: sul mio comodino oggi ci sono “Gomorra”, “Un genitore consapevole”, “Semina come un artista”, “I laboratori di Pittarello”. Nello specifico dell’illustrazione ho fatto importantissime letture che mi hanno arricchito “La trilogia del limite” di Susy Lee, ad esempio, i libri di Munari, ed ancora “La via dell’artista” di Julila Cameron. Più o meno regolarmente leggo i blogs di Stefano Roda, “Le figure dei libri”, “Lettura candida”, “Didattica Arte” solo per citare quelli che seguo da più tempo.
I.G.: Se dovessi scegliere un’illustrazione per rappresentare il tuo modo di sentire il Disegno quale sceglieresti e perché?
Francesca Quatraro: Dovrei sceglierne molte, il Disegno per me ha varie sfumature. Ho scelto “Oplà”, è di qualche anno fa, edito in Francia con la casa editrice Rond de Lune, è un disegno a cui sono affezionata perché mi ricorda che nella vita serve leggerezza (che molti confondono erroneamente con la superficialità, cosa in realtà molto diversa).
I.G.: Un disegnatore, illustratore o pittore può rappresentare tutto? “Cosa” secondo te nessuno potrà mai davvero rappresentare attraverso il Disegno?
Francesca Quatraro: Wow che domandone! Io penso che “tutto” possa essere “raccontato”. Il “tutto” che noi conosciamo. A mio avviso il dilemma o la difficoltà è nel modo in cui racconteremo, nella nostra capacità. I grandi artisti si rivelano nel raccontare il difficile.
I.G.: Progetti futuri?
Francesca Quatraro: Il 2 marzo ”Libri come semi” – organizzato in collaborazione con Story Selling e la Biblioteca di Gioia del Colle in provincia di Bari. “Libri come semi” è un piccolo progetto per avvicinare gli adulti ai libri illustrati, per apprezzarne la forza e la poesia. L’8 aprile parte la seconda edizione del mio workshop “raccontare per immagini” corso d’illustrazione per adulti curiosi, in collaborazione con la libreria Svoltastorie a Bari. E poi altro ancora!
Written by Irene Gianeselli
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