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Intervista di Irene Gianeselli alla scrittrice Sabina Colloredo: l’ultima biografia è dedicata a Frida Khalo

Creato il 14 marzo 2016 da Alessiamocci

Nel 1998 la Edizioni EL pubblica per la prima volta Sabina Colloredo, direttrice creativa di un’agenzia di pubblicità e copywriter milanese, che sarebbe diventata di lì a poco una delle voci più autorevoli della letteratura giovanile contemporanea. Suoi sono i racconti di Zoe destinati ai più piccoli, le splendide biografie romanzate di Peggy Guggenheim, e i racconti sulle storie degli dèi greci.

La Colloredo è una interprete della cultura femminile e dell’infanzia e ne attraversa molteplici temi: i rapporti con gli adulti e con i coetanei, l’innamoramento, la rabbia, le delusioni, le paure, ma soprattutto la forza di guardare oltre, la volontà di vincere gli ostacoli e di affermare la propria individualità. Il romanzo di formazione al femminile diventa strumento di emancipazione e di crescita nel rispetto delle differenze di sesso e della valorizzazione della femminilità stessa.

Sabina Colloredo vive e lavora a Milano. Trascorre i mesi estivi nelle Marche, nel suo podere, sulla collina dove ha cresciuto le sue figlie e ha scritto i libri che poi sarebbero stati pubblicati per Edizioni EL, Emme Edizioni, Einaudi Ragazzi.

La sua ultima biografia romanzata è dedicata a Frida Khalo (Edizioni EL, 2016) e Sabina Colloredo racconta questa esperienza di scrittura ai lettori di Oubliette Magazine.

I.G.: Ti ringrazio per la disponibilità. Come e quando è cominciato il flusso continuo di parole che ti lega ai tuoi giovani e giovanissimi lettori?

Sabina Colloredo: Dall’infanzia. Da piccola leggevo un libro dopo l’altro ed era il mio modo per conoscere il mondo, quello speciale in cui ti portano le storie, ma anche quello degli autori che le scrivono e degli altri lettori che provano, leggendo, le tue stesse sensazioni. Era un modo di comunicare. Quando sono nate le mie figlie, quel sentire, quella necessità di comprendere si è fatto ancora più urgente. Il mio mondo era il loro, e le parole che avevo accumulato senza accorgermene, in tutti quegli anni, sono scivolate naturalmente sulla carta. Così ho iniziato vent’anni fa e ancora non mi sono fermata!

I.G: Frida Khalo, Cleopatra, Penelope, Pocahontas, Isadora Duncan, Peggy Guggheneim, sono alcune delle donne che racconti. Sempre con grande eleganza, sempre, in qualche modo, per dimostrare che le donne non devono essere sempre sotto accusa. Puoi raccontarci di come studi e poi lavori su personalità e sensibilità così diverse per poi scriverne?

Sabina Colloredo: Studio, leggo le loro biografie e, quando non esistono le autobiografie, cerco le fonti storiche, ritratti, foto, film, qualsiasi cosa esista su di loro e poi… lascio andare l’elastico. Mi immergo nella loro vita e nelle loro emozioni, mi lascio attraversare dai loro successi e sofferenze e cerco di restituirle al lettore senza farmi intimidire dalle barriere del tempo. Dimentico la mia presenza, mentre la loro occupa tutto il mio spazio. Alle donne spesso non è stata data la possibilità di lasciare traccia di sé, e a volte loro non se la sono presa. È importante che i ragazzi e le ragazze si appassionino a modelli di donne che sono arrivate a coronare i loro sogni dopo aver lottato contro discriminazioni, malattie fisiche, condizionamenti sociali. Le donne devono faticare il doppio per dimostrare quello che valgono, meglio che le ragazze lo sappiano e si confrontino con esempi illustri, così avranno più coraggio e dignità e forza nell’affrontare la vita e le sue difficoltà.

I.G.: Frida Khalo è la tua ultima compagna di viaggio. Come è nato questo progetto?

Sabina Colloredo: Frida Khalo è una biografia romanzata che fa parte di una collana dal titolo: I Grandissimi, delle EdizionEl. Frida Khalo è stata davvero una grandissima e non poteva mancare in questa collezione preziosa. Come donna e come pittrice ha lottato e dimostrato tutto quello che poteva dimostrare, ha amato senza riserve il suo uomo e la sua opera, ha sofferto l’indicibile dopo l’incidente che l’ha costretta all’infermità, eppure non si è mai arresa. Si è mangiata la vita con tutti i suoi sapori, in modo commuovente e totale, un’artista unica, una donna indimenticabile. Le donne e le ragazze la amano tantissimo, nella sua totalità, nella grandezza e nella follia. Frida incarna al massimo livello la capacità delle donne di donarsi completamente, di non risparmiarsi. È stato molto impegnativo scrivere di lei per ragazzi, ho attraversato il suo dolore e ho cercato di trasformarlo in forza ed energia positiva, proprio come faceva lei.

I.G.: Eva Cantarella intende i miti di fondazione utili a delineare una ideologia che rafforzi il senso dell’appartenenza alla comunità politica. I miti greci e romani sono parte integrante della tua produzione. Credi che scrivere, almeno un tempo, abbia avuto la stessa valenza di un mito di fondazione?

Sabina Colloredo: Io spiego ai ragazzi che i miti sono un po’ il libretto di istruzione sull’uso del mondo. Nei miti troviamo tutto: i grandi e piccoli sentimenti, la spiegazione dei fenomeni naturali, della vita e della morte, la risposta a tutte le domande che l’uomo si è fatto e si fa da quando è sulla terra. Scrivere dei miti e leggerli, è come tornare a casa. La casa della memoria individuale e collettiva.

I.G.: Il tuo rapporto con la Storia è molto presente nei tuoi romanzi. “E così in eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa” scrive Elsa Morante, sei d’accordo?

Sabina Colloredo: Pienamente. Guardarmi indietro, oltre a rassicurarmi per la complessità e bellezza degli esempi, mi dà una chiave di lettura per quel che accade oggigiorno. Mi fa sentire parte di un tutto, che esisteva prima e che continuerà dopo di me, e questa è una sensazione impagabile.

I.G.: Milan Kundera ne “L’arte del romanzo” scrive che lo spirito del romanzo è la complessità. Italo Calvino in una lezione americana ha scritto che nel nuovo millennio si potrebbe anche scrivere un racconto con una sola parola. Qual è il tuo punto di vista?

Sabina Colloredo: Oggi di persone che scrivono ce n’è davvero molte, ma gli scrittori sono pochi. Io penso che chi scrive debba tenere conto del mondo che lo circonda e farsi portavoce delle mille voci, emozioni e storie che non possono esprimersi, rispettare il lettore e il foglio bianco, raccontare una storia, (e non la propria storia) dare completamente sé stesso alla scrittura. È troppo totalizzante scrivere, per fermarsi a metà. O tutto, o niente.

I.G.: Sono sempre le donne ad essere protagoniste delle tue storie. Da donna come interpreti i fatti di Colonia?

Sabina Colloredo: Sono preoccupata. È stata un’ulteriore forma di violenza contro le donne, condannata da pochi e sottovalutata dai più. Io sono stata un’attivista del movimento femminista negli anni Settanta e ho lottato perché le donne acquisissero gli stessi diritti degli uomini, in una società che le discriminava. Quando ero ragazza, esisteva ancora il delitto d’onore (e parliamo di qualche decina di anni fa), e lo stupro non era punibile come violenza contro la persona. Grazie a quelle battaglie ora le cose sono cambiate, ma dico ai ragazzi che incontro, di entrambi i sessi, che bisogna sempre lottare, insieme, per mantenerli vivi, quei diritti. Noi donne occidentali non dobbiamo cedere di un millimetro, ma dobbiamo avanzare, chiedere e ottenere ancora fino alla completa parità con l’uomo. E deve essere ben chiaro che chiunque venga in occidente deve accettare il fatto che il corpo della donna non è un campo di battaglia, e che noi siamo libere di disporre della nostra libertà. Per chi la pensa diversamente, non c’è spazio.

I.G.: Progetti futuri?

Sabina Colloredo: Tanti. Da qui all’estate ho due libri in programma, tantissimi incontri con i lettori e due progetti editoriali per le scuole. Mesi bellissimi e ricchi di idee e di entusiasmo. E poi… l’estate nel mio casale meraviglioso nelle Marche, tra cinghiali, volpi e soffi di vento.

Written by Irene Gianeselli

Info

Sito Sabina Colloredo


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