Micol e Davide si incontrano in un gruppo su Google. Quasi subito iniziano a scambiarsi messaggi privati, il loro rapporto diventa più personale, quasi intimo.
L’autrice romana non esplora soltanto l’amore, ma mette in evidenza tutte le problematiche e la complessità dell’esistenza. Michela Zanarella la incontra per Oubliette Magazine.
M.Z.: L’anatomia è la scienza che studia la forma e la struttura esterna ed interna degli esseri viventi, questo termine può essere associato nel caso del tuo romanzo ad una volontà di mettere in evidenza tutti gli aspetti di un sentimento complesso, variegato e multiforme come l’amore? Come nasce Anatomia di un @more?
Flaminia P. Mancinelli: Se avessi anche solo immaginato, con questo romanzo, di poter mettere in evidenza tutti gli aspetti dell’amore sarei stata da immediato ricovero… Battute a parte, io ho cercato di raccontare un amore, di analizzarne la nascita e lo sviluppo di un singolo amore, e per quella A di amore scritta con la chiocciolina è ovvio che colloco questa storia al tempo di Internet. Ma è di un amore che parlo. Certo, io sono abituata a scrivere di personaggi che sono nel mondo, e quindi Davide e Micol si confrontano con altre persone, esperienze, situazioni, e quindi interpretazioni dell’amare… Ma ho scelto di scrivere di una particolare esperienza d’amore, questa, proprio perché a grandi linee –io credo– vi siano degli aspetti universali. Anche l’amore che si stabilisce tra un essere umano e il suo cane segue delle linee che potremmo ritrovare tra due amanti. Ma, tornando ad Anatomia, io volevo far saltare delle categorie precostituite, dei luoghi comuni che troppo spesso, ancora, creano pregiudizi e dolore nella vita delle Persone. Anatomia nasce proprio da questo: analizzare un “sentimento” (anche, se forse, il termine “sentimento” è per me un po’ riduttivo…) al di là delle categorie precostituite con le quali siamo abituati a immaginarlo, definirlo, accettarlo.
M.Z.: L’immagine di copertina è davvero originale, come è avvenuta la scelta e quale messaggio si cela nell’opera?
M.Z.: Il tuo libro affronta tante problematiche sociali e attuali, l’amore e la sessualità dominano il contenuto del romanzo. Cosa rappresenta per te l’amore e quale valore assume nella tua quotidianità?
Flaminia P. Mancinelli: Spesso, una parte della critica letteraria del Novecento ha sostenuto la tesi che occorre separare l’autore dalla sua opera. Per me questo è sbagliato. Quando lessi l’opera omnia di Virginia Woolf, in parallelo, mi concentrai sulla lettura del suo diario e del suo infinito epistolario, proprio per comprendere meglio ciò che aveva dato origine alla genesi del suo scrivere. Così l’amore rappresenta, nella mia vita, la principale giustificazione a vivere. Parafrasando René Descart, io direi: amo dunque sono. Amare mi ha sempre spinta a esistere, a continuare in questa difficile esperienza che è la vita sul Pianeta Blu, non altro. E ora che sono a più di metà percorso, posso dire che niente può giustificare altrimenti il nostro essere qui. Certo nel concetto di “Amore” il mio tentativo è quello di non creare categorie, e quindi ognuno può declinare questo “sentimento” verso i soggetti e secondo le modalità che più sono consone alla sua libertà di scelta. Così il mio romanzo è direttamente legato alla mia biografia, of course… Ma io sono una persona inserita in un mondo sociale, quindi accanto alla tematica principale ve ne sono altre, altre situazioni umane e sociali che coinvolgono me e i miei simili. Per me è davvero impossibile scrivere isolandomi dalla realtà. Quindi nonsoloamore…
M.Z.: Tutto ha inizio da un gruppo di Google, è davvero possibile riuscire ad innamorarsi virtualmente per poi rendere concreto il sentimento? Quale è il tuo rapporto con i social network?
Flaminia P. Mancinelli: La prima volta che verificai la possibilità di innamoramento tra persone incontratesi sul Web risale ad oltre 16 anni fa, quando ancora non c’era l’ADSL, e si usava il “doppino” del cavo Telecom insieme a modem tra i 12 e i 56K! e per “navigare” occorreva davvero una grande forza di volontà! Poi se dall’innamoramento si riusciva a proseguire nella “costruzione di un amore”, questo ovviamente dipendeva da molti altri fattori, com’e naturale che sia… Comunque direi che è possibile, sì, certo. Soprattutto grazie a questo fantastico mezzo di comunicazione che è Internet. Grazie ad esso noi possiamo entrare in contatto con Persone e situazioni lontane da noi migliaia di chilometri, e aprire davvero una comunicazione con individui che hanno molto in comune con noi. Noi non abbiamo più limiti spaziali né alla conoscenza né alle relazioni interpersonali; basta essere “cauti” e non cadere nei trappoloni che –come nella realtà- possono essere tesi da persona malate, ovviamente penso alla
M.Z.: Tra i personaggi del tuo romanzo, a quale ti senti particolarmente legata?
Flaminia P. Mancinelli: Domanda difficile questa…Direi che ho amato molto Davide, ma poi mi sono legata a tutti quei personaggi che potremmo definire “minori”, personalità che nell’economia della scrittura ho magari potuto solo tratteggiare, e sui quali –se disponessi di una seconda vita- mi piacerebbe magari tornare. Davide e Micol insieme a Ombra e a Daniela sono i principali protagonisti della storia, apparentemente… Loro hanno comunque ricevuto il giusto approfondimento, ma come cancellare il rimpianto di tutte quelle storie di vita lasciate in sospeso? Certo che mi piacerebbe scrivere ancora di Luna e di Soly, e di Franco e Nicoletta, ma anche di Marco che non sa chi ama, ma ama… Se devo dirti, io mi sento legata soprattutto a questi personaggi “minori”, che sono là, da qualche parte nel tempo, ad aspettare che le loro esistenze possano dispiegarsi in una narrazione.
M.Z.: Qual è il punto di forza di questo libro e per quale motivo un lettore dovrebbe essere indotto ad acquistarlo?
Flaminia P. Mancinelli: È un romanzo che si rivolge a un ventaglio di possibili lettori, non c’è un target “di rigore”. A me piacerebbe che persone comuni leggendolo potessero ritrovarsi, percepire un grande specchio della nostra vita di questo inizio di secolo in Italia, trovare nelle storie narrate le nostre difficoltà, i nostri diritti negati. Ma sarei felice se persone che non sanno niente di omofobia e transfobia, che fanno persino fatica a distinguere un gay da una persona transgender leggendo Anatomia cambiassero atteggiamento, fossero incuriositi, sollecitati ad approfondire-conoscere-avvicinare questa “altra parte del mondo”. Mesi fa, a Genova, durante la presentazione di un saggio che raccoglie testimonianze di persone transgender, mi è capitato di parlare con una signora venuta ad assistere; per lei era difficile anche distinguere un gay da una persona transgender, da un bisessuale… Questo è il Paese nel quale viviamo, non scordiamolo mai.
M.Z.: Progetti per il futuro?
Flaminia P. Mancinelli: Molti, davvero tanti… Quello che forse pubblicherò nei prossimi mesi si intitola Le nuvole non si fermano mai, e anche se i temi sono altri rispetto a quelli trattati in Anatomia, io spero di riuscire a scriverne con la medesima lucidità e onestà.
Written by Michela Zanarella