Intervista di Pietro De Bonis a Caterina Saracino, autrice del libro “La luce giusta cade di rado”

Creato il 10 gennaio 2015 da Alessiamocci

Caterina Saracino nasce a Bari nel 1982. Si laurea in Comunicazione d’Impresa, studia scrittura creativa e sceneggiatura e lavora come redattrice ed esperta di comunicazione per diverse agenzie. Attualmente è caporedattrice di un noto portale web e collabora con una società anconetana.

“La luce giusta cade di rado” è il suo terzo romanzo pubblicato dopo “Il Giardino Irraggiungibile” (due edizioni) e “Grigio” (Vincitore del Premio della Critica al Pegasus Literary Award 2014, Premio Internazionale patrocinato dalla Repubblica Italiana e dal Parlamento Europeo).

Asia, Thomas ed Emma sono tre fratelli legati da un vincolo indissolubile senza il quale non potrebbero resistere ai duri colpi che la vita ha riservato alla loro famiglia. Lorenzo e Miro sono un padre e un figlio che condividono la stessa passione per un’unica donna, Asia. Sarà la partecipazione a un programma televisivo, Art Marathon, a posizionare i riflettori su quelle che sembrano essere vite comunissime e a sconvolgerle. È in questo momento che la scrittrice decide di affidare la parole di salvezza proprio a quel personaggio che tra tutti sembra il più fragile, Emma. Grazie a lei, tutto appare sotto la luce giusta che però cade di rado.

Caterina Saracino è stata molto disponibile a rispondere ad alcune mie domande sul suo romanzo. Buona lettura!

P.D.B.: Ciao Caterina! “La luce giusta cade di rado” il tuo terzo romanzo, ricordi qual è stato il pensiero che ha dato il via a questa storia, la molla che è scattata?

Caterina Saracino: Ciao Pietro, a ciao a tutti coloro che ci stanno leggendo! “La luce giusta cade di rado” non è nato per caso, ma è stato il risultato di una riflessione sui temi di cui volevo occuparmi, dal punto di vista narrativo: il tema dell’omofobia, una delle grandi piaghe della contemporaneità; il tema dell’autismo, una sindrome su cui c’è ancora molta ignoranza; la fagocitante follia di (e suscitata da) mass media e social network. Ho voluto fondere insieme questi argomenti, incastonandoli nella storia di due famiglie: il collante di tutto, nella trama, è l’amore.

P.D.B.: L’omofobia è un tema di cui si parla diffusamente, da quale prospettiva viene accolto nel romanzo?

Caterina Saracino: La prospettiva che ho scelto per parlarne è quella della vittima, perché mi forniva uno spunto maggiore per sottolinearne la pazzia da una parte, il dolore dall’altra: il carnefice rimane volutamente nell’ombra, come spesso succede. Un’ombra che rappresenta la cecità delle istituzioni riguardo a un problema reale, l’impunità di chi commette gli atti omofobi, e il dimenticatoio dentro cui si tende a buttare tutto ciò che non viene percepito come un’emergenza ma che si è propensi a minimizzare con un “tanto il mondo va così”.

Asia lo sapeva, erano proprio le sue risate fasulle ad alleggerire quei pranzi problematici: quando lei avrebbe smesso di recitare, la famiglia intera avrebbe dovuto guardare in faccia la realtà, ed era un momento che speravano di ritardare il più possibile.”

P.D.B.: Solo percepire una diversità, è già questo un essere diversi, un distinguersi dalla massa? La massa è davvero così ottusa?

Caterina Saracino: Non vorrei sembrare retorica, ma dovremmo rivedere i nostri concetti di diversità e di massa. La diversità è qualcosa a cui siamo “votati” per natura, dato che ciascuno di noi è irripetibile, quindi diverso per definizione. Quanto alla massa, credo sia un espediente molto usato per scaricarci le responsabilità attribuendole a qualcuno/qualcosa che è più grande di noi: ma la massa è ognuno di noi, e l’ottusità è una malattia da cui possiamo guarire guardandoci dentro, prima di guardare gli altri.

P.D.B.: Quindi, Caterina, la luce giusta cade di rado?

Caterina Saracino: La luce giusta cade di rado per chi non guarda con gli occhi dell’anima, il che non è un modo di dire, ma ciò che penso davvero: abbiamo tanta bellezza, dentro di noi, ma certe volte ci lasciamo abbagliare da tante di quelle cose che la nostra percezione ne viene distorta.

“È in momenti del genere, quando la razionalità si sottomette alla paura, che capiamo chi amiamo più degli altri, e forse è quella la persona a cui affidiamo la custodia di ciò chenon saremo, o potremmo non essere mai più.”

P.D.B.: Dare le parole alla protagonista in un momento del racconto abbastanza delicato per lei, di fronte a mille telecamere durante uno show televisivo, è stato difficile? La fragilità e il coraggio, sono due aspetti poi così apposti in una persona? E in una scrittrice?

Caterina Saracino: Nella vita sono una persona che tenta di sviare le difficoltà, scegliendo le strade meno tortuose, ma devo dire che quando scrivo queste difficoltà me le vado a cercare con il classico lanternino. Le soluzioni semplici smettono di piacermi. La sfida di chi aspira a fare questo mestiere, per come la vedo io, è anche quella di immergersi senza paura in una vita e in un’anima diverse dalla propria, e trovare il modo di cavarsela nelle situazioni più impensabili, più temibili. Il personaggio di Asia per me ha rappresentato un modo per mettere alla prova la fragilità, ma per cercare anche il bandolo, diciamo così, del coraggio: da qualcosa si deve pur cominciare, per risalire, e in effetti in questo senso coraggio e fragilità non sono così opposti.

P.D.B.: La pietà è un sentimento che raccoglie in sé molti significati, nel tuo libro è più sinonimo di bontà o di tristezza?

Caterina Saracino: Credo che nel mio romanzo il significato più prossimo a quello di pietà sia quello di comprensione. Ma, come dicevo prima, quando ci si nasconde nella massa si è più propensi ad alleggerirsi, a lasciar correre, e quindi a mettere un punto fermo laddove ci sarebbe urgenza di un punto interrogativo.

P.D.B.: Il complimento più bello o inaspettato che hai ricevuto da un lettore?

Caterina Saracino: Sono così in imbarazzo, quando si accingono a farmi un complimento, che mi si chiudono le orecchie, per cui non saprei veramente come risponderti!

 

“Crescendo, io e Thomas ci siamo allineati con la realtà e abbiamo accettato l’idea che Emma sarebbe sempre stata distante dal mondo esterno e da chi la amava, come un satellite sconosciuto.”

P.D.B.: Grazie Caterina per questa intervista! Dove possiamo acquistare “La luce giusta cade di rado”? Occasioni per incontrarti?

Caterina Saracino: Grazie a te per questa occasione! “La luce giusta cade di rado” si può acquistare sia in formato cartaceo (su edizionieiffel.com e su IBS) che in formato ebook (su ebook.edizionieiffel.com oppure su Amazon). Sarò felice di incontrare lettori o futuri lettori nel corso delle mie presentazioni nelle librerie che mi ospiteranno… Vi terrò aggiornati sul blog: lalucegiustacadedirado.wordpress.com, dove raccolgo anche i commenti e le recensioni dei lettori, senza censure! Ciao a tutti!

 

Written By Pietro De Bonis

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staycured@yahoo.it


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