Debora Guerriero nasce nel giugno del 1975 da una famiglia di operai del padovano. A un’infanzia gioiosa segue un’adolescenza complicata, che la porteranno ad abbandonare precocemente i suoi studi.
Così, con carattere determinato entra a far parte del mondo del lavoro, conservando però dentro sé una fantastica indole sognatrice, che la condurrà alle più svariate letture. Nel poco tempo libero che si ritaglia, inizia a scrivere, perché Debora ha un forte bisogno di comunicare; e su consiglio degli amici, pubblica i suoi scritti. La passione, secondo l’autrice, porta sempre a darei il meglio e a evolvere: “Siamo materia plasmata dai sogni”, questo il suo motto.
“Quando la pelle reclama pelle/ quando l’ardore reclama fuoco/ quando di spasimi si nutrono le membra/ allora tutto diventa appagamento/ anche un sospiro a fior di labbra.”
La raccolta di poesie “Anima negli occhi” unisce con un filo invisibile alcuni aspetti della vita. Sono poesie raccolte in temi che rappresentano l’evolversi dell’essere umano e il confronto con sé stesso, la natura e la società per trasformarsi in un incontro fra l’essere stato e il divenire.
Debora Guerriero è stata molto disponibile a rispondere ad alcune mie domande sulla sua passione. Buona lettura!
P.D.B.: E così, Debora, la tua penna esce dall’anonimato grazie all’insistenza affabile dei tuoi amici? Quanto possano essere determinanti le azioni/parole delle persone che ci vogliono bene?
Debora Guerriero: Esce dall’anonimato grazie anche a quanti dall’anonimato hanno iniziato a seguirmi. Avevo scelto l’anonimato perché mi sembrava il modo più neutrale di essere valutata. Nel tempo però quanti mi seguivano nei social network si sono fatti sempre più insistenti perché prendessi la consapevolezza che scrivere era già condividere chi sono e che quindi potevo essere che valutata in ogni mia sfumatura anche mettendoci “la faccia”. Io cerco sempre di non generalizzare. Ognuno ha la propria percezione degli altri e, nel mio caso, avere l’appoggio di chi mi vuole bene è stato fondamentale. Non tanto, come pensano molti, per il facile buonismo che spesso accompagna il giudizio delle persone care, ma proprio perché mi sono circondata di persone che sanno essere critiche in modo costruttivo. Per crescere serve che il “voler bene” sia capace di essere obiettivo. Uscire dall’anonimato è stato un modo per ringraziare chi credeva e crede ancora in me.
P.D.B.: Prima che pubblicassi, credevi poco nelle tue poesie? Un riscontro positivo col pubblico, quanto ha influito a plasmare le tue convinzioni, convenzioni?
Debora Guerriero: Scrivere non è mai facile, soprattutto per un autodidatta, e non vi è un traguardo ma solo un continuo cammino. Avere le gambe non significa che puoi diventare un centometrista! Il riscontro con il pubblico mi ha aiutata a capire che con studio, caparbietà e la giusta dose di umiltà, che tiene i piedi incollati a terra, posso diventare una buona maratoneta. Il contatto diretto con i lettori che permettono ora i social network è una lama a doppio taglio; se non scrivi bene non esitano a fartelo notare. Ma rimangono comunque il caposaldo del mio percorso proprio per i grandi incontri avvenuti proprio grazie ad essi. Come in tutte le cose ci sono pro e contro ed io, per mia fortuna, ho sperimentato, sino ad ora, più cose positive.
P.D.B.: “Anima negli occhi” è la tua raccolta poetica, prima di addentrarci nei suoi meriti, ho letto che il tuo libro è stato inserito in una collana promossa da un’associazione di volontariato: “Stringhe Colorate”, che promuove la cultura del bell’essere, del buonumore e delle sane risate?
Debora Guerriero: Sì, Stringhe Colorate è proprio uno degli incontri speciali fatti grazie alla tecnologia. L’associazione, con i clown sociali e i volontari, presenzia negli ospedali e nelle case per anziani portando un sorriso. L’aiuto che diventa fonte di benessere. Il sorriso, l’arte e la comunicazione che si fanno vettori di una crescita per la comunità e per i rapporti interpersonali. In un mondo che diventa sempre più frenetico, e chiuso, trovare lo spazio per essere “umani” regala al cuore un calore inestimabile.
P.D.B.: Cosa intendi per “incontro fra l’essere stato e il divenire”, o meglio, cosa avviene in questo incontro? Più uno scontro?
Debora Guerriero: L’incontro fra quello che siamo stati e quello che in realtà scopriamo di essere divenuti è un cataclisma per le nostre convinzioni. Ci si trova spiazzati e ritrovare l’equilibrio non è facile. “Anima negli occhi” ripercorre questo conflitto che si placa, solo, quando l’anima si riconosce unica in un mondo di anime, esse stesse ineguagliabili. Nasciamo con un’identità solo nostra che però si scontra con l’identità del mondo e della società, che ci vorrebbe essere imposta, ma solo nella piena coscienza di sé come persone uniche troviamo la nostra dimensione e il nostro potere.
P.D.B.: Nelle tue poesie celebri la passione, la sensualità, il dialogo tra corpi, l’incastro. Il sesso quante parole sa contenere? Una, nessuna, centomila?
Debora Guerriero: Ecco un argomento a me molto caro perché troppe volte taciuto (o tacciato?) dalle donne per paura del giudizio, ancora troppo maschilista, diffuso nel nostro paese. La passione del corpo e il sesso sono comunque parte del nostro sentire; non possiamo precluderci un argomento solo per paura che se ne parliamo sembriamo disposte a chissà quali giochi erotici così ben descritti in molti romanzi divenuti cult negli ultimi tempi. Farlo in poesia è un rendere onore alla parte “animale” di ognuno di noi. Il sesso può riempire o svuotare tutto, sta a noi saper mettere amore e passione nel gesto atletico. Sorrido nel dire questo perché so che mi staranno già dando della bigotta. In realtà non lo sono per niente ma credo che, al di là del piacere del momento, il sesso fine a sé stesso sia comunque per pochi. Se non c’è feeling fra entità, l’ “incastro”, difficilmente sarà appagante davvero.
P.D.B.: “Siamo materia plasmata dai sogni”, questo il tuo motto. Me lo spieghi come fossi un bambino di nove anni?
Debora Guerriero: Se sogni di diventare pompiere non puoi temere di farti male o di scottarti. Devi avere l’animo altruista. Ti formerai con la consapevolezza che se una persona avrà bisogno di te non potrai tirarti in dietro. Ti butterai nel fuoco per persone che nemmeno conosci ma ti preparerai a farlo nel miglior modo possibile per non diventare tu stesso pericolo per altri. I sogni che coltiviamo ci modellano alle loro esigenze. È un lavoro di cesello fine che viene fatto dalla nostra anima per accompagnarci a divenire quello che sogniamo.
P.D.B.: Disegni anche, è così?
Debora Guerriero: Disegno, sì. È una passione che coltivo solo per il gusto di sporcarmi le mani con la creatività. In effetti mi diletto con il carboncino, grafite e china. Tecniche veloci che non consentono troppi ritocchi. Le amo perché mi permettono, nelle pause dalla scrittura, di rilassarmi e di evadere. A volte capita che colpiscano, altre meno, ma per me è fondamentale quello che mi trasmettono mentre creo. Alcuni bozzetti hanno avuto il piacere di incorniciare la silloge di poesie “Essere in un altro tempo” del professore e poeta Bruno Aurisicchio. Mentre uno dei miei disegni è diventato il logo dell’associazione “Sabine” , uno sportello d’ascolto antiviolenza a difesa delle donne e dei minori. In questo contesto ho conosciuto Simona Bertocchi, scrittrice e poetessa, che mi ha onorato della prefazione alla silloge oltre ad essere divenuta una dolcissima e combattiva amica. Insieme a lei altre ragazze dalla spirito di vere guerriere contro i soprusi e le violenze sono diventate, per me, un esempio di come basti poco per cambiare le cose.
P.D.B.: Grazie Debora, dove si può reperire la tua silloge “Anima negli occhi”?
Debora Guerriero: La silloge è reperibile in molte librerie on-line ma può essere anche richiesta direttamente all’associazione Stringhe Colorate. Ringrazio fin da ora chi si soffermerà a leggere i miei scritti e vi aspetto nella pagina facebook “Anima negli occhi” o direttamente nel mio profilo ufficiale. Un caro abbraccio.
Written by Pietro De Bonis
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