Il libro:“Il sogno nel cassetto, o forse…la polvere nel cassetto!Il velo di una soffice patina che ricopre pensieri, parole, idee, sogni, desideri forti e inconfessati. Che cosa teniamo nei cassetti? Tanto, a volte tutto…Nascosto sotto una vecchia maglietta, sotto il caldo maglione invernale che usiamo in serate di pioggia, quel tenero ricordo legato al filo che lo compone, che ne fa vela gonfia e poi ammainata prima dell’approdo... “
Pietro De Bonis: Ciao Giusy! Poetessa per passione e impulso d’anima, è così?
Pietro De Bonis: Quali temi affronti in “La vita dentro”? Quante pagine sono dedicate all’amore? Esistono poesie che non parlino d’amore?Giusy Fogu: ”La vita dentro” affronta numerosi argomenti, il libro è diviso in tre principali capitoli dal titolo: Vita, Idee-Ideali, Amore. I temi affrontati sono molteplici, a partire dalla mia vita personale e riferita alla famiglia, agli affetti, i ricordi d’infanzia, la morte, il tempo che passa lasciando segni sulla pelle e sulla nostra anima. Poi ancora gli ideali o le idee, con analisi sulla guerra, le persone oppresse, gli abbandonati, i diversi, la violenza sulle donne o bambini, le tragedie in Sardegna, ma anche sulla bellezza della natura, sulle parole. Al capitolo Amore sono dedicate ventidue pagine e altrettante poesie, alcune delle quali di chiaro stampo erotico, un passaggio che finora avevo sempre sfiorato da lontano e credo si contemplasse comunque già in molti dei miei componimenti del precedente libro, “Il vento dell’isola” giacché non esiste Amore che non sia anche solo velatamente passionale. Non esistono poesie che non parlino d’amore, credo, infatti, che il mio libro possa a gran voce definirsi un libro d’Amore, per la vitae i suoi vari percorsi, l’uomo non fa niente senza essere pervaso d’amore e anche quando si crede di scrivere per una semplice cronaca di fatti, in realtà si passa per il sentimento e quindi attraverso l’amore.
Pietro De Bonis: Vuoi regalarci una breve poesia della tua nuova silloge?Giusy Fogu: Assolutamente sì, regalo quella che credo sia un po’ il simbolo di questo libro, o per meglio dire della ricerca intorno alla quale ruota tutto il libro, la ricerca del se, del proprio vivere, delle risposte tenute spesso dentro cassetti pieni di polvere, conservati anche a se stessi, per la riflessione di quanto…sia strano vivere ma di quanta speranza ci sia bisogno!
E’ strano vivere
Si fatica a inventare l’animadisincantati al pallido volto della lunauomini scalzi in penitente attesa.
Astri schizzati nell’universomille domande senza rispostemani in preghiera verso l’ignoto.
E’ strano vivere…ricercati in un ‘immenso vorticedi pensieri e parole,suoni dispersi nel vento e senza meta.
Porto sicuro è l’idea,la ricerca fermata sulla nuda terracreta plasmata a nostra somiglianza…con lo sguardo rivolto al Divino.
Pietro De Bonis: Il messaggio principe che vuoi consegnare con questo tuo libro.Giusy Fogu: Il messaggio primo, come accennavo nella precedente domanda, consiste nel fatto che viviamo tutti con una nostra principale vita dentro, che spesso non emerge, non tutti siamo capaci di esprimere i nostri dolori, felicità o passioni. Mi sono sentita dire spesso che le mie parole sembravano dare voce a persone che nel mio scrivere si rileggevano, con un messaggio comune a molti, quello di pensare più col cuore che con la ragione, poiché in questo millennio in cui il cuore sembra essere un po’ bistrattato, appartenendo però all’uomo e al suo essere vivo, c’è gran voglia di rinnovarsi ai sentimenti. Quindi il mio è un inno alla vita, pur con tutte le sue fragilità e piccolezze, i suoi dolori, le sue mancanze, ma pur sempre una vita unica e in tutti i modi irripetibile.
Pietro De Bonis: Secondo te, Giusy, lo scrittore può considerarsi un mestiere?Giusy Fogu: Di fatto scrivere è un mestiere, difficile, faticoso, in cui ci si gioca per intero, per il quale si suda e si fatica emotivamente e fisicamente, ma chi scrive non lo sente come un mestiere, bensì come un’esigenza impellente, come mangiare o dormire. Uno scrittore è un malato di parola, un essere strano che gira con taccuino e penna e che si ferma in posti inusitati a mettere su carta quel pensiero immediato prima che voli via. Per quanto mi riguarda, benché io sia una piccola foglia mossa dal vento dell’emozione e non mi potrei definire una scrittrice, nel termine che per i più definisce chi scrive, non credo che riuscirei a farlo per mestiere, con quelle scadenze strutturali che obbligano alla scrittura nei tempi e nei modi imposti. Scrivere per me rimane sempre e ancora un parto spontaneo, fatto di sangue e carne concepita da cuore e anima. Forse sono solo una gran sognatrice, ma così definisco ancora uno scrittore.
Pietro De Bonis: Quanto orecchio dai all’opinione di chi ti legge? Quanto plasmi la tua scrittura affinché il pubblico capisca meglio le tue poesie?Giusy Fogu: Quando iniziai a scrivere poesie, mi si fece notare che la poesia deve avere un linguaggio universale, arrivare al cuore dei più, mirare alto ma volare basso. Ascolto chi mi legge con l’orecchio di chi sente i sentimenti e non cambio mai il lessico del mio scrivere, tanto più che essendo parti spontanei, dettati dall’immediato sentire, non hanno bisogno di cambiamenti. La mia poesia è così come nasce, sanguigna, spontanea e immediata. Se la cambiassi ne snaturerei i significati più profondi dettati solo dalla mia emotività, non sono capace di fare i compiti a casa del linguaggio poetico se non per qualche piccolissima divisione di struttura in versi, ma mai nel loro contenuto. Io so che il mio scrivere non è esageratamente aulico e confido fortemente che i miei versi siano sempre messaggi per il cuore e per chiunque.
Pietro De Bonis: Grazie veramente di questa intervista, Giusy. Dove possiamo acquistare “La vita dentro”? E poi, lasciaci con un motto che porti sempre con te.Giusy Fogu: Grazie a te Pietro, per questa bella occasione di confronto. Il mio libro si può trovare sul sito della casa Editrice (www.sillabedisale.it), e sul sito dell’Associazione a essa legata ASSOCIAZIONE CULTURALE "SENTIERI D'ARTE" presente sui Social come Facebook. La Casa editrice sta facendo grandi passi avanti, pur con le difficoltà che può affrontare una casa editrice giovane, non a pagamento e, che crede nella cultura. Mi sento in dovere di approfittare di quest’occasione per dire, con piacere, che il libro è stato presentato al Salone Internazionale del Libro a Torino lo scorso Maggio, prima presentazione Nazionale, e sarà distribuito nei maggiori siti internet come Amazon, sarà presente inoltre nelle librerie della mia città, in particolare presso la “Libreria Duomo” di Gianni Loi, in Via Sarcidano a Iglesias e spero presto anche in alcune librerie di Cagliari. Nel Settembre prossimo ho già in cantiere due presentazioni regionali e contatti per un piccolo tour oltre Sardegna. Sono aperta a qualsiasi contatto in tal senso anche con gli amici sardi, che vivono sparsi per l’Italia e, che avessero piacere di conoscere una poetessa conterranea. Nel ringraziarti Pietro saluto chi leggerà questa breve intervista, con quello che da sempre è il motto che accompagna ogni mio fare, augurando a tutti buona strada: “L’essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che col cuore”.
pietrodebonis.com