Lucrezia Scali nasce a Moncalieri nel 1986, e qualche anno più tardi si trasferisce nella caotica Torino accompagnata da un altro essere umano, un gatto e un cane. Il suo amore per gli animali l'ha guidata fino alla facoltà di Medicina Veterinaria di Grugliasco, che tuttavia non l'ha ancora lasciata andare. Legge tanto e qualsiasi cosa susciti la sua curiosità, e nel 2012 ha deciso di condividere questa passione con internauti altrettanto appassionati. Gestire “Il libro che pulsa”, il suo blog letterario, ha cambiato il suo approccio alla scrittura, e dopo molti diari segreti e storie incomplete è riuscita a terminare il suo primo romanzo,“Te lo dico sottovoce”, di cui oggi parleremo.
Pietro De Bonis:Nel tuo romanzo “Te lo dico sottovoce” non si parla solo di amore tra persone, tra uomo e donna, ma soprattutto di amore per gli animali, è così?
Lucrezia Scali:Proprio così. Nel mio romanzo si vive l’amore a 360 gradi, un sentimento che non lega solo un uomo a una donna, ma che comprende e abbraccia una moltitudine di altre sfumature. Da laureanda in veterinaria è venuto quasi automatico creare una storia dove si parla anche di animali, delle loro qualità terapeutiche e dell’amore condizionato che ci regalano
Pietro De Bonis:Quanta Lucrezia contiene Mia, la protagonista di questa storia? Nella tua scrittura prediligi più inventare e più riportare accadimenti realmente accaduti?Lucrezia Scali:Vorrei dirti che non c’è niente di me in Mia, ma forse mentirei. Mi hanno fatto presente che la protagonista mi rispecchia per molti aspetti e non so se è un bene o un male incastrare la vita reale in una inventata. Il romanzo è frutto di fantasia, come gli episodi e i personaggi, però mi piace pensare che il lettore possa considerarlo come un qualcosa di vero e che potrebbe davvero succedere.
“Conservo il tuo segreto/ Come tu fai col mio/ Insieme saranno al sicuro”
Pietro De Bonis:Trovare tempo per l’amore dovrebbe essere una voglia primaria, invece si dà spesso e volentieri precedenza al lavoro, ma questo comportamento non è uno sfuggire dall’amore stesso?Si ha paura di soffrire? Poca fiducia nel cuor prossimo? La tua protagonista come agisce?Lucrezia Scali:Mia è una giovane donna, determinata e concentrata sul lavoro. Nella sua quotidianità non c’è spazio per l’amore e nessuno riesce ad andare oltre la corazza che si è costruita negli anni. Il lavoro per lei è evasione, non pensare al suo passato che, in qualche modo, l’ha profondamente cambiata e messa a dura prova. Fino al momento in cui il suo sguardo si posa su una persona( non posso dirvi chi) e nasce qualcosa di speciale, un sentimento intenso ma trattenuto da segreti e diffidenze, che li allontanano sempre di più. Ma forse non è proprio questo il momento giusto per dare una seconda possibilità al suo cuore spezzato?
Pietro De Bonis:Lucrezia, cosa desideri dire al lettore dire “Sottovoce”?Lucrezia Scali:Scegli me! Prova a darmi una possibilità, allontana per un secondo l’idea che si tratti di un libro auto pubblicato perché potresti ricrederti. Magari non con me, ma sono certa che molti autori self meritano più visibilità.
Pietro De Bonis: Ci leggi un passo significativo del tuo libro?Lucrezia Scali:“Senza rendermene conto sfiorò la cicatrice che avevo sul collo, quella che nascondevo con il trucco perché il mondo non si accorgesse di lei. Quella cicatrice, che mi ricordava ogni giorno la madre che sarei potuta diventare.A nessuno avevo mai permesso di baciarmi lì, nemmeno al mio ex marito. Era un ricordo troppo doloroso e privato. Arretrai, staccandomi dalla sua presa.«Che ho fatto?» si scusò Diego, osservandomi con espressione colpevole.Mi sistemai i capelli di lato, coprendo la vecchia ferita. «Nulla, è tutto uno sbaglio. A breve arriveranno a prenderci e non voglio che qualcuno ci veda» mormorai agitata. Fu in quel momento che mi attirò tra le sue braccia e mi consolò. In quell’abbraccio mi sentivo al sicuro, protetta. Al riparo dal mondo esterno, ancora una volta. Mi sfiorò la nuca con il naso e rimase immobile in quella posizione per alcuni secondi. Non riuscii a trattenermi e mi abbandonai poco a poco. Lasciai che il mio corpo si sfogasse, e piansi senza rendermene conto. Lasciai fuoriuscire tutta la rabbia repressa, tutto il dolore alimentato con il passare del tempo.”
Pietro De Bonis:Il complimento più bello ricevuto fino ad ora, in qualità di scrittrice?Lucrezia Scali:Sicuramente quello di aver regalato delle emozioni e di aver costruito una storia che abbandona i soliti cliché. Non voglio che il mio libro sia la copia di un altro ed essere ricordata solo per questo motivo.
Pietro De Bonis:Grazie Lucrezia per questa intervista. Lascio a te concluderla, siamo tutti orecchie!Lucrezia Scali:Sono io a dire grazie a te e per avermi dedicato il tuo tempo. Spero che il lettore sia sopravvissuto fino a quest’ultima domanda e che sia rimasto incuriosito dal mio libro. Se lo comprate, se lo leggete, aspetto sulla mia pagina le vostre impressioni.
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