Il Progetto “L’eco dei Sanpietrini” nasce nel luglio del 2013 da un’idea di Lavinia Lalle e Sarah Mataloni. Intende riportare in luce la densa ma sepolta identità romana, attraverso canzoni, poesie, e personaggi che l’hanno resa grande agli occhi del mondo.
Si esprimono con versi in rima, scritte con entusiasmo e amore per la loro città, ma anche con lo spirito critico del non prendersi troppo sul serio. Vantano l’accompagnamento musicale di artisti d’alta levatura, con i quali collaborano per reinterpretare i testi in chiave contemporanea.
All’attivo prossime date in Calabria, Puglia, Lombardia, e ovviamente Lazio.
P.D.B.: La compagnia L’eco dei San pietrini tornerà a febbraio per tre serate esclusive, dal 14 al 16, al Teatro Petrolini di Roma, stavolta quale novità porterete in scena?
L’eco dei Sanpietrini: Lo spettacolo “Roma: tra storie, canzoni, vizi e passioni” sarà lo stesso che, da agosto 2013, ha fatto il giro Italia divertendo e convincendo sia il pubblico che la critica specializzata. L’unico elemento nuovo è nell’”ensemble” che accompagnerà le voci delle ragazze. Unitamente alla chitarra di Aldo Massimi, al posto della consueta fisarmonica, troveremo il mandolino di Felice Zaccheo; una soluzione originale e particolarissima, dato che questo strumento è generalmente associato alla musica popolare partenopea. Mostreremo, anche grazie all’abilità del suo interprete, che può aderire bene anche al repertorio popolare romanesco.
L’eco dei Sanpietrini: Il progetto è nato dal desiderio e dalla voglia di rispolverare la memoria di un patrimonio culturale ricco di parole, immagini, poesie, che spesso sembra dimenticato, ma che in fondo è parte della nostra cultura, del nostro paese, della nostra storia. “Roma: tra storie, passioni , vizi e canzoni” è un assaggio di romanità, momenti goliardici si amalgamano a spunti riflessivi e malinconici, in modo da poter trasmettere “vizi, nei, belta” e contraddizioni tipiche della romanità.
P.D.B.: Lo spettacolo varia nel contenere in sé testi di Trilussa, ricette della Sora Lella e aneddoti del fratello Aldo Fabrizi, pezzi de Il Rugantino e della benamata Gabriella Ferri… Ritenete che oggigiorno bellezze simili manchino nel panorama romano/italico?
P.D.B.: Far emozionare un pubblico non è certo tra le missioni più facili per una compagnia teatrale, forse la prima e più difficile. Su cosa puntate quando elaborate un testo teatrale? Far ridere, far pensare? O entrambe insieme?
L’eco dei Sanpietrini: Innanzi tutto bisogna credere in quello che si fa, avere un obiettivo e fissarlo sempre. Credo che il tutto nasca da un bisogno comune che abbiamo e di conseguenza mano a mano gli elementi emergono nella nostre teste e poi da lì la penna va da sé. L’elaborazione si concentra sul mettere amore in quello che si fa e quando c’è l’amore esce fuori di tutto: gioia, tristezza ecc ecc
P.D.B.: A “L’eco dei San pietrini” piacciono le sfide? Quanto plasmate le richieste del pubblico? Lo ascoltate o seguite dritti la vostra strada?
L’eco dei Sanpietrini: Sicuramente sì, amiamo le sfide. Questo progetto è nato come una sfida, lo abbiamo portato per la prima volta davanti ad un pubblico molto ampio,-non romano- non conoscendo-chiaramente –aspettative , impressioni, gusti. In quell’occasione –e anche in altre- abbiamo agito di testa nostra e per impulso. Poi, lentamente, il progetto è cresciuto, ed è in continua evoluzione. Cerchiamo molto il rapporto con il pubblico,(anche perché è uno spettacolo in cui l’interazione è fondamentale) adattando in maniera naturale il nostro linguaggio al pubblico
P.D.B.: Andrete in scena a San Valentino, direi non ci fu data più azzeccata per passare una serata super romantica… Consigliate “Roma, tra storie e canzoni vizi e passioni” a tutti i nuovi amanti della capitale scommetto.
L’eco dei Sanpietrini: Beh, questo spettacolo non può far altro che alimentare qualcosa che magari sta nascendo tra due persone. È una particolare occasione per passare un po’ di tempo mano nella mano e avere poi un bel ricordo vissuto assieme. Il teatro, la musica, la poesia e la cultura in generale possono solo che far bene alle nostre anime e aprire in noi nuove strade, nuove visioni, nuovi sogni. Sognare è quella cosa che facciamo 24 ore al giorno ininterrottamente e che ci fa vivere.
P.D.B.: Grazie di questa intervista!
L’eco dei San pietrini: Grazie a te!
Written by Pietro De Bonis
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