Seconda pubblicazione di Vincenzo Restivo “L’abitudine del coleottero” (Watson Edizioni, 2013) è il percorso di formazione di un ragazzo, Vin, il quale, compiuti i fatidici diciotto anni si trova a dover rivedere per intero la sua vita.
Una vicenda collocabile a metà strada tra la vita e la morte, tra misteri ed ingenuità. Un libro unico nel suo genere per via dello stile adoperato per la stesura e per la delicatezza con il quale determinate tematiche, tutt’altro che semplici, vengono trattate.
Vincenzo Restivo si è gentilmente prestato a rispondere ad alcune nostre domande.
R.M.: Quali libri ami leggere solitamente e quali sono i tuoi autori preferiti?
Vincenzo Restivo: Mi piacciono molto i romanzi di formazione, credo sia perché ho ancora dei conti in sospeso con la mia adolescenza. Non che abbia avuto problemi in passato quanto più che altro perché credo di non aver vissuto abbastanza o almeno come avrei dovuto. Penso che sia per questo che tra i miei scrittori preferiti spiccano nomi come: Philip Ridley, Shyam Selvadurai, Raymond Radiguet, Fred Uhlman.
R.M.: Com’è nata l’idea di scrivere “L’abitudine del coleottero”?
R.M.: E’ stato complicato riuscire e pubblicare questo tuo scritto? Qual è il tuo pensiero relativamente all’attuale situazione dell’editoria italiana?
Vincenzo Restivo: Credo che l’editoria italiana attualmente faccia un po’ i conti con quello che è la “smania dello scrivere e del pubblicare”. Oggigiorno, in fondo, siamo tutti un po’ artisti , c’è chi dipinge, chi fa musica, chi scrive … e vi assicuro che almeno il sessanta percento degli Italiani ha almeno un romanzetto nel cassetto che sogna di veder esposto nella vetrina della libreria sotto casa. C’è comunque da fare una selezione tra chi scrive bene o chi ci prova e crede di farlo bene. Il punto è che se hai un bel po’ di soldini da spendere , di case editrici a pagamento in Italia ce ne sono a iosa, ma poi devi essere anche pronto ad improvvisarti il “rappresentante commerciale” di te stesso, ovvero andare in giro, con le copie del tuo romanzo acquistate da te medesimo presso queste “tipografie camuffate” e dispensare libri sperando che almeno qualche parente l’acquisti a prezzo di copertina. Ci sono però, e ad essere sincero in questi ultimi anni ne ho contate parecchie, case editrici del tutto cost free che coraggiosamente puntano il tutto per tutto su autori emergenti e non e che hanno dalla loro parte solo la pecca di essere piccole o appena nate. La Watson edizioni di Roma ad esempio, è nata pochi anni fa ma promette già molto bene e al suo attivo ha un numero importante di volumi già pubblicati ed altri di prossima uscita. Penso che chi scrive oggi debba fare i conti con il proprio ego e cercare di metter da parte un
R.M.: Nel tuo libro tratti temi delicati come le violenze domestiche, la pedofilia, l’eutanasia e l’omofobia. Quale/i messaggio/i intendi trasmettere con il tuo romanzo?
Vincenzo Restivo: Il mio romanzo è innanzitutto uno sprono all’auto- accettazione delle proprie debolezze e quindi dei propri limiti. Uno dei miei scopi è proprio quello di aprire le menti verso argomenti quali: omofobia, violenze domestiche, eutanasia, pedofilia, che sono all’ordine del giorno ma che in un modo o nell’altro rappresentano ancora un tabù. Il messaggio che voglio dare è proprio questo in effetti, bisogna compiere il primo passo verso il rifiuto di quei canoni imposti da una società corrotta e corruttibile per accettarne altri. Il protagonista si comporta come una sorta di scrematore ideale di un mondo dove l’anormalità imposta diventa normalità vissuta , come una sorta di gioco di specchi. Deve per questo “scremare” , togliere il marcio per permettere che il buono ritorni a galla.
R.M.: Chi vorresti leggesse il tuo libro? Quale sarebbe il tuo lettore ideale?
R.M.: Oltre che di romanzi (ricordiamo anche il tuo precedente libro “The Farm”, ormai fuori catalogo) sei anche uno scrittore di poesia e di racconti horror. In particolare dove è possibile leggere questi ultimi? Com’è nata la tua passione per questo genere?
Vincenzo Restivo: The Farm è stato il mio primo romanzo, pubblicato con una casa editrice di Torino. Il libro è fuori catalogo ma è possibile comunque richiederlo e attendere i tempi di spedizione che ahimè sono abbastanza lunghi. I miei racconti (prevalentemente horror) potete leggerli sul sito splattercontainer.com dove scrivo sotto lo pseudonimo di “beautifulthing”. La poesia invece…beh, per quanto mi sforzi, credo sia un genere fin troppo introspettivo e di difficile collocazione. Amo molto Rimbaud e a volte per timore di un’inevitabile simulazione pragmatica, rinuncio a priori. Nonostante tutto ho partecipato a qualche concorso, e ultimamente ho vinto sulla pagina “Bohèmienne” di Facebook con la poesia “Odi d’amore”.
R.M.: Il tuo libro può essere acquistato nelle librerie italiane, comprese quelle online, in formato cartaceo. Ma che ne pensi dell’e-book, il libro in formato digitale? Leggi mai e-books?
R.M.: Il tuo prossimo libro? Stai forse lavorando a qualcosa di nuovo?
Vincenzo Restivo: Ho un altro libro in cantiere e anche stavolta sarà uno scontro tra due generazioni e tra due famiglie. Ci sarà come sempre un mistero, un viaggio, qualcuno che dovrà arrivare… Ma ora basta, non vi dirò altro.
Grazie Vincenzo per la tua disponibilità e non ci resta che attendere la pubblicazione del tuo prossimo libro.
Written by Rebecca Mais
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