Intervista di Rebecca Mais al giovane cineasta Fabio D’Alessio, regista del corto “Ti aiuto io”

Creato il 27 febbraio 2015 da Alessiamocci

Il campo cinematografico è lo strumento che meglio gli permette di comunicare con la gente, gli argomenti trattati vanno dal sociale alle nuove tecnologie e tra le sue passioni vi sono la fotografia, l’architettura e viaggi. Questo e tanto altro è Fabio D’Alessio, classe 1988, nato a Roma e residente a pochi passi da Monterotondo, studente universitario di Ingegneria Civile e curioso di ogni aspetto della vita.

Tutto ciò l’ha portato ad interessarsi alla regia, tanto da seguire corsi sull’argomento e arrivando a cimentarsi come film maker realizzando alcuni cortometraggi: in questi ha rintracciato il mezzo per svelare questioni più o meno tragiche che riguardano quotidianamente tutti noi.

Nel 2014 ha inoltre intrapreso il corso di regia cinematografica nella scuola Acting Shot di Roma, un percorso che lo porterà ad affinare le sue tecniche e a conoscere nuovi mondi e nuova gente.

Di recente la realizzazione di un cortometraggio dal titolo “Ti aiuto io” che narra le vicende di due giovani ragazze, due amiche, una appena diplomata, l’altra laureata con lode, alle prese con la ricerca del lavoro. Una vicenda che potrebbe avere del surreale ma che in realtà rispecchia la società nella quale stiamo vivendo.

Fabio D’Alessio ha gentilmente dedicato a noi di Oubliette un po’ del suo tempo per parlarci di sé, delle sue passioni, lo scopriamo infatti anche poeta, e dei suoi progetti futuri.

R.M.: Com’è nata la tua passione per il cinema ed in particolare per la regia?

Fabio D’Alessio: A dire la verità sono sempre stato appassionato di cinema, mi è sempre piaciuto vedere bei film. Mi sono avvicinato molto di più a questo mondo invece qualche anno fa, quando ho iniziato a scrivere soggetti per film e cortometraggi, per raccontare le storie che mi passavano per la testa e mettere su carta un messaggio preciso. Il passo successivo è avvenuto quando due anni fa mi son stufato di vedere solo scritte le mie idee, era giunto per me il momento di vederle sullo schermo. Così ho iniziato a studiare da autodidatta per mettere in scena i miei scritti, e ho scoperto così il complesso ma fantastico mondo della regia, senza cui oggi non potrei vivere.

 R.M.: Quali sono i tuoi generi cinematografici preferiti?

Fabio D’Alessio: Non credo di avere propriamente un genere preferito. Mi son sempre piaciute le commedie e sono un appassionato di film storici, ma non mi piace fermarmi a un singolo genere. Ultimamente sto cercando di vedere di tutto, su consiglio del mio insegnante di regia, e negli ultimi tempi sono molto preso dai film thriller psicologici.

R.M.: Vi è forse un regista in particolare, italiano o meno, al quale ti ispiri per i tuoi lavori?

Fabio D’Alessio: Non c’è un vero e proprio regista a cui mi ispiri, me ne piacciono molti di registi con stili particolari, ma non posso scegliere uno in particolare. Sicuramente apprezzo tutti quelli che trattano come faccio io nei miei film i temi della realtà sociale, che fanno film che non si banalizzano ad una semplice storia di 2 ore ma che lascino delle domande nello spettatore.

R.M.: Come coniughi la tua passione per l’ingegneria e le nuove tecnologie con quella per la regia?

Fabio D’Alessio: Beh in verità non sembra ma vanno molto a braccetto. Essere ingegnere vuol dire sapere tutto, saper organizzare al meglio ogni cosa e trovare soluzione a qualsiasi problema. E un regista fa proprio questo solamente spostato sul set. Non si creda che girare anche un semplice corto da regista sia una sciocchezza come mi è capitato di sentire. Sul set può accadere di tutto, e si devono trovare soluzioni immediate e efficaci per non bloccare i lavori, e in questo la mentalità che mi è stata insegnata all’università si adatta appieno. Per quanto riguarda le nuove tecnologie invece, nel campo cinematografico sono importantissime e bisogna esser sempre aggiornati.

R.M.: Com’è nata l’idea di creare cortometraggi a tema sociale?

Fabio D’Alessio: Tutto ciò che scrivo nasce dall’esigenza di portare sullo schermo i problemi della vita odierna, per mettere davanti agli occhi di molti i problemi che vengono lasciati a volte in secondo piano o sui quali ormai si è passati ad una sorta di rassegnazione. Io cerco di riaccendere il dialogo su questi problemi, scatenando nello spettatore delle domande durante la visione. E proprio per questo di solito mi trovo a scrivere storie drammatiche o comiche ma con un sottotesto tragico, in cui molto spesso il lieto fine è atteso ma non c’è mai. La realtà dopotutto non è mai lieto fine. O almeno, la maggior parte delle volte.

 R.M.: Oltre a scrivere per il campo cinematografico ti diletti anche con la poesia, ricordiamo la pubblicazione della raccolta “Parole istintive” (2013). Cosa rappresenta per te il mondo della poesia?

Fabio D’Alessio: Il mondo della poesia per me è un’ottima valvola di sfogo. Quando scrivo poesie posso riversarci dentro tutto quello che mi passa per la testa, qualsiasi argomentazione, e mi permette di tirare fuori tutti i miei pensieri, gioie, ansie e dolori della giornata. Credo poi che la poesia sia un metodo molto efficace, come il cinema, per poter parlare del sociale. Molti dei miei componimenti parlano della realtà attuale italiana, delle famiglie che non arrivano a fine mese o delle violenze sulle donne, e spero che con la drammaticità delle mie parole riesca a trasmettere l’angoscia di certe situazioni anche a chi ne può essere estraneo.

 R.M.: Tra le tue passioni vi è anche quella per la fotografia. Quali sono i tuoi soggetti preferiti?

Fabio D’Alessio: Si è vero, mi sono appassionato nell’ultimo periodo alla fotografia. Dopotutto un bravo regista deve sapere anche tutto in tema di fotografia, un buon film è fatto al 50% dalla fotografia giusta. Amo molto fotografare la natura con la sua bellezza nelle varie stagioni dell’anno, le architetture storiche di cui è ricco il nostro Paese e mi piace fotografare le persone, sia su set prestabiliti che nella naturalezza della quotidianità, quando le loro espressioni naturali rivelano tutta la loro essenza.

R.M.: Progetti futuri? Puoi forse anticipare qualcosa ai lettori di Oubliette?

Fabio D’Alessio: Beh posso anticiparvi che sto lavorando ad un nuovo corto drammatico che spero di riuscire a girare entro la fine della primavera, con una tematica molto forte, ma più di questo non dico per non sbilanciarmi troppo. 

R.M.: Grazie Fabio ed al prossimo cortometraggio dunque.

Written by Rebecca Mais

Info

Sito Fabio D’Alessio


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