Intervista di Rosario Tomarchio ad Annarita Faggioni ed al suo “I racconti depennati”

Creato il 04 novembre 2013 da Alessiamocci

Annarita Faggioni (19.10.1990). Dottoressa in Lettere e Cultura del Territorio con 110/110 e Lode, blogger e copywriter. Autrice nel 2011 della raccolta poetica in selfpublishing “Canto D’Inverno”, “I racconti depennati” è il suo primo libro in e-book.

Compare in diverse selezioni editoriali di poesia con proprie liriche. Attraverso il suo portale “Il Piacere di Scrivere”, contribuisce al mondo della letteratura promuovendo iniziative per gli autori emergenti.

R.T.:  “I racconti depennati” è la tua seconda esperienza di scrittrice dopo l’esordio con una raccolta di poesie. Ci racconti come è avvenuto il passaggio dalla poesia al racconto?

Annarita Faggioni: Il passaggio tra poesia e racconti, o più in generale, tra poesia e prosa, mi viene del tutto naturale. Il fatto che abbia scritto questa volta un’antologia non significa che non tornerò alla poesia; e viceversa il fatto che abbia pubblicato “Canto D’Inverno” non mi impedisce di pensare alla prosa. Le due strutture procedono in parallelo in base a quello che voglio raccontare. Allo stesso modo vivo l’esperienza del copywriting. La penna è per me uno strumento versatile.

R.T.: Annarita, nell’incipit che gentilmente mi hai inviato, parli di tre racconti per così dire sfortunati per via dei concorsi che hanno partecipato. Ci racconti cosa è accaduto nei concorsi?

Annarita Faggioni: Cosa non è accaduto è la domanda giusta! In uno dei racconti mi è stato detto che il testo esulava totalmente dal tema richiesto (per poi chiedermi una settimana dopo di pubblicizzare un altro concorso degli stessi organizzatori), in un altro mi è stato detto che erano scelte (ma mi è stato chiesto comunque di pubblicizzare ulteriori concorsi a pagamento organizzati dalle stesse persone) e nell’ultimo non ho la più pallida idea a oggi dopo un anno se il concorso sia stato annullato o se ci sono stati dei vincitori.

R.T.: Quanto pensi sia importante il contributo dei social network per far conosce un’opera letteraria?

Annarita Faggioni: È fondamentale: non ci sono attualmente altri modi per far conoscere un’opera se non attraverso la Rete e i social network! Il fenomeno che coinvolge solo in Italia la piccola editoria e il self-publishing, sia in e-book che in cartaceo, è che le grandi realtà sono riuscite nel tempo a costruire un monopolio di librerie, dove la concorrenza ha poco margine e si ritaglia (anche con ferocia) brandelli di visibilità.

R.T.: Quali sono le tematiche principali dei tuoi racconti?

Annarita Faggioni: Le tematiche sono tantissime, tanto che “I racconti depennati” sembrano un puzzle destinato a non incastrarsi perfettamente. Si parte dai temi sociali più comuni, più vicini se vogliamo all’esperienza del lettore: l’eutanasia, la situazione dei giovani precari, la realtà del blogging, il femminicidio… Poi si fa un passo indietro, a temi più “spirituali” per così dire. Si riparte con l’Antico Egitto (le sue contraddizioni, ma anche i suoi valori molto forti), fino ad arrivare a mondi paralleli e immaginari dove le paure prendono vita (è il caso di “Un gioco di pedine”).

R.T.: Potendo scegliere tra la versione scaricabile e la versione cartacea per un’opera.  Secondo la tua esperienza,  quale preferisci?

Annarita Faggioni: Sono una lettrice onnivora e flessibile: non ho paura di leggere un buon libro, anche se devo farlo da uno schermo. La carta mantiene da noi il suo fascino e il suo nostalgico sentire. Quale preferisco? Entrambi. Purché si legga. Come autrice, invece, devo dire che l’e-book crea minori problemi e maggiori possibilità.

R.T.:  Hai delle novità nel cassetto? Ci puoi anticipare qualcosa?

Annarita Faggioni: Novità… Novità tante, come ormai ho abituato gli utenti del piacere di scrivere: sicuramente qualcuno dei racconti depennati è già pensato per diventare un romanzo, ma il mio sogno sarebbe quello di fondare una casa editrice tutta mia, dove poter pubblicare gratuitamente pochi autori stanchi di dover subire le mode ricorrenti per poter pubblicare. Vedremo, ho ancora 23 anni…

R.T.: I rapporti sociali sono al centro dei tuoi racconti. Come li vivi nel quotidiano?

Annarita Faggioni: Da un anno a questa parte, le persone che sento più vicine sono quelle che vivono e animano il Web. Non per questo ho smesso di avere rapporti con il “mondo offline”. La mia città ha tanti problemi (forse l’ILVA è il più noto), ma noi Tarantini cerchiamo sempre di affrontarli con forza e tenacia. Forse a causa dell’emergenza, i problemi di cui soffriamo da anni sono oggi più sentiti. Io continuo a fare del mio meglio per promuovere quelle realtà “soffocate” non soltanto dalla diossina.

R.T.:  Preferisci di più la poesia o la prosa?

Annarita Faggioni: Per me sono un po’ come due sorelle: la poesia (la prima e la più apprezzata) è quella su cui vado sul sicuro, quindi la lascio un po’ andare dove l’ispirazione la porta. La prosa, però, è quella che mi ha fatto prendere coscienza del mio talento e che, in definitiva, ha più bisogno di me. Quindi preferisco la prosa alla sorella più grande, ma non perché l’ami di meno.

R.T.: Salutaci con una citazione.

Annarita Faggioni: Vi saluto augurandovi di fare: “La scelta che fanno le persone straordinarie di essere diverse in un mondo di ipocrite uguaglianze” (Lyamnay, “Un gioco di pedine”, da “I racconti depennati”)

Written by Rosario Tomarchio

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