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Intervista esclusiva: " la mia vita tra gioco d'azzardo, cavalli e quei bravi ragazzi nel Veneto della Mala del Brenta" (seconda parte)

Creato il 10 aprile 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Alessandro Ambrosini
Intervista esclusiva: Abbiamo visto agenzie ippiche, bische calndestine , toto nero, ma il casinò? Venezia ma non solo…erano territorio di Maniero e dei suoi cambisti. 
Si ma non era così lampante l’appartenenza alla Mala. I cambisti c’erano da sempre. Al Lido per esempio, dove Maniero fece una delle sue grandi rapine, c’era un salottino all’entrata che era l’ufficio di questi figuri. Poltrone e tavolino per firmare gli assegni e un televisore per passare il tempo. Questo era il potere dei cambisti in genere: l’essere accettati, come fosse normale ospitare dei cravattai dentro a strutture statali. 
Perché allora andare a rapinare un posto dove lavoravano i suoi uomini? 
Non esiste una risposta certa se non nella mente di Maniero o di chi partecipò al colpo. Di cose se ne sono dette tante, soprattutto in certi ambienti. Sicuramente c’è molta fantasia..ma non solo.. 
Cosa si diceva ? 
Si disse che il Casinò pagasse una percentuale molto forte a Maniero e che al cambio del direttore gli accordi non furono più rispettati. Cosa che non piacque a Felicetto e si vendicò in questo modo. 
 E la Slovenia? 
 Per quanto riguarda i casinò in Slovenia era anche peggio. I cambisti italiani avevano le proprie “scorte” settimanali direttamente nelle cassette di sicurezza della casa da gioco. Cambiavano 300 milioni ogni fine settimana, a persona. Un giro di soldi mostruoso. Ma non solo, era un posto ottimo per riciclare. Mi ricordo bene un croato che giocava da solo contro il casinò un miliardo a sera. Con le sue guardie del corpo intorno. Vincere o perdere fino a un terzo dei soldi non aveva importanza, l’importante era farli girare. Pulirli. 
 Intervista esclusiva: Argomento slot machine o videopoker? 
Dalla metà degli anni ’90 fu il grande business del gioco. Non esisteva di meglio. Erano regolari rispetto alla legge, non davano nell’occhio e portavano un sacco di soldi. Tanti, pure troppi visto che poi furono messi sotto osservazione dallo Stato e poi gestiti dallo stesso. Che giro di soldi si può stimare ? Non è possibile definirlo, non è quantificabile perché era tutto in ”nero” e senza possibilità di valutarlo. Gente con sacchi neri piene di banconote andavano una volta alla settimana a San Marino a depositarli. Non si erano mai visti tanti soldi liquidi girare per i bar. C’erano posti che incassavano cento milioni a settimana. Di gente rovinata ne ho visto molta. Non meno di oggi comunque, che il gioco lo gestisce lo Stato. 
 E la criminalità? 
La criminalità, come ogni business legato al gioco d’azzardo o era direttamente proprietaria di aziende di videopoker o le faceva gestire da altri o in società con altri. E chi non pagava o non era in ordine con i conteggi erano giorni di ospedale e ossa rotte. E tutti fecero così, anche i vecchi proprietari di videogame che si erano inseriti nel settore dell’azzardo si misero a fare i boss, con pochissima fortuna però. Ma era un mondo intriso di criminalità. 
Nello specifico? 
Beh dalle nostre parti gli zingari erano grandi appassionati di quei giochi, anche perché sapevano come manomettere i meccanismi interni. O almeno lo pensavano. Ogni sala giochi era una base di riciclaggio di cose rubate: computer, telefoni…che i sinti dei campi nomadi si rivendevano a un quinto del valore. 
Intervista esclusiva:  E oggi ? 
Quanto si è perso di questo mondo? E quanto si è trasformato? Oggi il lato romantico, se mai c’è stato un lato romantico si è perso. Il mondo dell’ippica sta ormai morendo e non c’è più senso nel vedere le corse dal ristorante dell’ippodromo mentre si sorseggia un buon vino. Il toto-nero è stato sostituito dalla Snai e come si vede dalle cronache di questi giorni gli scandali sono anche peggio di prima. I casinò sono rimasti uguali, non con i cambisti ufficialmente ma con i propri personaggi legati all’usura. Le bische sono, molte volte, circoli privati dove si gioca il poker texas holdem. Ma non ci sono più i grandi “giri” di una volta. Oggi il grande business è nelle mani dei Monopoli di Stato. Quella è la gallina dalle uova d’oro, con le videolottery, macchine che rispetto ai videopoker di una volta sono dei veri killer. 
 Cosa le manca di quei giorni ? 
Le bollette del sabato pomeriggio, quelle ricevute di Buffetti con scritti a mano i nomi delle squadre, la quota e quanto avevi scommesso. Quei fogli di carta che guardavi e riguardavi la domenica pomeriggio mentre alla radio partiva la sigla di “Tutto il calcio minuto per minuto”. 
 Anche l’ennesima sigaretta è finita ed è tempo di congedarci. Il passo all’uscita è veloce e non lascia molto ai convenevoli. Se ne va come è arrivato, veloce e furtivo. Come la sua vita e i suoi ricordi.

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Intervista, Vicenza, Veneto, Slovenia, Mala del Brenta, Felice Maniero, gioco d'azzardo, casinò, bische, ippica, totonero, Alessandro Ambrosini, Notte Criminale


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