Intervista Gastronomica a Fabio Geda

Da Anginapectoris @anginapectoris

Fabio Geda

Fabio Geda nasce a Torino il primo marzo 1972, e fa l’educatore in una comunità per minori, si occupa di disagio giovanile e dei problemi della crescita e dell’educazione dei bambini, da svariati anni pubblica regolarmente articoli che trattano queste tematiche su “Linus” e su “La Stampa”. Vive ancora a Torino dove lavora collaborando anche con la Scuola Holden, la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e il Circolo dei Lettori di Torino.

Il suo esordio letterario avviene nel 2007 con il romanzo “Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani”, riscuotendo un grande successo immediato sia di critica che di pubblico.

Il romanzo lo conduce dritto dritto nella rosa dei finalisti del Premio Strega e si aggiudica la vittoria del Premio Stresa di Narrativa e del Premio del Giovedì Marisa Rusconi nonchè l’assegnazione come miglior esordio al Premio Letterario Via Po di Torino.
Anche la trasmissione radiofonica Fahrenheit che ne trae una traccia audio per i non vedenti, gli assegna la nomina di miglior titolo esordiente.
La città di Cuneo seleziona il suo testo come romanzo di lettura da proporre ai ragazzi durante l’anno scolastico.

“L’esatta sequenza dei gesti” (2008) è il suo secondo romanzo che si aggiudica il Premio Grinzane Cavour e il Premio dei Lettori di Lucca.

La sua ultima fatica è “Nel mare ci sono i coccodrilli – Storia vera di Enaiatollah Akbari” (2010) Baldini Castoldi Dalai narra la vera storia di un giovane ragazzo che è riuscito a fuggire dall’Afghanistan e che adesso è sotto asilo politico a Torino.
Il libro viene selezionato tra i dodici titoli per l’anno 2011, presentato da Valeria Parrella e Marino Sinibaldi.

Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Fabio: – Quello che conta davvero è il pranzo. Nel senso che, quando devo scrivere di pomeriggio, dev’essere leggero, altrimenti il cervello si spegne per ore e ogni frase esce come se stessi scavando in miniera.

Angie: – Hai mai pensato, quando scrivi, di ispirarti alla cucina ed alla
gastronomia?
Fabio: – C’è molto cibo nei miei libri. Mi piace specificare cosa mangiano i miei personaggi. Spesso, quando le scene sono ambientate in casa, li faccio muovere in cucina, pelare delle carote o soffriggere della cipolla.

Angie: – Cosa significa per te mangiar bene.

Tortelli di zucca mantovani

Fabio: – Amo mangiare un piatto unico, abbondante e gustoso. Soffro molto i buffet. Ne esco sempre insoddisfatto: troppi sapori, troppa confusione. Quando vado a Mantova, al Festivaletteratura, mangio solo tortelli di zucca. Solo quello, pranzo e cena, per due o tre giorni.

Angie: – Le tue esperienze lavorative?
Fabio: – Per dodici anni ho lavorato come educatore. Da quattro mi occupo di narrazione in molto modi diversi.

Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare?
Fabio: – No.

Angie: – Sei mai stato a dieta?
Fabio: – Sempre. Non sono mai stato non-a-dieta. Tendo a ingrassare e devo continuamente tenere sotto controllo il peso.

Angie: – Meglio carne o pesce?
Fabio: – Pesce.

Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Fabio: – Uno Strudel

Angie: – Vino?
Fabio: – Ruchè di Castagnole Monferrato

Angie: – Il tuo punto debole?
Fabio: – Formaggi.

Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Fabio: – Nel frigo un qualche tipo di formaggio (spesso da abbinare all’insalata) e in dispensa il tè.

Angie: – Qual è il piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Fabio: – Le torte salate.

Angie: – E quello che ti piace mangiare?
Fabio: – Le torte salate.

Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Fabio: – Coscienzioso.

Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace?
Fabio: – Goloso di tante cose. Mentre l’unico piatto che odio è l’insalata di barbabietole crude.

Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Fabio: – L’odore dell’arancio.

Angie: – Non puoi vivere senza…

Pinoli

Fabio: – Pinoli.

Angie: – Che cosa secondo te conta nel sedurre una donna? Una buona cena,
o anche il saper cucinare.
Fabio: – Saper cucinare è più importante.

Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori.
Fabio: – Giusto per brevità vi dico: provate ad abbinare l’ananas al tonno, sentirete.

Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
Fabio: – La biografia di Andre Agassi. Sono un appassionato di tennis.

Angie: – Il pezzo musicale che ti mette in moto i succhi gastrici…
Fabio: – Musica folk, country.Vedo subito bistecche e birre fresche.

Angie: – Hobby?
Fabio: – Perdermi per i musei.

Angie: – Qual è il tuo sogno più grande?
Fabio: – Vedere tutti i più grandi scenari naturali della Terra, dai deserti alle cascate alle cime.

Angie: – Cosa ti dicono più spesso?
Fabio: – Stai scrivendo qualcosa?

Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoca?
Fabio: – Immediatamente.

Angie: – Un piatto della tua infanzia.
Fabio: – Il pollo alla panna.

Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Fabio: – Secondo me esiste la cucina.

Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?
Fabio: – Senza dubbio la pizza.

Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale?
Fabio: – Io mangio bene ovunque: dal sashimi al kebab, dalla paella al gulash.

Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Fabio: – Molto, molto, molto socievole.


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