Intervista gastronomica ad Emanuela Ersilia Abbadessa

Da Anginapectoris @anginapectoris

Notizia recentissima è che lei, Emanuela Ersilia Abbadessa ed il suo Capo Scirocco edito da Rizzoli si sono aggiudicati la 29ª edizione del premio «Rapallo

Emanuela, vincitrice del premio letterario “Rapallo Carige”

Carige». Il premio letterario per la donna scrittrice, organizzato dal Comune e Banca Carige, non ha tradito le attese.
Un lavoro iniziato nei mesi scorsi, con la giuria dei critici, presieduta da Dacia Maraini, che ad aprile ha indicato le tre finaliste tra le ben settantaquattro opere in gara, determinanti le preferenze dei 60 lettori della giuria popolare. Emanuela cosi’ si aggiunge all’albo d’oro delle vincitrici insieme a grandi firme come Susanna Tamaro e Margaret Mazzantini.
Catanese d’origine ma trapiantata a Savona, Emanuela Ersilia Abbadessa è musicologa, È collaboratrice del quotidiano “La Repubblica” ed ha all’attivo molte pubblicazioni musicologiche, ex docente universitaria della facoltà di Lingue e letterature straniere di

Capo Scirocco

Catania, raffinata intellettuale, esordiente di gran classe nella sezione narrativa italiana contemporanea per Rizzoli.
Una passione travolgente, una Sicilia sensuale e lontana, un uomo e due donne, tanta musica e un vento caldo, lo scirocco «che fa impazzire le femmine», non a caso il titolo prescelto per il suo libro si intitola Capo scirocco . Potete seguire aggiornamenti, informazioni sulle attività della scrittrice catanese nel suo blog Lettere dal convento

Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Emanuela Ersilia: – Per me mangiare bene conta come abitudine di vita, non come fatto legato necessariamente al mio lavoro. Quando devo lavorare tendo a mangiare in maniera leggera però, per evitare sonnolenza o spossatezza.

Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirata/o a qualcosa di gastronomico?
Emanuela Ersilia: – Amo molto la buona cucina e il cibo entra sempre in qualche modo nella mia vita. Nel mio romanzo, mettendo i personaggi a tavola ho provato a restituire attraverso i cibi i sapori e gli odori della ma terra ma ho anche scelto cibi appetitosi per le scene serene e cibi “confortevoli” (come il brodo di pollo) quando i miei personaggi erano in difficoltà o ammalati.

Angie: – Cosa significa per te mangiar bene?
Emanuela Ersilia: – E’ una dei modi in cui mi prendo cura di me stessa e mi abbandono ai “piaceri”.

Angie: – Le tue esperienze lavorative?
Emanuela Ersilia: – Ho sempre lavorato nel campo della musica. Con la musica ho fatto di tutto: l’ho studiata, cantata, organizzata, insegnata, ne ho scritto e, alla fine, ho messo la musica nelle pagine di Capo Scirocco. Una sorta di corollario delle mie esperienze.

Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
Emanuela Ersilia: – Ho molti ristoranti che amo, in alcuni mi sento quasi come se fossi a casa. Ma uno dei ricordi più belli è legato al ristorante Al Duomo di Ragusa Ibla. Mi trovavo lì per lavoro e i miei genitori mi raggiunsero a sorpresa per festeggiare al Duomo il mio onomastico.

Angie: – Ti piace invitare amici a cena o a pranzo, o sei più spesso invitato??
Emanuela Ersilia: – Quando ero spostata avevo una grande casa e una grande cucina e mi piaceva molto invitare a casa parenti e amici. Non lo faccio più da molto tempo e mi dispiace.

Emanuela Ersilia Abbadessa

Angie: – Sei mai stata/o a dieta?
Emanuela Ersilia: – Non ho mai avuto problemi di peso o particolari problemi di salute che mi hanno costretta a diete particolari, solo qualche intolleranza. Per questo non ho mai fatto vere e proprie diete. Semmai, in certi casi, cerco di moderarmi. Impresa non semplicissima dato che amo moltissimo mangiare.

Angie: – Meglio carne o pesce?
Emanuela Ersilia: – Dipende. In Sicilia il pesce, in Piemonte o in Toscana la carne.

Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?

Se fossi un dolce quale saresti?…una cassatella siciliana..

Emanuela Ersilia: – Una cassatella di ricotta: dolce, con la glassa sopra e di morbidissima ricotta dentro ma con un’inquietante ciliegia rossa sopra.

Angie: – Se fossi un ingrediente?
Emanuela Ersilia: – Peperoncino.

Angie: – Vino, ed in quale ti identifichi caratterialmente?
Emanuela Ersilia Abbadessa: – Amo il vino rosso e amo vini rossi molto diversi tra loro: il Rossese di Dolceacqua, il Chianti classico, il Cerasuolo di Vittoria, il Morellino di Scansano. Però se fossi un vino sarei un vino bianco e mosso.

Angie: – Il tuo punto debole
Emanuela Ersilia Abbadessa: – In questo contesto non posso che dire la paura di essere… divorata.

latte

Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Emanuela Ersilia Abbadessa: – Nel frigo non manca mai il parmigiano e nella dispensa il latte. Ne bevo quasi un litro al giorno.

Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Emanuela Ersilia Abbadessa: – Il risultato che otterrò, mi piace che da singoli ingredienti venga fuori un piatto. Mi piace preparare i risotti, ne invento con gli ingredienti più diversi.

Angie: – E quello che ti piace mangiare?
Emanuela Ersilia Abbadessa: – La pizza.

Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Emanuela Ersilia Abbadessa: – Un tempo ero smodata. Adesso, con l’età, direi che sono diventata “attenta”.

Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai

Caffelatte

Emanuela Ersilia Abbadessa: – La cosa che mi piace di più a colazione è il caffellatte. Ne bevo litri, quindi direi che faccio esattamente la colazione che preferisco.

Angie: – Di cosa sei più golosa? e cosa proprio non ti piace?
Emanuela Ersilia Abbadessa: – La pasta credo che sia il cibo che preferisco e non mangio assolutamente interiora di animali.

Angie: – Che ne pensi dei prodotti surgelati, che dimezzano il tempo in cucina?
Emanuela Ersilia Abbadessa: – In molti casi vanno benissimo, sono di grande aiuto quando si ha poco tempo ma in generale non ne faccio molto uso.

Menta e Basilico

Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Emanuela Ersilia: – Difficile sceglierne uno. Posso dirne due? Menta e basilico.

Angie: – Limone o aceto?
Emanuela Ersilia: – Risposta obbligata: sono allergica all’aceto.

Angie: – Non puoi vivere senza…
Emanuela Ersilia: – Latte.

Angie: – Dici parolacce?
Emanuela Ersilia: – Direi di sì.

Angie: -La parola che dici più spesso?
Emanuela Ersilia: – Sono siciliana… non lo immagini? Scherzi a parte, credo che la cosa che dico più spesso è “scusa”, sto sempre lì a scusarmi per qualcosa…

Angie: -Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare?
Emanuela Ersilia: – Non sono particolarmente attratta dagli uomini ai fornelli, mi piace di più essere portata a cena in un bel posto. Oltre al buon cibo per me è essenziale che ci sia poco rumore, mi piace parlare col mio commensale e non voglio far fatica per sentire o per farmi ascoltare.

Angie: – Una “fantasia erotico gastronomica”?

…Una“fantasia erotico gastronomica”?
…Essere sorpresa dal mio partner mentre sto preparando una torta ed essere amata tra farina, panna, latte e uova.

Emanuela Ersilia: – Essere sorpresa dal mio partner mentre sto preparando una torta ed essere amata tra farina, panna, latte e uova.

Angie: -Hai mai conquistato qualcuno cucinando??
Emanuela Ersilia: – Non saprei, forse mangiando: gli uomini amano le donne che sanno lasciarsi andare a tavola.

Angie: – Hai mai utilizzato l’ambiente cucina per scrivere e lavorare?
Emanuela Ersilia: – Molto spesso. Anche adesso: ho un ambiente unico con angolo cottura e dunque lavoro nella stessa stanza in cui mangio.

Angie: – La verve letteraria, lo stimolo per incominciare a raccontare, avviene a pancia piena o a digiuno?
Emanuela Ersilia: – Più spesso a digiuno. Anzi quando devo lavorare mangio pochissimo.

Angie: – Preferisci di più il dolce o il salato quando sei preso dal tuo lavoro?
Emanuela Ersilia: – Il salato. Anche se sono molto golosa.

Angie: – Hai qualche episodio legato al cibo da raccontare? O una cosa carina e particolare che ti è successa?
Emanuela Ersilia: – La prima volta che mangiai pesce. Non ne ho memoria ma è un episodio che mia madre racconta spesso. Io sono nata a Catania ma mia mamma è romana e una volta con me nel passeggino andò a visitare la pescheria di Catania, luogo bellissimo, pieno di voci, rumori e colori. Lei era una giovane mamma a modo, attentissima a sterilizzare ogni cosa attorno a me. Avvicinandosi a uno dei banchi notò che io – che non avevo ancora due anni – guardavo con curiosità i “masculini”, cioè le acciughe. Allora chiese al pescivendolo se poteva darmene uno ma intendeva darmelo in mano, per farmelo toccare. Il signore, tutto contento della richiesta prese un pesce gli

Pesce crudo

staccò la testa, lo infilò in un secchio di acqua non pulitissima per sciacquarlo dal sangue e me lo mise in bocca. Pare che io lo abbia mangiato con grande piacere. Mia madre a momenti sveniva e credo abbia trascorso i mesi successivi aspettando i più infausti esiti sulla mia salute. Naturalmente non ebbi alcun problema. Resta il fatto che il pesce crudo è una delle mie passioni.

Angie: – Vai spesso a pranzo/cena fuori, se sì che tipo di locale prediligi?
Emanuela Ersilia: – Mi piacciono i buoni ristoranti, dove posso essere sicura della qualità di ciò che si serve. Ma forse i miei locali preferiti sono le trattorie a conduzione familiare, con le tovaglie a quadri, dove incontri magari sempre le solite persone.

Angie: – Che fai dopo cena?
Emanuela Ersilia: – Mi rilasso.

Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
Emanuela Ersilia: – Leggo davvero molto, ti dico l’ultimo libro che mi è piaciuto particolarmente: Addio a Berlino di Isherwood.

Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici…

Emanuela Ersilia: – Non ci ho mai pensato. Credo nessuno, ma la musica di Haendel, in generale, mi fa pensare a cortei di camerieri e paggi con grandi vassoi di cacciagione, sformati torte, alzate di frutta e di bignè.

Angie: – Hobby?
Emanuela Ersilia: – Curare le piante. Adesso mi sto occupando di alcune piantine di pomodoro in particolare. Li aspetto al varco per l’insalata!

Angie: – Se fossi un personaggio mitologico chi saresti?

Nymphe Avec Puttis – Guillaume Seignac

Emanuela Ersilia: – Una ninfa.

Angie: – Qual è il sogno più grande?
Emanuela Ersilia: – Impersonare Zerlina nel duettino del Don Giovanni di Mozart. Un tempo immaginavo Ruggero Raimondi come partner. Direi che adesso non mi dispiacerebbe Rodney Gilfry.

Angie: – Cosa ti dicono più spesso?
Emanuela Ersilia: – Che parlo troppo, ahimè.

Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoco/a?
Emanuela Ersilia: – Se il mio compagno fosse d’accordo…

Angie: – Un piatto della tua infanzia
Emanuela Ersilia: –  Il biancomangiare preparato da mia nonna. Ma ne ho detto uno a caso, ci sono moltissimi cibi dell’infanzia a cui sono legata: la panzanella romana preparata da mamma quando mi vedeva giù di morale; il polpettone della nonna al

Il biancomangiare di nonna Ersilia

ritorno dalle vacanze perché nonna Ersilia pensava sempre che lontano da casa si debba per forza mangiar male e deperire; i “fritti” della vigilia di Natale preparati dalla nonna romana, nonna Italia, e che rubavo appena tirati fuori dalla padella bruciandomi le dita; il formaggino succhiato dalla stagnola; la granita di cioccolato di nonna Ersilia per colazione…

Angie: – C’è un piatto che non hai mai provato e che vorresti assaggiare?
Emanuela Ersilia: – L’uovo di Carlo Cracco.

Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Emanuela Ersilia: – Se c’è qualcosa che spero non subisca la globalizzazione è proprio la cucina. Adoro le specificità dei territori. A Messina ad esempio si fa la pignolata un dolce che amo pazzamente e del quale potrei cibarmi fino a scoppiare. Eppure la pignolata non riesce a fare un centinaio di kilometri per arrivare a fino a Catania dove infatti si trova con una certa difficoltà. Ma altrettanto si può dire per i biscotti di San Martino di Palermo o, viceversa, per il “torrone gelato” di Catania. Per non parlare della granita siciliana: mangiarla fuori dall’isola è utopia.

Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?

Spaghetti pomodoro e Basilico

Emanuela Ersilia: – Gli spaghetti pomodoro e basilico.

Angie: – Dopo la cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se sì, quale?
Emanuela Ersilia: – Amo tutti le cucine, quando viaggio mi piace scoprire i sapori degli altri paesi. Anzi il più delle volte ordino i piatti senza chiedere nemmeno gli ingredienti: mi piace farmi sorprendere dai sapori.

Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Emanuela Ersilia: – Alla scrittura, al momento mi assorbe del tutto.

Angie: -Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Emanuela Ersilia: – Deciso, come una chianina al sangue.

Angie: – A che piatto paragoneresti Letta, Berlusconi, Renzi, Vendola, Beppe Grillo?
Emanuela Ersilia: – Letta una Bourguignonne; Berlusconi a un piatto di cannelloni

…Letta una Bourguignonne

scotti; Renzi a un hot dog; Vendola a dei frutti di mare, forse le capesante; Grillo a un piatto con troppo aglio, di quelli che non digerisci mai. Spero però che non mi chiederai il perché!

Angie: – La cucina ti ha mai tradito?
Emanuela Ersilia: – Certo, come tutti i grandi amori, no?

Angie: – Se tu dovessi abbinare una pietanza a ogni personaggio del tuo romanzo, quali sceglieresti?

Fico d’India

Emanuela Ersilia: – Beh, il mio romanzo ha in copertina un fico d’India rosso, maturo e spaccato a metà. E’ frutto di grande sensualità, nel quale per arrivare al dolce bisogna saper evitare le spine. E questa potrebbe essere una metafora adatta a tutti i miei personaggi.

Angie: – Quale personaggio del tuo libro potrebbe essere “la mela proibita”?
Emanuela Ersilia: – Annuzza: fresca, matura, tonda e succulenta.

Angie: – Prova a descrivere il tuo romanzo – o parti di esso – con metafore culinarie, tipo “nutrimento dell’anima”.
Emanuela Ersilia: – C’è una Rita che Luigi vorrebbe mangiarselo a morsi ma finisce per piluccarlo lentamente. E Luigi che invece ha una fame da lupo. E mentre tutti intorno consiglierebbero una dieta leggera, l’amore gonfia come un soufflé. Pagine da divorare.

Angie: – Se tu dovessi scegliere uno scaffale di supermercato (o altro negozio simile), dove immagineresti collocato il tuo libro? E perché?
Emanuela Ersilia: – Tra le spezie, perché solletica il palato e provoca sensazioni intense e durature che si possono domare solo con un buon vino.

Angie: – Stai pensando alla trama da mettere su carta, sei preso dal vortice dell’ispirazione: dove ti percepisci? (es. in un agrumeto, in un campo di pomodori, in una distesa di mais, in un vigneto ecc.)
Emanuela Ersilia: – Seduta su una roccia di pietra lavica in mezzo a una radura di fichi

Fichi d’India in sicilia

d’India.

Angie: – “Panem et circenses”. Sostituisci ai giochi da circo i libri. Cosa ti evoca a livello sensitivo e immaginifico?
Emanuela Ersilia: – Non di solo pane vive l’uomo… ma anche dei libri che legge.

Angie: – quale attore sceglieresti per ricoprire il ruolo del protagonista del tuo libro? E di qualcuno dei “secondari”?
Emanuela Ersilia: – Ci ho pensato più volte con molta difficoltà ma anche con divertimento. Monica Bellucci per donna Rita; Cristiana Capotondi sarebbe Annuzza Alessandro Preziosi per Mimì ma… proprio non riesco ad immaginare il volto di un attore noto per Luigi.

Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
Emanuela Ersilia: – Siamo tubi digerenti, proviamo a rendere il meno banale possibile il tempo che abbiamo da trascorrere sulla terra.

Angie: – in conclusione, una tua ricetta per i miei lettori

Linguine ai pomodori di pachino

Emanuela Ersilia: – Linguine con pomodorini di Pachino, mandorle in scaglie e bottarga di tonno. La imparai da un amico.

Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta.
Emanuela Ersilia: – Manca molto all’ora di pranzo?

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