Ciao Giulia! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?Ero piuttosto piccolina. Alle elementari ho avuto fortuna e mi è capitata una maestra che proponeva sempre giochi letterari interessanti: aveva delle carte e ognuno di noi estraeva un personaggio, un luogo e uno strumento; poi ciascuno inventava la sua storia. Era un gioco bellissimo che non ho mai dimenticato. È stato così che ho deciso che “da grande voglio fare la scrittrice”. Di strada da fare ne ho tanta, ma sono felice, perché scrivere mi fa sentire bene.
Qual è stato il tuo primo testo?È stato un racconto lungo, Il gallo della mezzanotte. Parla della signora Pranley, una simpatica vecchietta che è definita “zitella” un po’ da tutti. Un giorno le viene rifilato un gallo da una sorta di viandante contemporaneo e lei non ne è per niente contenta. Sporca, non è di compagnia, è difficile da nutrire. Però poi si scopre che il gallo ha un potere magico e... puntini puntini puntini. Per una buffa casualità, questo racconto è stato incluso nella mia antologia di racconti, Misteri di una notte d’estate, pubblicata lo scorso Maggio per Edizioni Montag.
Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?Ammetto di fare fatica a leggere le autobiografie e i libri di ricette: i primi perché non mi sento attratta, i secondi perché in cucina sono un disastro. Tutti gli altri libri sono i benvenuti nella mia libreria, specialmente se in eBook, dato che non richiedono di essere impacchettati per i traslochi – e trasloco spesso!. Scrivo di tutto, perché mi viene spontaneo “sintonizzarmi” sui miei sentimenti del momento. Il bello della scrittura è che si può avere mille identità.
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?Strano. Perché, anche se sin da piccola volevo “fare la scrittrice”, non avevo mai pensato realmente di poterci provare. Poi, un bel giorno, mi sono svegliata e ho pensato che avevo proprio voglia di sentire cosa aveva da dirmi una casa editrice. Ne ho contattate alcune che, per un motivo o per un altro, non mi hanno dato la spinta giusta. Poi è arrivato nella casella di posta elettronica un messaggio con un
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Come è nata l’idea di Veronica è mia? Cosa ti ha ispirato?allegato. E l’ho firmato. È stato il mio primo contratto editoriale.Come è nata l’idea di Veronica è mia? Cosa ti ha ispirato?Prima di tutto, mi ha ispirato l’uomo che oggi è il mio editor. Mi ha fatto capire che avevo delle cose da dire e che trovare le parole per dirle sarebbe stato importante. Poi c’è l’aspetto “personale”. Parlo di una tematica che, in quanto ragazza, non può lasciarmi indifferente: la violenza sessuale nelle coppie giovani. Tendiamo a identificare come violenza sessuale lo stupro, ma fatichiamo a capire che ci sono anche altre sfumature di questo orribile atto. Volevo farlo capire, in qualche modo. Veronica, la protagonista, viene persuasa da Max, il ragazzo che la seduce, a fare cose per cui non si sente pronta. Viene usata e portata sull’orlo del baratro. Per me questa è violenza. Fortunatamente, Veronica è di una forza interiore immensa: è un’eroina che stravolgerà il suo destino.
Veronica è una ragazza giovane, timida, innocente. La sua voglia di amare ed essere amata si scontra con quella di possedere di Max, ragazzo impassibile che entra nel suo corpo e nei suoi pensieri. Max di giorno, Max di notte, Max in ogni fibra del suo essere: Max è ossessione e sogno effimero. Veronica, nel tentativo di non dimenticarlo, lo ricerca e rivive nei corpi vuoti e indifferenti di altri uomini. Solo una grande forza interiore sarà in grado di rimettere tutto in discussione.Quanto c’è di te in questo testo?Tantissimo. Le idee sulla violenza, sull’indipendenza femminile... anche lo stile con cui è scritto è molto “mio”, nel senso che le frasi sono venute in modo molto spontaneo. Si sono quasi scritte da solo.
"Veronica è mia" è pornografia dell'anima, grido di forza e speranza, inno alla rinascita.
Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?Non proprio. Quando non riesco a scrivere qualcosa, cambio genere per un po’. A volte ho bisogno di una pausa, però. E allora dimentico il pc per un po’ e mi dedico a vivere appieno la mia realtà.
Cosa vuoi comunicare con il tuo Veronica è mia?Che tutti possiamo cambiare la nostra vita. Che nessuno è debole. Che si può crescere, perché l’essere umano ha questa straordinaria capacità di evolversi e trovare dentro di sé risorse infinite. Che nessuna vittima deve restare tale.
Cosa pensi del Self-Publishing?È una risorsa che offre opportunità splendide, non solo per chi scrive, ma anche per i lettori. Ci sono sorprese incredibili che aspettano solo di essere lette.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Mi trasferirò a Berlino per un po’ e scriverò full time per il Berlino Cacio e Pepe Magazine. Cambiare ambiente fa bene: i giovani hanno bisogno di conoscere il mondo, per farsi una cultura.
Grazie a Giulia per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!